17 febbraio

I sette fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria (XIII sec.)
religiosi

Fiorentini, mercanti di lana, ricchi, i sette santi fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria erano nati verso la fine del XII e l'inizio del XIII secolo. Amici fra di loro e appartenenti a un gruppo laico di fedeli che erano particolarmente devoti alla Vergine e che si dedicavano al servizio dei poveri e dei malati, probabilmente verso il 1240 cominciarono a vivere insieme, poco fuori Firenze, nella povertà e nella preghiera, nel desiderio di vivere una vita di penitenza.
Adottarono in seguito la regola di Agostino e, alla ricerca di maggior solitudine, si stabilirono sul monte Senario. Qui la comunità penitenziale divenne ufficialmente l'Ordine dei Servi di Maria, un ordine ispirato al genere di vita narrato nei sommari degli Atti degli Apostoli (cf. At 2,42-47; 4,32-35), con un impegno di radicale povertà, di preghiera e di lavoro. Fra i sette santi i più noti sono Bonfiglio Monaldo, primo priore di Monte Senario, e Alessio Falconieri che morì il 17 febbraio 1310, più che centenario, e fu testimone della costituzione definitiva dell'Ordine dei Servi, avvenuta nel 1304.


TRACCE DI LETTURA

Si erano abbassati nell'umiltà: come persone forti tenevano la radice dell'amore nell'impegno che si erano preposto, così che potevano dire con David: «Ti amo, Signore, mia forza». Venivano sollevati dalla speranza delle cose eterne: come persone più forti alzavano nel momento della prova il vessillo della carità, così che potevano esclamare con Giobbe: «Anche se il mio Creatore mi ucciderà, spererò in lui». E infine furono consumati dalla carità: come persone fortissime toccavano l'apice dell'amore, contenti addirittura di essere flagellati: grandissima gioia provavano a soffrire per Cristo.
(Leggenda sull'origine dell'Ordine 39)


PREGHIERA

Signore Dio nostro,
donaci la carità ardente dei sette santi fondatori
che, uniti in un cuore e un'anima sola,
a causa del vangelo
hanno abbandonato ogni cosa
per vivere la comunione fraterna
e servire la comunità ecclesiale
di cui Maria è figura e primizia.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Sir 44,1-2.10-15; Ef 4,1-6.15-16; Gv 17,20-24


Janani Luwum e compagni (+ 1977)
martiri

Janani Luwum nacque nel 1922 ad Acholi, in Uganda. Figlio della prima generazione di cristiani ugandesi, convertiti dai missionari britannici, da ragazzo aveva fatto, come tutti i suoi fratelli, il pastore delle pecore e delle capre che appartenevano alla sua famiglia di contadini.
Il giovane Janani, tuttavia, mostrò una tale propensione all'apprendimento che gli fu offerta la possibilità di studiare e di diventare insegnante. A 26 anni divenne cristiano, e nel 1956 fu ordinato presbitero della locale chiesa anglicana. Eletto vescovo dell'Uganda settentrionale nel 1969, fu nominato arcivescovo dell'Uganda cinque anni più tardi, quando già infuriava il regime dittatoriale del generale Idi Amin. Luwum cominciò a esporsi pubblicamente, contestando la brutalità della dittatura e facendosi portavoce del malcontento dei cristiani ugandesi e di larghe fasce della popolazione.
Nel 1977, di fronte al moltiplicarsi delle stragi di stato, l'opposizione dei vescovi si fece palese e vibrante. Il 17 febbraio, pochi giorni dopo che Idi Amin aveva ricevuto una dura lettera di protesta firmata da tutti i vescovi anglicani, il regime annunciò che Luwum era stato trovato morto in un incidente d'auto assieme a due ministri del governo ugandese. Alla moglie che insisteva perché non si recasse all'incontro con il dittatore, Luwum aveva detto, poche ore prima di morire: «Sono l'arcivescovo, non posso fuggire. Che io possa vedere in quanto mi accade la mano del Signore».


TRACCE DI LETTURA

Un dottore, che aveva visto i corpi delle tre vittime durante il cambio della guardia, confermò che tutti e tre erano stati uccisi. Poi emersero alcuni dettagli sulle ultime ore dell'arcivescovo. Egli era stato preso dal centro di ricerca dello Stato, spogliato e spinto in una grande cella piena di prigionieri condannati a morte. Lo riconobbero, e uno di loro gli chiese la benedizione. Poi i soldati gli restituirono la veste e il crocifisso. Quindi tornò in cella, pregò con i prigionieri e li benedisse. Una grande pace e una grande calma scese su tutti loro, come testimoniò un sopravvissuto. Si dice anche che cercassero di fargli firmare una confessione. Altri hanno testimoniato che egli pregava a voce alta per i suoi carcerieri quando venne ucciso.
(Dal racconto di un testimoni )


PREGHIERA

Dio di verità,
il tuo servo Janani Luwum
ha camminato nella luce,
e con la sua morte
ha sconfitto le forze delle tenebre:
liberaci dalla paura
di coloro che uccidono il corpo,
perché possiamo anche noi
camminare come figli della luce,
per mezzo di colui che ha vinto la tenebra
con la forza della croce,
Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Sir 4,20-28; 2Tim 4,1-8; Gv 12,24-32


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Janani Luwum, arcivescovo dell'Uganda, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
I 7 fondatori dell'Ordine dei Servi della beata vergine Maria (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (9 amšīr/yakkātit):
Barsauma (V sec.), padre dei monaci della Siria (Chiesa copto-ortodossa)
Proterio (+ 457), patriarca di Alessandria e martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Johann Heermann (+ 1647), poeta in Slesia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Teodoro il Coscritto (+ 306 ca), megalomartire
Romano di Tarnovo (XIV sec.), monaco (Chiesa bulgara)

18 febbraio

Beato Angelico (1400 ca-1455)
religioso e pittore

Nel 1455 si spegne, nel convento romano di Santa Maria sopra Minerva, fra' Giovanni di San Domenico, religioso domenicano passato alla storia come il Beato Angelico. Fra' Giovanni, che prima di entrare dai frati domenicani si chiamava Guido di Piero, era nato verso la fine del XIV secolo nei pressi di Firenze, in una famiglia poverissima. Entrato molto giovane nella Compagnia di San Niccolò, una confraternita fiorentina, il giovane Guido si era presto segnalato per le precoci e straordinarie doti di pittore. Stimato dai contemporanei per la dolcezza e la semplicità, Guido avvertì il bisogno di contribuire con tutta la sua vita al rinnovamento evangelico nella chiesa del suo tempo. Egli entrò così nel convento domenicano di Fiesole, appartenente all'ala riformatrice dell'Ordine, e prestò il suo servizio di predicatore discreto e silenzioso, di teologo e di poeta. Ma fu soprattutto grazie ai suoi dipinti che il Beato Angelico seppe realizzare l'armonia tra la nascente arte rinascimentale e la purezza di cuore di un vero cercatore di Dio. Come ebbe a dire Michelangelo, fu la sua opera a fargli «meritare il cielo, per poter contemplare tutta la bellezza da lui raffigurata sulla terra». Dal 1438 fra' Giovanni si stabilì nel convento fiorentino di San Marco, di cui sarà più tardi nominato priore, assieme a tre confratelli pittori. In esso l'Angelico e i suoi compagni ci hanno lasciato una delle espressioni più pure e sobrie dell'arte religiosa rinascimentale.
Chiamato a Roma dai primi papi umanisti, fra' Giovanni morì nel convento del Maestro generale dell'Ordine. Secondo la leggenda, alla sua morte colò una lacrima dalla guancia di ciascuno degli angeli che l'Angelico aveva dipinto.


TRACCE DI LETTURA

Con tutta la sua vita fra' Angelico cantò la gloria di Dio, che egli portava come un tesoro nel profondo del suo cuore, ed esprimeva nelle opere d'arte. Egli è rimasto nella memoria della chiesa e nella storia della cultura come uno straordinario religioso-artista. Figlio spirituale di san Domenico, con il pennello espresse la sua «summa» dei misteri divini, come Tommaso d'Aquino li enunciò con il linguaggio teologico. Nelle sue opere i colori e le forme «si prostrano verso il tempio santo di Dio» e proclamano un particolare rendimento di grazie al suo Nome.
L'eccezionale, mistico fascino della pittura di fra' Angelico ci obbliga a fermarci incantati davanti al genio, e a esclamare con il salmista: «Quanto è buono Dio con gli uomini puri di cuore!».
(Giovanni Paolo II, Omelia del 18 febbraio 1984 )


PREGHIERA

Per un dono meraviglioso del tuo amore, o Dio,
il beato Giovanni Angelico
ha contemplato e insegnato con fervore operoso
i misteri del tuo Verbo.
Per sua intercessione conduci anche noi,
che già ti abbiamo conosciuto per la fede,
a contemplare la bellezza della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Rm 8,5-11; Mt 5,16; 6,19-23; 7,17.20-21


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Patrizio (+ 461 ca), vescovo (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (10 amšīr/yakkātit):
Giacomo figlio di Alfeo, apostolo (Chiesa copta)

LUTERANI:
Martin Lutero (+ 1546), riformatore a Wittenberg

MARONITI:
Leone il Grande (+ 461), papa e confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Leone, papa di Roma
Teodosio (+ 1696), arcivescovo di Černigov (Chiesa russa)

19 febbraio

Giacomo Baradeo (+ 578)
pastore

La chiesa siro-occidentale ricorda oggi Giacomo Baradeo, dal cui nome deriva quello di chiesa «giacobita», attribuito agli antiocheni non calcedonesi dai loro detrattori. Giacomo nacque a Tella d'Mauzelat, in Siria, agli inizi del VI secolo. Divenuto monaco nel vicino monastero di Psilta, egli visse in un periodo difficile per le chiese di tradizione siriaca, profondamente lacerate dalla divisione tra calcedonesi e non calcedonesi, a detrimento spesso dei secondi, detti «miafisiti» per la loro cristologia. L'imperatrice Teodora, anticalcedonese, e il patriarca di Alessandria Teodosio, riconobbero in lui, le qualità necessarie per ravvivare le comunità siro-occidentali, lasciate orfane dalla scomparsa di Severo di Antiochia. Giacomo era infatti un uomo rinomato per l'ascesi, l'erudizione e la capacità di rimanere saldo anche in situazioni di estrema tensione. Ordinato vescovo di Edessa, Giacomo percorse in lungo e in largo le regioni orientali, dall'Egitto alla Siria, giungendo sino all'Armenia e ai confini della Persia. Ovunque predicò il vangelo, confortò i cristiani perseguitati e ordinò presbiteri, al fine di creare le basi necessarie per una rinascita della sua chiesa. Per passare inosservato, egli si spostava travestito da venditore ambulante, da cui il suo soprannome di «Baradeo». Per la sua attività organizzatrice la chiesa siro-occidentale sopravvisse al periodo più difficile della sua storia, e gettò le basi per una futura rinascita.
Baradeo morì nel monastero egiziano di Qasiun il 30 luglio del 578.


TRACCE DI LETTURA

O Dio, che hai fatto ogni cosa mediante la tua potenza e hai fondato l'universo attraverso la volontà del tuo Unigenito, il quale ci ha rivelato la conoscenza della verità e ci ha fatto conoscere lo Spirito di tenerezza, di santità e di regalità, tu ci hai dato come pastore e medico delle nostre anime il tuo Figlio amato e Unigenito Verbo, Gesù Signore della gloria; con il suo sangue prezioso hai stabilito la tua chiesa e vi hai costituito l'ordine dei presbiteri, ci hai dato guide affinché possiamo essere graditi a te per la conoscenza del Nome del tuo Cristo, che si è moltiplicata ed è ormai diffusa per tutto l'universo. Manda ora sul tuo servo qui presente lo Spirito santo e spirituale, affinché egli possa proteggere e servire la tua chiesa che gli è stata affidata: perché ordini i presbiteri, unga i diaconi, consacri chiese e altari, benedica le case, interceda efficacemente, guarisca, giudichi, salvi e liberi, sciolga e leghi, rivesta e svesta, riceva e separi.
Donagli sapienza e intelligenza, perché sappia riconoscere la tua volontà regale, discernere il peccato e conoscere le norme della giustizia, e possa così risolvere i problemi più complessi e sciogliere tutti i legami con cui il male cio tiene prigionieri.
(Liturgia siriaca, Preghiera di ordinazione episcopale)


 

Filotea di Atene (1522-1589)
martire

Il 19 febbraio del 1589, muore dopo una lunga agonia Filotea di Atene, ricordata con il titolo di martire dalle chiese del Patriarcato di Costantinopoli. Nativa di Atene e battezzata con il nome di Regula, Filotea discendeva da una famiglia nobile e colta di cristiani. Questo le permise di ricevere un'approfondita preparazione culturale, che in lei si accompagnò sempre a una matura visione di fede. Sposatasi all'età di 14 anni con un ricco ateniese per volontà dei genitori, Regula rimase vedova dopo soli tre anni di matrimonio. Essa rinunciò a contrarre nuove nozze, trasformò una piccola chiesa dedicata a sant'Andrea in monastero e assunse il nome monastico di Filotea, dandosi a un'intensa attività educativa e caritativa. Filotea si dedicò alle donne meno agiate della città, soprattutto alle giovani senza protezione, che rischiavano sempre di essere fatte schiave dai dominatori turchi. Per loro fondò laboratori, scuole, un ospedale, e anche un ospizio per i poveri.
Le parole e i gesti coraggiosi di Filotea a favore delle schiave suscitarono presto le ire dei potenti. Imprigionata e maltrattata, Filotea fu malmenata il 2 ottobre del 1588 durante la celebrazione della liturgia in un monastero cittadino, riportando tali danni fisici da avere irrimediabilmente pregiudicata la salute.
Le spoglie mortali di Filotea riposano nella chiesa metropolitana di Atene, dove è ricordata tra le sante più amate della Chiesa di Grecia.


TRACCE DI LETTURA

Filotea non aveva persone che la eguagliassero quanto alla carità e alla compassione verso i poveri e i malati. Essa distribuiva elemosine instancabilmente, al punto che le finanze del monastero furono ridotte talmente all'estremo che alcune sue sorelle cominciarono a mormorare. Filotea le esortò alla pazienza e a cercare anzitutto il regno di Dio.
Spinta dalla fede e dalla compassione, e a dispetto del pericolo di rappresaglie, Filotea aveva offerto asilo nel suo monastero ad alcune schiave. Questa fu l'occasione buona per i turchi, i quali assalirono il monastero, si gettarono su di lei come bestie inferocite, e la trascinarono davanti al giudice per farla apostatare. Ma Filotea confessò con grande gioia che il suo desiderio più profondo era di subire il martirio per amore di Cristo.
(Sinassario ortodosso)


PREGHIERA

Hai ricevuto l'illuminazione dei santi, o nobile,
hai adornato la città di Atene
con la tua ascesi e la tua grazia.
Tu infatti, o madre,
hai brillato con le buone azioni,
hai lottato nella fede per amore del prossimo.
Perciò, o Filotea, Cristo ti ha glorificata.


LETTURE BIBLICHE
Gal 3,23-4,5; Mc 5,24-34


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Turibio de Mongrovejo (+ 1606), vescovo (calendario ambrosiano)
Pantaleone, martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (11 amšīr/yakkātit):
Fabiano (+ 250), papa di Roma (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Peter Brullius (+ 1545), testimone fino al sangue nelle Fiandre

MARONITI:
Archippo e Filemone (I sec.), apostoli

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Archippo, apostolo
Filotea di Atene (Chiesa greca)

SIRO-OCCIDENTALI:
Giacomo Baradeo, vescovo

20 febbraio

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (12 amšīr/yakkātit):
Gelasio di Palestina (V sec.), monaco (Chiesa copto-ortodossa)
Fabiano (+ 250), papa di Roma (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Friedrich Weißler (+ 1937), testimone fino al sangue in Prussia

MARONITI:
Giacomo (V sec.), discepolo di Marone, monaco e confessore
Leone (+ 780 ca), vescovo di Catania

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Leone, vescovo di Catania

21 febbraio

Pier Damiani (1007-1072)
monaco e pastore

Nei calendari romano e ambrosiano si fa oggi memoria di Pietro (Pier) Damiani, eremita e vescovo nell'XI secolo. Pietro nacque a Ravenna nel 1007. Rimasto orfano in tenera età, egli compì gli studi classici a Faenza e a Parma grazie all'aiuto del fratello Damiano, del quale, in segno di riconoscenza, assumerà il suo secondo nome. Cresciuto in mezzo ai fermenti dell'eremitismo sviluppatisi attorno alla figura di Romualdo, Pietro entrò non ancora trentenne nell'eremo di Fonte Avellana, di cui in seguito divenne priore e per il quale scrisse anche una regola. Negli anni avellaniti egli compose tra l'altro la Vita del beato Romualdo, documento di fondamentale importanza per la conoscenza degli ideali monastici nell'XI secolo. Uomo di straordinario vigore, tendente all'estremo in tutte le sue attività, egli riuscì a contemperare nella propria vita una forte passione per la vita solitaria, di cui è forse il più convinto teorizzatore in occidente, e un impegno ecclesiale e politico che lo portò a girare l'Europa per fungere da paciere in situazioni difficili fra papi, vescovi, monaci e regnanti di ogni sorta. Pier Damiani si batté dapprima con parole veementi per la riforma dei costumi corrotti del clero; poi, eletto vescovo di Ostia e cardinale attorno al 1057, si mostrò un uomo capace di misericordia e di perdono, capace di accondiscendere alle debolezze altrui al fine di ricomporre i conflitti e acquietare le tensioni.
Pur rinunciando al cardinalato dopo pochi anni per ritrovare la libertà e la pace, egli non cessò di compiere missioni conciliatrici ovunque ve ne fosse bisogno. Pier Morì a Faenza, la notte tra il 22 e il 23 febbraio del 1072, di ritorno dall'ennesima missione a servizio della pace. Le sue spoglie mortali riposano nella cattedrale di Faenza.


TRACCE DI LETTURA

Chi darà una fontana di lacrime ai miei occhi? Velatevi, o mie pupille, nel pianto: guai a me che sono caduto!
Le gocce del mare, l'arena del lido, non uguagliano la moltitudine dei miei peccati: essi sono più delle stelle e delle piogge, pesano più delle montagne.
Sono indegno di vedere il cielo coi miei occhi, non merito di pronunciare con le mie labbra il nome di Dio. Mi sforzo al pianto, ma il cuore resta di pietra. Insisto nella preghiera, ma lo spirito si perde altrove. Cerco la luce, ed ecco giungono le tenebre della mia mente perversa. Io piango questa mia povera anima ferita: tu che morendo annientasti l'impero della morte, risuscitala! Per le tue viscere di misericordia, ti prego: liberami dai lacci del peccato. Merito sdegno: largiscimi perdono, o fonte di pietà. Fammi sempre obbediente ai tuoi comandi, e guidami alla vita celeste, tu che con il Padre e con lo Spirito santo tutto disponi nelle nostre vite
(Pier Damiani, Carmi )


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che in san Pier Damiani
ci hai dato un maestro e un modello
di vita interamente votata al servizio nella santa chiesa,
fa' che non anteponiamo nulla all'amore di Cristo
e camminiamo verso di te nella luce del vangelo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Ez 3,16-21; Lc 12,32-34


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Pier Damiani, vescovo e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Ilario di Poitiers (+ 367), vescovo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (13 amšīr/yakkātit):
Sergio di Atripe (III-IV sec.), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Lars Levi Laestadius (+ 1861), testimone della fede in Lapponia

MARONITI:
Eustazio (+ 337), patriarca di Antiochia e martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Timoteo dei Simboli (+ 795), monaco
Eustazio, patriarca di Antiochia
Sava II (+ 1271), arcivescovo dei serbi (Chiesa serba)

VETEROCATTOLICI:
Germano, abate, e Randoaldo (+ 675), monaco, martiri