Dedicati interamente, abbi come fine, tendi con tutto te stesso, alla conoscenza della presenza di Dio, fino a farne esperienza e a testimoniarla, ovvero a saperla discernere e narrare nella vita
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Essere nella gioia quando le circostanze esterne, la vita comune, inducono a tristezza e provocano sofferenza, significa vivere la resurrezione, vincere noi stessi, vincere il nostro umore e il nostro psichismo
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La Regola ci mette in guardia dalla tentazione dell’ipocrisia, del fare della vita monastica una maschera, un insieme di prestazioni che devono essere ammirate, viste, e il cui ultimo destinatario non è il Signore, ma la gente
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Vita comune, celibato, povertà, obbedienza sono quattro pilastri che sottostanno e danno qualità monastica alla liturgia, che è dimensione che appartiene alla chiesa tutta, al lavoro, che è dimensione propria di ogni uomo, e all’ospitalità che pure è dimensione umana universale e di ogni cristiano
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