“Se mi chiederete qualcosa nel mio nome…”

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14 giugno 2025

A conclusione di una settimana di stimolanti brani evangelici sul pregare, il testo odierno ci rassicura sull’efficacia della preghiera stessa, non proponendoci la rivelazione di strumenti particolari e metodologie iniziatiche, ma ricordandoci il fondamento pasquale della nostra fede: Gesù morto e risorto, assente e vicinissimo, ora agente ed intercessore presso il Padre, è il luogo del superamento dei nostri limiti, del vivere l’impossibile della resurrezione nella nostra storia personale e in quella del mondo.

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La forza dell’amicizia

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13 giugno 2025

L’amicizia è quella relazione umana che permette di chiedere qualcosa che non si oserebbe chiedere a nessuno, se non fosse amico, come avviene nel nostro testo: chi oserebbe andare a svegliare qualcuno a mezzanotte perché è giunto da lui un amico al quale si desidera offrire almeno un pezzo di pane? Sarebbe semplicemente pura follia, se non ci fosse amicizia.

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Fiducia e accoglienza

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12 giugno 2025

Queste parole del vangelo di oggi mi sembra che ci facciano soprattutto un annuncio: la preghiera del cristiano è anzitutto l’apertura a una duplice relazione: con Dio e con il prossimo. E la relazione con Dio si declina anzitutto come relazione di fede/fiducia, affidamento, mentre quella con il prossimo come accoglienza che si spinge fino a una comunione incondizionata, nella quale il fratello, la sorella viene accolta a qualsiasi condizione, anche qualora ci avesse fatto del male, e dunque fino al perdono.

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Ciò che non può dare il mondo

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7 giugno 2025

Nella preghiera sacerdotale, che conclude il testamento spirituale di Gesù prima della sua passione, sono due le parole-chiave più ricorrenti: il termine “mondo” (kòsmos: 17 volte) e il verbo “dare” (dìdomi: 16 volte). Queste due voci, in un certo senso, sono alternative. C’è qualcosa che il mondo assolutamente non puòdare. Altrove, nei discorsi di addio, Gesù lo ha anche detto espressamente: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace: non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv 14,27). Per questo è necessario notare, nel testo di questa preghiera, la radicale disgiunzione tra il mondo e il dono di Gesù, che è appunto la pace o la vita eterna.

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