Speranze non deluse

Dietro le parole della Regola si intravedono alcuni rischi della vita monastica: la delusione, la mancanza di saldezza, l’esposizione agli assalti del Divisore. La delusione è un passaggio inevitabile e necessario per chi entra nella vita monastica. Passaggio dalla comunità sognata alla comunità reale, dall’immaginazione alla concretezza…

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Contare sull'amore di Dio

Le nostre personali forze, doti, capacità, non sono sufficienti per farci reggere una vita monastica. L’autoreferenzialità è mortifera. Non possiamo contare su noi stessi, cioè, non possiamo porre la fiducia in noi stessi. La prima affermazione della nostra Regola ci pone di fronte a un bivio...

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Enzo Bianchi, fondatore di Bose

Enzo Bianchi è nato a Castel Boglione (AT) in Monferrato il 3 marzo 1943. Interrotti gli studi alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino, alla fine del 1966 si è recato a Bose, una frazione abbandonata del Comune di Magnano sulla Serra di Ivrea, con l’intenzione di dare inizio a una comunità monastica. Raggiunto nell'autunno del 1968 dai primi fratelli e sorelle, ha scritto la regola della comunità la quale conta una sessantina di membri tra fratelli e sorelle di cinque diverse nazionalità ed è presente, oltre che a Bose, anche a Ostuni (BR),  Assisi (PG) e Civitella San Paolo (RM). È stato priore della comunità dalla fondazione fino al 25 gennaio 2017. Dal maggio 2020 la Santa Sede ha chiesto a fr. Enzo di allontanarsi dalla comunità per un tempo indeterminato al fine di aiutare il processo di rilancio della vita comunitaria. Così fr. Enzo dal giugno 2021 vive come fratello della Comunità, ma in un altro luogo distinto da Bose.

Nel 1983 con alcuni fratelli e sorelle, ha fondato la casa editrice Edizioni Qiqajon che pubblica testi di spiritualità biblica, patristica, liturgica e monastica.  Nel 2000 l’Università degli Studi di Torino gli ha conferito la laurea honoris causa in “Scienze Politiche” e nel 2016 anche l’Università degli studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo gli ha conferito la Laurea Honoris Causa. Ha fatto parte della delegazione nominata e inviata da papa Giovanni Paolo II a Mosca nell’agosto 2004 per offrire in dono al patriarca Aleksij II l’icona della Madre di Dio di Kazan. Ha partecipato come “esperto” nominato da papa Benedetto XVI ai Sinodi dei vescovi sulla Parola di Dio (ottobre 2008) e sulla Nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana (ottobre 2012). Papa Francesco l'ha nominato "uditore" (con possibilità di intervento) al Sinodo dei vescovi sui Giovani, la Fede e il Discernimento Vocazionale (ottobre 2018). Dal 2014 al 2019 è stato Consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.

Preghiera

 

Fratello, sorella, per ogni cristiano la preghiera è un dovere essenziale, ma per te è radicale. Essa è la tua funzione nella chiesa. Fratello, sorella, non dimenticare: non devi preferire nulla alla preghiera del tuo Dio. La preghiera sarà innanzitutto comunitaria: essa avviene negli uffici del mattino e della sera e di mezzogiorno. In essa tu ascolterai la Parola, loderai il tuo Signore e pregherai per gli uomini coi tuoi fratelli e le tue sorelle.

Dalla Regola di Bose

Prega!...

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Parla ora a Dio, rispondi a lui, ai suoi inviti, agli appelli, alle ispirazioni, ai richiami, ai messaggi che ti ha rivolto nella Parola compresa attraverso lo Spirito santo. Non vedi che sei stato accolto nell'ambito trinitario, nell'ineffabile colloquio tra Padre, Figlio e Spirito? Non fermarti più alla riflessione, ma entra in dialogo e parla come un amico parla con il suo amico (Deuteronomio 34,10). Non cercare più di conformare i tuoi pensieri ai suoi ma cerca lui. La meditatio aveva come fine l'oratio. Ora ci sei giunto! Non fare pettegolezzi spirituali, però: parla a lui con parresia, con fiducia e senza timore, lontano da ogni sguardo su te stesso, ma rapito dal suo volto emerso dal testo in Cristo Signore. Lascia libere le tue capacità creative di sensibilità, di emotività, di evocazione e mettile al servizio del Signore. Io non posso darti molte indicazioni, perché qui ognuno sa e conosce l'incontro suo con Dio e non può dettare per gli altri, né descrivere nulla di sé. Cosa si può dire del fuoco quando si è immersi in esso? Cosa si può dire della preghiera-contemplazione al termine della lectio divina se non che essa è il roveto ardente che brucia senza estinguersi e infiamma il cuore nel petto del credente facendolo ardere di amore per il Signore?

Arte ineffabile dell'esperienza della divina presenza, la lectio divina vuole condurti qui, dove tu come l'Amato contempli, ridici le parole dell'Amante nella gioia, nello stupore, nella dimenticanza di te. Non pensare che questo cammino sia sempre facile, lineare e sempre percorribile fino in fondo. Timore e amore appassionato, ringraziamento e secchezza spirituale, entusiasmo e atonia corporale, parola parlante e parola muta, silenzio tuo e silenzio di Dio sono presenti e si intercalano nella tua lectio divina giorno dopo giorno.
Importante è essere fedeli a questo incontro: prima o poi la Parola si fa varco nel nostro cuore superando i nostri ostacoli, quelli che sono sempre presenti in un cammino di fede e di preghiera. Solo chi ha assiduità con la Parola sa che Dio è fedele e che non manca di farsi trovare e di parlare al cuore, sa che ci sono tempi in cui è rara la Parola di Dio (1 Samuele 3,1) ai quali però succede l'epifania della Parola e sa che questi tempi di difficoltà, di sconforto, di aridità spirituale sono una grazia che ricorda la lontananza che ancora permane dalla conoscenza piena di Dio.

Ringrazia Dio per la Parola donata, per quelli che te l'annunciano e te la spiegano, intercedi per tutti i fratelli che il testo può averti evocato nelle loro virtù e nelle loro cadute, tendi a unire cibo della Parola e cibo eucaristico. Conserva ciò che hai visto, udito, gustato nella lectio, conservalo nel cuore e ricordalo, abbine memoria e vai nella compagnia degli uomini, tra di loro e umilmente da' loro quella pace e quella benedizione che hai ricevuto. Avrai anche la forza di agire con loro per realizzare nella storia la Parola di Dio con tutto il tuo operare sociale, politico, professionale... Dio ha bisogno di te quale strumento nel mondo per fare cieli nuovi e terra nuova. Un altro giorno ti attende, un giorno in cui tu, vedendo Dio faccia a faccia nella morte, mostrerai se sarai stato lettera vivente incisa da Cristo, lectio divina per i tuoi fratelli, il Figlio stesso di Dio.

tuo Enzo

ENZO BIANCHI, Pregare la Parola, Introduzione alla «lectio divina», Piero Gribaudi Editore, Torino, 1990, pp. 101-103