31 marzo

Mat' Marija Skobcova (1891-1945)
monaca e martire

Il 31 marzo 1945 muore a Ravensbrück, in un campo di sterminio nazista, Elizaveta Jur'evna Pilenko, meglio nota con il nome monastico di Mat' Marija.
Elizaveta nacque a Riga, in Lettonia, nel 1891. Trasferitasi a Pietroburgo, ai tempi del liceo e dei primi anni dell'università fu protagonista del vivace dibattito intellettuale e politico che caratterizzava la Russia di inizio Novecento. Compagna di scuola di Marina Cvetaeva, anche Elizaveta amava la poesia. In cerca di qualcosa che potesse soddisfare la sua ricerca di giustizia, si aggregò ai primi rivoluzionari.
Dopo aver sposato in seconde nozze un ufficiale dell'Armata Bianca, Elizaveta emigrò con lui a Parigi nel 1923. Qui ebbe contatti con i maggiori esponenti dell'ortodossia russa in esilio (Bulgakov, Florovskij, e soprattutto Berdjaev, Fedotov e il metropolita Evlogij). Attraversata una profonda crisi spirituale, Elizaveta chiese e ottenne il divorzio, con il consenso della chiesa ortodossa, ed emise i voti monastici nel 1932 nelle mani di Evlogij.
La monaca Mat' Marija - il nome con cui diverrà celebre nella diaspora ortodossa - fondò in quegli anni a Parigi un monastero sui generis, dedito all'accoglienza dei più poveri, provenienti soprattutto dalle file dei numerosi emigrati russi nella capitale francese.
Arrestata nel 1943 per l'aiuto che più volte aveva dato all'espatrio di bambini ebrei, Mat' Marija morì nella camera a gas del campo di Ravensbrück, prendendo il posto di una compagna di prigionia. Mat' Marija narrava così anche con il suo ultimo gesto una vita totalmente donata, senza riserve, a tutti coloro che aveva incontrato.


TRACCE DI LETTURA

Ci sono due modi di vivere:
camminare sulla terra ferma
facendo solo ciò che è giusto e rispettabile,
e così misurare, soppesare, prevedere.
Ma si può anche camminare sulle acque.
E allora non si può più misurare e prevedere
ma bisogna solo credere incessantemente.
Un istante di incredulità e s'incomincia ad affondare.
(Mat' Marija, Diario del 31 agosto 1934)

Tutto è vagliato. È fatto il bilancio.
Batti, campana, l'ultimo tocco.
Ultimo suono per l'ultimo abbandono.
Tutto è vagliato, e nulla più mi trattiene.

Lascio il salario del mondo, la fatica, il commercio,
prendo ali ed impeto,
e dico per sempre: «Nel nome,
nel nome della croce e dei suoi ceppi,
nel nome del supplizio della croce, Signore,
faccio Tuoi tutti i miei giorni».

Ho accolto la vita, Signore,
con amore e con foga ho vissuto;
e con amore ora accolgo la morte.
Ecco, il calice è colmo.
Ai tuoi piedi il calice è sparso.
E ai tuoi piedi ho effuso la vita.
(Mat' Marija, Poesie)


John Donne (1571-1631)
presbitero

Nel marzo del 1631, dopo aver predicato il più bello dei suoi sermoni, si spegne all'età di 59 anni John Donne, presbitero e poeta fra i più grandi della letteratura inglese. Di famiglia cattolica, John era nato nel cuore di Londra, ed era rimasto molto presto orfano di padre. Da ragazzo era stato al tempo stesso uno studente serio e brillante e un ragazzo che amava la bella vita, secondo quanto trapela dai suoi componimenti giovanili.
Passato poco dopo i vent'anni alla Chiesa d'Inghilterra al termine di un lento ripensamento, Donne sposò Ann More, una ragazza ancora minorenne, senza il permesso del suo tutore. Imprigionato, egli perse tutte le prospettive di carriera che gli si erano dischiuse grazie al suo ingegno. Tuttavia, trovò nella famiglia (Ann gli darà dodici figli) un senso pieno per la propria vita. Poeta finissimo, capace di narrare in modo impareggiabile la bellezza dell'amore umano e di quello divino, Donne non scrisse tanto per la pubblicazione quanto per condividere la sua arte con gli amici a lui più cari.
Dopo aver più volte rifiutato l'ordinazione presbiterale che gli veniva offerta, Donne finì per accettarla un anno dopo essere stato eletto in parlamento, su richiesta del re Giacomo in persona. Nell'ultima fase della sua vita, egli impiegò la straordinaria capacità di scrivere che aveva ricevuto in dono per un'intensa attività di predicatore, che lo porterà a diventare decano della cattedrale londinese di San Paolo. I suoi sermoni, splendidi sul piano letterario, ricchissimi di citazioni bibliche e patristiche, costituiranno a lungo un modello di predicazione nella Chiesa d'Inghilterra.


TRACCE DI LETTURA

Se questa stessa notte fosse l'ultima
del mondo? Intagliami nel cuore,
o anima che vi dimori,
il Cristo crocifisso, e dimmi se quel volto
può atterrirti: le lacrime in quegli occhi
placano il lume insostenibile,
sangue profuso dal capo trafitto
spiana il corruccio della fronte.
Può dannarti la lingua che implorava
perdono per lo scorno dei carnefici?
No, no; ma come nell'idolatria
dicevo alle profane amiche:
bellezza di pietà, bruttezza di rigore
è segno certo, così dico a te:
ai mali spiriti spettano membra orrende,
questa forma stupenda mi assicura
una pietosa mente.
(John Donne, Sonetti sacri 13)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che hai illuminato la tua chiesa
attraverso l'insegnamento del tuo servo John Donne,
arricchiscila sempre di più della tua grazia celeste
e suscita in mezzo a noi testimoni fedeli
che attraverso la loro vita e i loro scritti
proclamino la verità della tua salvezza.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Pr 4,1-9; Gv 16,12-15


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
John Donne, presbitero e poeta

COPTI ED ETIOPICI (22 baramhāt/maggābit):
Cirillo (+ 386/387), vescovo di Gerusalemme (Chiesa copta)

LUTERANI:
Acacio di Melitene (V sec.), vescovo in Armenia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ipazio il Taumaturgo (+ 326 ca), vescovo di Gangra, ieromartire
Nicola Velimirović (+ 1956), vescovo di Ocrida e Žiča (Chiesa serba)

1 aprile

Melitone di Sardi (II sec.)
pastore

Alcuni antichi calendari sia occidentali sia orientali ricordano in questo giorno Melitone, vescovo di Sardi. Le notizie riguardanti la sua vita sono molto scarne. Melitone è definito da Policrate di Efeso «un eunuco che viveva interamente nello Spirito santo», a sottolineare il suo celibato volontario, molto raro nel II secolo. Secondo Eusebio, Melitone fu vescovo di Sardi e visitò la Terra Santa per raccogliere informazioni precise riguardo al canone delle Scritture ebraiche. Assertore degli usi quartodecimani, cioè della necessità di continuare a celebrare la pasqua cristiana il 14 di nisan, Melitone è famoso soprattutto per le sue omelie Sulla Pasqua, che eserciteranno un grande influsso sulle liturgie posteriori. In esse, servendosi largamente dell'esegesi tipologica, Melitone ripercorre la storia della salvezza, riconoscendo nel mistero pasquale di Cristo, agnello immolato per la salvezza dei credenti, il culmine e il centro della vicenda umana e cosmica. In un alternarsi di toni poetici e profetici da un lato e di una soprendente profondità teologica dall'altro, Melitone rimanda con vigore e trasporto tutti gli uomini al Cristo, nella cui pasqua è avvenuta la pasqua dei credenti, il loro passaggio dalla morte alla vita.
Alle sue omelie - purtroppo segnate dalla polemica, molto viva nel II secolo, tra chiesa e sinagoga - sono ispirati diversi kontakia bizantini, nonché gli Improperi del Venerdì santo e l'Exsultet pasquale della chiesa latina.


TRACCE DI LETTURA

Egli è colui che ci ha fatti passare
dalla schiavitù alla libertà,
dalle tenebre alla luce,
dalla morte alla vita,
dalla tirannide al regno eterno,
facendo di noi un sacerdozio nuovo,
un popolo eletto in eterno.

Questi è l'agnello senza voce.
Questi è l'agnello trucidato.
Questi è colui che fu partorito da Maria, la buona agnella.
Questi è colui che dal gregge fu prelevato,
e al macello trascinato,
e di sera fu immolato
e di notte seppellito;
colui che sul legno non fu spezzato,
che in terrà non andò dissolto,
che dai morti è risuscitato
e ha risollevato l'uomo dal profondo della tomba.

(Melitone di Sardi, Sulla Pasqua 68.71)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Frederick Denison Maurice (+ 1872), presbitero, maestro della fede

COPTI ED ETIOPICI (23 baramhāt/maggābit):
Daniele (VI sec. a.C.), profeta

LUTERANI:
Amalie Sieveking (+ 1859), benefattrice ad Amburgo

MARONITI:
Maria Egiziaca (+ 522)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Maria Egiziaca, monaca
Abramo di Kazan (+ 1229), martire (Chiesa bulgara)

2 aprile

Francesco da Paola (1416-1507)
monaco

La chiesa cattolica ricorda oggi Francesco da Paola, eremita e fondatore dell'Ordine dei minini.
Nato nella cittadina calabrese di Paola, Francesco Martotilla era figlio di una famiglia di forte ispirazione francescana. Dopo un anno passato da ragazzo presso il convento di San Marco Argentano, Francesco proseguì la sua ricerca vocazionale attraverso viaggi e pellegrinaggi ad Assisi, a Montecassino, a Roma e presso diversi romitori dell'Italia centrale. Colpito dalla vita povera ed evangelica degli eremiti, decise, ancora giovanissimo, di vivere una vita di grande solitudine e preghiera. Ritiratosi nella campagna calabrese, egli divenne molto presto un padre spirituale ricercato, e dovette accogliere molti compagni che chiedevano di vivere la sua stessa vita. Per essi egli fonderà eremi, scriverà regole di vita e, prima di morire, assicurerà il loro riconoscimento da parte dell'autorità della chiesa. Fedele alla propria vocazione eremitica, ma convinto del primato dell'amore nella vita del cristiano, Francesco lottò tutta la vita per compaginare il proprio desiderio di solitudine con il comandamento dell'amore verso tutti i fratelli che non smisero mai di cercarlo.
La sua fama fu tale che su ordine del papa di Roma si recò al capezzale del re di Francia Luigi XI, e finì per vivere l'ultima parte della sua vita presso la corte francese, conservando intatta la propria totale povertà e semplicità evangelica. A piedi nudi, rimanendo un semplice laico e conducendo un'ascesi rigorosa, Francesco non risparmiò ai potenti la parola esigente del vangelo, e si prodigò per difendere i poveri e i perseguitati a causa della giustizia. Francesco si spense a 91 anni, il 2 aprile del 1507, a Tours.


TRACCE DI LETTURA

O buon Gesù,
pastore misericordioso,
conserva i giusti,
santifica i peccatori,
abbi pietà di tutti i credenti,
dei vivi e dei morti,
e sii propizio a un peccatore come me.

(Ultime parole di Francesco da Paola)


PREGHIERA

O Dio, grandezza degli umili,
che hai scelto san Francesco da Paola,
minimo tra i fratelli,
per innalzarlo ai vertici della santità,
e lo hai proposto al tuo popolo
come modello e protettore,
donaci di seguire il suo esempio,
per condividere con lui
l'eredità promessa ai miti e umili di cuore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Sir 3,17-24; Mt 11,25-30


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Francesco da Paola, eremita (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (24 baramhāt/maggābit):
Macario I (+ 953), 59° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Friedrich von Bodelschwingh (+ 1910), benefattore in Vestfalia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Tito il Taumaturgo (IX sec.), igumeno

3 aprile

Gerhard Tersteegen (1697-1769)
testimone

La notte tra il 2 e il 3 aprile del 1769 muore nella solitudine volontaria Gerhard Tersteegen, testimone del vangelo. Gerhard era nato a Moers, in Renania, in una famiglia di tradizione riformata. A vent'anni cominciò ad avvertire una vocazione alla vita ritirata, ai margini del mondo, e molto presto sentì di dover colmare questo vuoto che si era creato nella sua esistenza con un'intensa vita spirituale. Influenzato da un lato dal radicamento biblico proprio della sua cultura protestante, dall'altro dalla lettura dei mistici medievali, Tersteegen avviò un'esperienza per molti aspetti assimilabile al monachesimo. Munito di una piccola regola che disciplinava il suo lavoro di tessitore, lo studio e la preghiera, accolse un amico desideroso di vivere da celibe in fraternità con lui. Tersteegen vedeva nella vita fraterna una forma di nascondimento in Cristo conforme all'insegnamento neotestamentario sulla vita cristiana. Con gli anni il suo affinato discernimento divenne un patrimonio condiviso con moltissime persone, che gli scrivevano o andavano a trovarlo per ricevere consigli spirituali. Consapevole dell'esigenza di risveglio religioso che emergeva ormai in tutta la Germania e nei Paesi Bassi, Gerhard accettò di alternare alla propria solitudine un servizio itinerante di predicazione. Egli visse in tal modo fino alla fine dei suoi giorni, aiutando coloro che volevano stabilire delle «case di pellegrini», come amava chiamare i piccoli focolari di lavoro e di preghiera simili a quello cui lui stesso aveva dato vita. Alla purezza evangelica della sua teologia esperienziale e delle sue predicazioni si riferiranno Kierkegaard, Bultmann e Barth, mentre Bonhoeffer troverà grande conforto nelle sue poesie.


TRACCE DI LETTURA

Tersteegen commenta in modo eccellente nel brano evangelico dei magi: «I dottori della Legge seppero indicare il luogo dove doveva esser nato il Messia, ma essi rimasero pacificamente in Gerusalemme, non lo andarono a cercare. Ahimè, a questo modo si può conoscere tutto il cristianesimo, ma senza che muova alcuno. Quel potere che muoveva cielo e terra, non mosse neppure uno di loro».
Tersteegen è sempre incomparabile. Io trovo in lui pietà vera e nobile e una sapienza semplice.
Dove c'è allora più verità: nei tre re che corrono dietro a un vago indizio, o nei dottori della Legge che con tutto il loro sapere se ne stanno fermi?

(S. Kierkegaard, Diario 3035)

Un giorno dice all'altro:
«La mia vita è un errare
verso la grande eternità».
O eternità, così bella,
abitua il mio cuore a te;
la mia patria non è di questo tempo.

(G. Tersteegen)


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (25 baramhāt/maggābit):
Onesiforo (I sec.), uno dei 70 discepoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
Gerhard Tersteegen, testimone della fede in Renania

MARONITI:
Sisto I (II sec.), papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Niceta del Medikion (+ 824), igumeno e confessore

4 aprile

Martin Luther King (1929-1968)
pastore battista e martire

Il 4 aprile del 1968, nella cittadina statunitense di Memphis, nel Tennessee, viene assassinato Martin Luther King, pastore battista e leader non violento dei neri americani. È la naturale conclusione di una vita totalmente spesa al servizio del vangelo e dei propri fratelli.
Martin Luther, figlio di un pastore battista, era nato nel 1929 ad Atlanta. Durante l'infanzia aveva imparato a conoscere la cattiveria umana e le discriminazioni costanti a cui erano sottoposti gli americani di origine africana.
Dotato di ottime capacità intellettuali, ma soprattutto di un'eccezionale presa sulle folle, King decise di seguire le orme del padre e al termine degli studi filosofici e teologici fu ordinato pastore. Si trovò a esercitare il suo ministero proprio mentre si riorganizzava il movimento per la liberazione dei neri d'America: Martin Luther scelse la via evangelica e gandhiana della nonviolenza, e cominciò a organizzare manifestazioni pacifiche, guidando attraverso la sua predicazione gran parte della sua gente lungo le vie del vangelo. Nel 1964 gli fu assegnato il premio Nobel per la pace.
Appoggiato dal presidente Kennedy e dal riconoscimento internazionale, egli ottenne importanti cambiamenti nella legislazione americana. Ma non poté né volle evitare di scontrarsi con l'odio per la sua fede e la sua mitezza, che lo condurranno al martirio.
La sua testimonianza umana e cristiana e il suo impegno per la libertà e la fraternità tra gli uomini ne hanno fatto una delle figure più amate del XX secolo.


TRACCE DI LETTURA

Oggi ho fatto un sogno. Ho sognato che i miei quattro bambini, un giorno, vivranno in una nazione in cui non saranno giudicati dal colore della pelle, ma per le loro doti personali.
Ho fatto un sogno, oggi. Ho sognato che, un giorno, ogni valle sarà innalzata, ogni monte sarà abbassato, i luoghi scabri diverranno pianure, le vie tortuose saranno raddrizzate e la gloria del Signore sarà rivelata e ogni carne la vedrà.
Questa è la nostra speranza. Questa è la fede con cui ritornerò al Sud. Con questa fede saremo in grado di estrarre dalla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede potremo trasformare le note discordanti del nostro paese in una bella sinfonia di fratellanza. Con questa fede potremo lavorare insieme, pregare insieme, lottare insieme, essere incarcerati insieme, combattere per la libertà insieme, nella certezza che un giorno saremo liberi.

(M. L. King, Discorso dell'agosto 1963 )


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Isidoro (+ 636 ca), vescovo e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (26 baramhāt/maggābit)
Prassede (II sec.), vergine (Chiesa copta)

LUTERANI:
Ambrogio di Milano (+ 397), vescovo e dottore della chiesa
Martin Luther King, riformatore sociale negli Stati Uniti d'America

MARONITI:
Agatopo e Teodulo di Tessalonica (+ 303 ca), martiri
Aniceto (+ 175 ca), papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Giorgio del Maleone (IX sec.), monaco
Teodulo e Agatopo, martiri
Giuseppe l'Innografo (+ 883), monaco

VETEROCATTOLICI:
Ambrogio, vescovo e dottore della chiesa