Cari amici, ospiti e voi che ci seguite da lontano,
nell’aprile di 70 anni fa si compiva il destino di Dietrich Bonhoeffer, teologo e pastore luterano. Sempre in aprile, due anni prima, era stato arrestato per cospirazione contro Hitler.
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Domenica in albis 1988
La lettera datata 10 aprile 1988, Domenica in albis, denunciava la situazione di conflittualità nella chiesa e l’attivismo verso il sociale e il politico come contraltare della mancanza di carità tra cristiani. La lettera accennava a “accuse gravi a molti fratelli, denunce a tribunali ecclesiastici”. Sulla scena politica italiana continuava la lotta per la supremazia nella maggioranza parlamentare tra la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista, mentre anche all’interno della compagine democristiana in politica e tra cattolici nella chiesa era evidente la conflittualità.
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Pasqua 1987
La lettera della Domenica delle Palme del 1987 invitava ed esprimeva un desiderio di silenzio “per la vita fraterna ecclesiale e comunitaria”, pur non tacendo le tentazioni mondane nella chiesa che si traducono in competizione e ambizioni di una “nuova presenza strategica” nella città terrena e un “nuovo confessionalismo” nei rapporti tra le chiese. La lettera fa anche riferimento alla distonia tra opinioni critiche espresse in privato e “proclami pubblici pieni di deferenza e di omaggi” – un aspetto della de-istituzionalizzazione del cattolicesimo e del passaggio a forme movimentistiche di presenza dei cattolici nella società.
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Pentecoste 1984
La lettera della Pentecoste 1984 critica le tendenze presenti nella chiesa cattolica italiana a dar voce a nostalgie per il modello costantiniano, che si sostanzia in un rifiuto del modello evangelico a favore di “una saldatura tra società politico-civile e chiesa istituzionale […] al tentativo di costituzione di una nuova forma di cristianità”. La lettera cita, tentando di non polemizzare, il discorso di Giovanni Paolo II ai giovani di Comunione e Liberazione del 13 maggio 1984, in cui il papa difendeva il progetto di cercare per la chiesa “per mezzo di questa nostra visibilità lo spazio dovuto” all’interno di una società pluralista.
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