27 febbraio

Gregorio di Narek (945 ca-1010)
monaco e innografo

Secondo gli antichi sinassari armeni, in questa data veniva un tempo celebrata la memoria di Gregorio di Narek, monaco e innografo vissuto tra il X e l'XI secolo.
Nato probabilmente nell'odierno villaggio di Narek, nei pressi del lago di Van, in Armenia, attorno al 945, Gregorio rimase presto orfano della madre. Affidato dal padre al locale monastero, Gregorio vi trascorrerà tutta la vita. Lì egli ricevette una ricchissima formazione dall'igumeno Anania, che gli permise di leggere tutte le grandi opere patristiche, sia greche che orientali, e di nutrire la sua meditazione quotidiana con un immenso tesoro di letture spirituali.
In un incessante alternarsi di lavoro e di preghiera, Gregorio cominciò a manifestare una forte propensione a rielaborare la tradizione ricevuta in un linguaggio poetico fra i più alti della storia cristiana. Compose così, per chiunque glielo chiedesse, inni, trattati, commenti alla Scrittura, panegirici; fu un predicatore amato e apprezzato dai più dotti ma anche dai più semplici. Il suo Libro di preghiere è uno dei massimi capolavori della letteratura cristiana. Nersēs di Lambron lo definirà «un angelo rivestito di un corpo». La chiesa armena ricorda Gregorio assieme ai «santi traduttori» nella prima metà di ottobre.


TRACCE DI LETTURA

Tu sei questo meraviglioso canto
nel quale noi troviamo il nostro impulso,
musica al cui seno le forme sono costruite.

Tu sei il segreto del pensiero
grazie a cui tutto insieme è in movimento,
ogni splendore si trova in te riunito
come nell'anfora si accostano le canne.

Tu sei il dito del cipresso che indica la via
e le tue sopracciglia sono riunite in un sol arco.

Dio del mezzogiorno che domini sugli astri
(Gregorio di Narek, Libro di preghiere)


PREGHIERA

Ora, per le parole di supplica
dei lettori di questo libro,
abbi misericordia, o Padre di clemenza,
per la croce, la passione e la morte di tuo Figlio.
Chi per primo
emise la voce di lamentazione
di questo cantico di lacrime,
che tale farmaco di salvezza
ci somministrò per la vita,
sia egli nel tuo nome guarito, o Forte.
E insieme a lui possiamo
noi pure essere iscritti,
ritrovandoci con lui tra i beati.


LETTURE BIBLICHE
1Cor 12,4-11; Mt 7,6-12


George Herbert (1593-1633)
presbitero

Il medesimo giorno, la Chiesa d'Inghilterra ricorda un altro grande poeta cristiano: George Herbert.
Nato nel 1593 nell'aristocratica famiglia dei Pembroke, George si recò a Cambridge nel 1614, dove studiò fino a diventare fellow del Trinity College.
Divenuto a soli venticinque anni pubblico oratore all'università e membro del parlamento, Herbert sembrava destinato alla carriera politica, quando, stupendo tutti, decise di ritirarsi presso la comunità «monastica» di Little Gidding per prepararsi all'ordinazione diaconale.
Dopo il suo matrimonio, George fu ordinato presbitero e gli fu assegnata la parrocchia di Bermerton, nei pressi di Salisbury, dove visse il resto della sua breve vita. A Bermerton egli cercò soprattutto di alimentare la vita spirituale dei suoi parrocchiani attraverso la recita quotidiana dell'ufficio delle ore, e mediante la composizione di una grande quantità di inni e di poemi liturgici. A dispetto della prematura morte, giunta quando era appena quarantenne, egli ci ha lasciato un patrimonio poetico inestimabile, che lo pone fra i massimi innografi cristiani. Herbert morì il 27 febbraio del 1633.


TRACCE DI LETTURA

Lascia, o Signore,
quando il tuo tetto avrà nascosto la mia anima
che in un tal luogo io possa porre il nido;
allora di un peccatore liberato ti sarai,
e io del bisogno di sperare e di temere.

Ma a modo tuo: di certo le tue vie sono migliori.
Distendi o contrai il tuo povero debitore:
non sarà che un modo di accordarmi il seno
per rendere la musica migliore.

Che io voli con gli angeli, o cada con la polvere,
gli uni e l'altra han fatto le tue mani, e là io sono;
la tua potenza e il tuo amore, il mio amore e la mia fede
rendono ogni luogo la terra dell'incontro.
(G. Herbert, The Temper )


PREGHIERA

O Dio, pastore del tuo popolo,
il tuo servo George Herbert
ha manifestato il servizio amorevole di Cristo
nel suo ministero di pastore delle tue pecore:
attraverso questa eucaristia alla quale abbiamo preso parte
risveglia in noi l'amore di Cristo
e mantienici fedeli alla nostra vocazione cristiana.
Attraverso colui che ha deposto la sua vita per noi
e vive e regna con te, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Ml 2,5-7; Ap 19,5-9; Mt 11,25-39.


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
George Herbert, presbitero e poeta

COPTI ED ETIOPICI (19 amšīr/yakkātit):
Traslazione delle reliquie di Marciano, monaco
(Chiesa copto-ortodossa)
Pietro II (+ 380), 21° patriarca di Alessandria
(Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Patrick Hamilton (+ 1528),
testimone fino al sangue in Scozia

MARONITI:
Taleleo di Gabala (+ 460 ca), eremita
Procopio il Decapolita (+ 750 ca)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Procopio il Decapolita, monaco e confessore
Cirillo (+ 869), monaco e apostolo degli slavi
(Chiesa russa e Chiesa serba)

28 febbraio

Martin Bucero (1491-1551)
testimone

Il 28 febbraio 1551 muore esule a Cambridge Martin Bucero, riformatore della chiesa di Strasburgo.
Era nato a Sélestat, in Alsazia, da una famiglia umile. Essendo un giovane con spiccate qualità intellettuali, l'unica via possibile nella sua povertà per poter studiare era entrare in convento, e così avvenne nel 1506, quando Martin fu accolto dai domenicani della sua città natale.
I suoi superiori lo mandarono dieci anni dopo ad affinare la sua conoscenza teologica presso i domenicani di Heidelberg; fu nell'università di quella città che Bucero conobbe Martin Lutero e fu conquistato alla causa riformatrice. Uscito dapprima dall'Ordine, ma rimasto prete secolare, Bucero fu tuttavia scomunicato quando si sposò con Elisabeth Silbereisen. Perseguitato per le sue idee luterane, egli si rifugiò nel 1523 a Strasburgo, dove divenne il principale protagonista della riforma nel capoluogo alsaziano. Nei venticinque anni dedicati alla riforma, Bucero fu un predicatore convinto del ritorno al vangelo in tutti gli aspetti della vita ecclesiale. Egli organizzò il sinodo locale, grazie al quale tentò poi di creare una rete di piccole «comunità cristiane» confessanti, che dovevano costituire nei suoi intenti le unità evangeliche di base della chiesa, secondo il modello degli Atti degli Apostoli.
Ma Bucero fu anche un sincero uomo di pace. Egli si adoperò in tutti i modi per tenere unite le varie anime della Riforma, per reintegrare gli anabattisti e per giungere a un'intesa con i teologi romani. Esiliato nel 1549 su ordine di Carlo V, Bucero terminò la sua vita a Cambridge, dove diede il proprio contributo alla revisione del Prayer Book anglicano. Alla sua morte, la chiesa di Strasburgo non seguì le sue idee, ma aderì all'ortodossia luterana.


TRACCE DI LETTURA

Fratelli, per quanto riguarda il primo punto della nostra riforma, cioè la predicazione della parola di Dio, dobbiamo ringraziare incessantemente l'onnipotente ed eterno Dio per la sua immensa grazia e misericordia, perché in questi ultimi tempi egli ha mediante la sua sovrabbondante grazia riacceso in noi a tal punto la luce del suo santo vangelo e ci ha salvati e liberati da errori e idolatrie orrendi e perniciosi. E così anche l'insegnamento è talmente radicato nella parola di Dio che non abbiamo coscienza di alcun errore in nessun articolo di fede, ma abbiamo predicato, sul fondamento della santa Scrittura, secondo le nostre capacità, in modo limpido e chiaro, il puro vangelo, dal momento in cui Dio ci ha portati a questa vera conoscenza.
La questione, tuttavia, non è solo che la parola sia predicata fedelmente, ma soprattutto che la gente orienti la propria vita conformemente ad essa, perché non sono gli uditori della parola, ma i facitori di essa che saranno beati. Cristo stesso dice per questo: «Insegnate loro a osservare tutte le cose che vi ho comandate»; in altre parole la gente, attraverso una tale predicazione, sia indotta a cambiare vita, a convertirsi a Dio col cuore.
(Martin Bucero, Le carenze e i difetti delle chiese 2,1)


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (20 amšīr/yakkātit):
Pietro II (+ 380), 21° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Gabra Marcāwi e Kefla Māryām (XIV-XV sec.), monaci (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Martin Bucero, riformatore a Strasburgo e in Inghilterra

MARONITI:
Cira e Marana di Siria (+ 450 ca), vergini

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Basilio il Confessore (+ 750 ca), compagno di Procopio il Decapolita

VETEROCATTOLICI:
Romano e Lupicino (V sec.), abati

29 febbraio

Giovanni Cassiano (ca 360-435)
monaco

Le chiese ortodosse ricordano oggi Giovanni Cassiano, monaco e trasmettitore della vita monastica dal deserto egiziano all'occidente cristiano.
Nato intorno al 360, probabilmente alla foce del Danubio, dopo aver ricevuto un'educazione classica Giovanni intraprese un viaggio in oriente, assieme all'amico Germano, per conoscere la vita dei monaci in quelle terre. Egli soggiornò a Betlemme e per due volte percorse i deserti egiziani della Tebaide, dove dimorò per diversi anni. I suoi ricordi e le conversazioni sulla vita monastica avute con i padri del deserto daranno più tardi origine ai libri delle Conferenze spirituali e delle Istituzioni cenobitiche nei quali cercò di riproporre la spiritualità del monachesimo egiziano, riformandola in modalità comprensibili per l'Occidente cristiano. Benedetto nella sua regola rimanda a queste opere chi desidera progredire nel cammino monastico.
Verso il 399, Cassiano si recò a Costantinopoli presso Giovanni Crisostomo e, nel 404, dopo che quest'ultimo fu condannato all'esilio, visse dapprima a Roma e poi in Gallia. Fondato a Marsiglia nel 415 il monastero di San Vittore, egli vi rimase fino alla morte, avvenuta verso il 435, guidando i suoi monaci e componendo le sue opere di spiritualità monastica.


TRACCE DI LETTURA

La Scrittura chiama la nostra libertà a diversi gradi di maturità nella fede.
E' vero, essa loda coloro che temono Dio, e promette loro di poter giungere per mezzo del timore a una beatitudine perfetta. Tuttavia, essa dice anche: «Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore; perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore».
Chi avrà posto le proprie fondamenta sulla perfezione di una tale carità, potrà elevarsi a un grado ancor più eccellente e più sublime: il timore dell'amore. Esso non nasce dalla paura del castigo, né dal desiderio della ricompensa, ma dalla grandezza stessa dell'amore. E' un misto di rispetto e di attenzione affettuosa, come quella che un figlio ha per un padre pieno di misericordia, un fratello per il fratello, un amico per l'amico, la sposa per lo sposo. Un tale timore non sta in apprensione né per i colpi né per i rimproveri che può ricevere. Ciò che esso teme, è soltanto di ferire l'amore anche con la più piccola ferita.
(Giovanni Cassiano, Conferenze spirituali 11,12-13)


PREGHIERA

Aderendo instancabilmente a Dio
con digiuni e veglie,
ti sei messo al di sopra
di ogni concupiscenza, o beato.
Incessantemente illuminato
da ascensioni di bellezza,
hai fatto scaturire rivi di dottrina
che irrigano i cuori dei credenti
ed espongono una scienza di salvezza,
o Cassiano dalla mente divina.
Noi dunque a te gridiamo:
eleva suppliche per tutti coloro che ti acclamano.


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (21 amšīr/yakkātit):
Onesimo, discepolo dell'apostolo Paolo (Chiesa copta)

LUTERANI:
Suitberto (+ 713), evangelizzatore in Bassa Renania

MARONITI:
Cassiano, monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Cassiano il Confessore, monaco
Germano di Dobrugia (+ 405 ca), monaco (Chiesa romena)

1 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
David (+ 601 ca), vescovo di Menevia, patrono del Galles

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Niceforo, martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (22 amšīr/yakkātit):
Marūta (IV sec.), vescovo (Chiesa copta)

LUTERANI:
Martin Moller (+ 1606), poeta in Slesia

MARONITI:
Domnina di Ciro (V sec.)
Eudocia la Samaritana (II sec.)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eudocia, monaca e martire

2 marzo

Agnese di Boemia (1211-1282)
monaca

Il 2 marzo del 1282, torna al Padre Agnese di Boemia, nel piccolo monastero che lei stessa aveva fondato sul modello di San Damiano ad Assisi.
Tredicesima figlia del re di Boemia, Agnese era stata a più riprese destinata a sposare potenti principi di altre case reali, secondo il costume del tempo. Problemi politici prima, e poi la morte del padre, avevano vanificato i progetti che altri avevano pensato sulla sua vita.
Ma l'evento decisivo per la futura scelta di Agnese di farsi celibe per il regno dei cieli, fu l'arrivo a Praga nel 1225 dei primi francescani, quando la giovane principessa non aveva ancora quindici anni. Da loro Agnese apprese dell'esperienza di Chiara e delle minori di San Damiano, e ne rimase conquistata. Cominciò così un cammino di abbassamento che la portò a servire i poveri e i bisognosi per le vie della capitale boema.
Per amore della radicalità evangelica che ormai aveva intuito di poter seguire, Agnese ebbe il coraggio di rifiutare il matrimonio che l'avrebbe resa imperatrice e diede inizio nel 1234, in accordo con la stessa Chiara di Assisi, a un convento damianita nel cuore di Praga.
Come Chiara, anche Agnese dovette a lungo lottare per vedere riconosciuto dalla chiesa il diritto a vivere sine proprio, nell'«altissima e santa povertà».
Ottenuto ciò che aveva pazientemente richiesto e atteso, e dopo aver dato vita a diverse iniziative a favore dei poveri e degli ammalati, Agnese visse gli ultimi anni ritirata nella sua comunità, sottomessa alle sorelle, rifiutando qualsiasi titolo o ruolo che potesse porla al di sopra di esse.


TRACCE DI LETTURA

Cristo è lo splendore della gloria eterna, la luminosità della luce senza fine e lo specchio senza macchia. Guarda ogni giorno questo specchio, o regina, sposa di Cristo, e guarda incessantemente in lui il tuo volto, per ornarti tutta intera, interiormente ed esteriormente, avvolgendoti in stoffe variegate, ornandoti altresì dei fiori di tutte le virtù, come conviene alla figlia e alla sposa amatissima dell'unico Sovrano.
In questo specchio risplende la beata povertà, la santa umiltà e l'ineffabile carità, come potrai tu stessa contemplare in esso, per grazia di Dio. Considera il principio dello specchio: la povertà di colui che è stato deposto in una mangiatoia e avvolto in fasce. O mirabile umiltà, stupefacente povertà! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra, riposa in una mangiatoia.
In mezzo allo specchio, considera l'umiltà, la beata povertà, le fatiche innumerevoli che egli ha sopportato per redimere il genere umano. E alla fine del medesimo specchio, contempla l'ineffabile carità con la quale ha voluto soffrire sulla croce e morire la morte più infame di tutte. È questo specchio, appeso al legno della croce, che si rivolge ai passanti indicando loro cosa sia necessario considerare: «O voi tutti che andate per la strada, guardate e vedete se c'è un dolore come il mio dolore».
(Chiara di Assisi, Quarta Lettera ad Agnese)


PREGHIERA

O Dio,
che hai ispirato
alla beata Agnese da Praga
di anteporre al fascino della dignità regale
l'umiltà della croce,
concedici, per sua intercessione,
di volgere sempre il nostro animo alle cose di lassù,
nel distacco dalle cose della terra.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
1P 4,7-11; Mt 16,24-27


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Chad (+ 672), vescovo di Lichfield, missionario

COPTI ED ETIOPICI (23 amšīr/yakkātit):
Eusebio il Capitano (III-IV sec.), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
John Wesley (+ 1791), predicatore del Risveglio in Inghilterra

MARONITI:
Giovanni Marone (VII sec.), primo patriarca maronita

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Esichio il Palatino (+ 303 ca), martire
Teodoto (+ 315), vescovo di Kyrenia
Ermogene il Taumaturgo (+ 1612), patriarca di Mosca (Chiesa russa)