Discernere insieme la verità. L’accordo cristologico nel dialogo tra ortodossi calcedonesi e chiese orientali
Vassiliki Stathokosta ha studiato teologia all’Università di Salonicco, poi all’Istituto ecumenico di Bossey e alla Scuola teologica di Friburgo. A partire dal dottorato i suoi interessi si sono focalizzati sulla storia del movimento ecumenico da un punto di vista ortodosso. Dal 2009 insegna teologia del movimento ecumenico alla Facoltà di teologia dell’Università di Atene. È inoltre consulente per gli affari ecumenici del Patriarcato di Alessandria ed è stata più volte delegata della Chiesa di Grecia in vari incontri di dialogo.
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Nato nel 1970, Patriciu Vlaicu si è laureato in teologia alla Facoltà di teologia ortodossa di Cluj-Napoca (Romania) per poi approfondire gli studi con una serie di dottorati in diritto e diritto canonico presso l’Università di Parigi Sud, l’Insitut Catholic e l’Università “Babes Bolyai” di Cluj-Napoca. Attualmente è conferenziere in diritto canonico alla Facoltà di teologia ortodossa di Cluj-Napoca, coordinatore del Dipartimento per la formazione continua della Metropolia romena in Europa occidentale e meridionale e del Dipartimento canonico e giuridico del Centro ortodosso di studi e ricerca “Dimitru Staniloae”, e membro dell’Alto consiglio dell’AIDOP (Agenzia internazionale di diplomazia e opinione pubblica) e della Commissione di dialogo teologico ortodosso-cattolica.
Il discernimento e il principio teologico dell’economia
SINTESI
La vita della Chiesa è segnata dalla manifestazione dell’economia divina in concreti atteggiamenti e azioni ecclesiali. I Padri della Chiesa mostrano il legame tra l’economia divina e l’economia ecclesiale e ci danno la chiave per interpretare questo principio.
Dal xviii secolo, nella letteratura teologica e canonica, si fa menzione del principio dell’economia come atteggiamento di misericordia concretamente manifestato da puntuali eccezioni alla norma. Possiamo parlare di economia riferendoci solo alla deroga nel senso di indulgenza?
Con l’aiuto dei testi canonici, possiamo capire che il principio dell’economia esprime la buona gestione della totalità dei mezzi a disposizione della Chiesa, al servizio della comunione, della pastorale e della missione. Il discernimento ecclesiale è l’operazione che ci aiuta a gestire l’economia canonica in tutte le sue manifestazioni.
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Riconoscere l’altra tradizione. Il dialogo teologico tra Chiesa armena e Costantinopoli nella Cilicia armena del XII secolo
Laureatosi al Seminario teologico “Gevorkian” (Armenia), Karekin Hambardzumyan ha conseguito un dottorato in esegesi all’Università di Sheffield, nel Regno Unito. Nel 2008 ha fondato il Centro culturale giovanile “Tsirani” e dallo stesso anno è membro della Confraternità della Santa Etchmiadzin. Tiene dei corsi di armeno classico ed è preside del Seminario teologico “Gevorkian”, dove insegna anche ermeneutica.
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Nato e cresciuto in Minnesota, John Erickson ha aderito alla Chiesa ortodossa in America nel 1964. Ha studiato filosofia all’Università di Yale e teologia al Seminario “St. Vladimir”. Dal 1973 al 2009 vi ha poi insegnato diritto canonico e storia della chiesa, e ha svolto l’incarico di decano tra il 2002 e il 2007. Nel 2006 è stato ordinato presbitero.
Le sue pubblicazioni si concentrano spaziano dalla musica liturgica alla storia dei cristiani ortodossi in America e al dialogo tra ortodossi e cattolici.
Il tempo del discernimento. Storia e memoria
SINTESI
Storia e memoria: negli ultimi cinquant’anni antropologi e psicologi, teorici sociali e filosofi hanno riflettuto sulla relazione di questi termini associati. Spesso hanno attirato l’attenzione su un ulteriore elemento: dimenticare. Come fanno notare, la costruzione della storia è un processo selettivo. Poiché alcuni fatti (o “fatti alternativi”) sono strumentalizzati, altri vengono dimenticati. Mentre alcuni ricordi sono promossi come rappresentanti della memoria collettiva, altri sono repressi. Nei memoriali, nelle celebrazioni e nelle commemorazioni, chi o che cosa viene ricordato? Chi o che cosa viene dimenticato, inavvertitamente o espressamente? Domande come queste hanno assunto nuova urgenza negli ultimi decenni, e non solo per gli ortodossi. Troppo spesso in passato abbiamo permesso alle vecchie lamentele di diventare indicatori dell’identità e trasformare ferite reali o percepite in armi. Serve ora un discernimento delle vie verso il perdono e la riconciliazione.
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