BOULOS WEHBE, Beirut

XXV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
IL DONO DELL'OSPITALITÁ
Monastero di Bose, 6-9 settembre 2017
in collaborazione con le Chiese ortodosse

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Il dialogo con l’Islam nella Chiesa di Antiochia

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BOULOS WEHBE, Beirut

Boulos Wehbe è professore presso la Facoltà di scienze umane della Notre Dame University di Beirut. Laureatosi nel 1982 in studi mediorientali presso l’American University of Beirut, si è dedicato a studi e pubblicazioni di carattere socio-antropologico principalmente su dialogo ecumenico e islamo-cristiano in Medio Oriente. È affiliato alla sezione Fede e Unità del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, coordinatore del Comitato congiunto per l’educazione cristiana, ospite regolare delle trasmissioni di TeleLumière e parroco di una comunità a Beirut.

ELISSEOS DI SIMONOPETRA, Monte Athos

XXV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
IL DONO DELL'OSPITALITÁ
Monastero di Bose, 6-9 settembre 2017
in collaborazione con le Chiese ortodosse

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Ospitalità athonita e ethos cristiano

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ELISSEOS DI SIMONOPETRA, Monte Athos

FRÈRE ALOIS, Priore di Taizé

XXV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
IL DONO DELL'OSPITALITÁ
Monastero di Bose, 6-9 settembre 2017
in collaborazione con le Chiese ortodosse

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Ospitalità monastica e riconciliazione delle Chiese

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FRÈRE ALOIS, Priore di Taizé

Frère Alois (Alois Loeser) è priore della comunità di Taizé dal 2005. Nato nel 1954 in Baviera, Alois è entrato nel monastero di Taizé nel 1974. Da allora ha dedicato molto tempo ad ascoltare e accompagnare i giovani, ha coordinato l’organizzazione di incontri internazionali a Taizé e degli incontri europei svolti in molte delle principali città del continente, ha preparato per la pubblicazione il nuovo libro di preghiera della comunità: "Preghiere per ogni giorno ", e ha composto un certo numero di canti di Taizé . In qualità di priore della comunità, visita regolarmente i fratelli che vivono nelle piccole fraternità in Brasile, Bangladesh, Corea, Senegal e Kenya. Spesso visita anche i capi della varie confessioni cristiane, tra cui il Patriarca ecumenico Bartholomeos e il Patriarca di Mosca Kirill: "Attraverso queste visite - dice- vorrei mostrare che, con i fratelli, noi cerchiamo appassionatamente la comunione tra i cristiani. A Taizé vogliamo contribuire a dare maggiore visibilità alla comunione che, in Cristo, esiste già tra tutti i battezzati."

Le sue principali pubblicazioni sono Osare credere (LDC, 2011), Pellegrini di fiducia, il cammino di comunione seguito a Taizé (EMI, 2012) e Verso nuove solidarietà (Morcelliana, 2014).

Ospitalità monastica e riconciliazione delle Chiese

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È con parole molto semplici che la nostra Regola di Taizé parla dell’ospitalità, sono parole che provengono direttamente dal Vangelo: «In un ospite, è il Cristo stesso che dobbiamo ricevere». In un altro capitolo della Regola, fratel Roger aggiunge: «Ama il tuo prossimo qualunque ne sia la visione religiosa o ideologica». Questo invito a un’ampia accoglienza, offerta a tutti senza distinzione, è in consonanza con la Regola di san Benedetto e tutta la tradizione monastica, orientale e occidentale. Pone la nostra ancora giovane comunità nella tradizione dei monasteri le cui porte sono sempre aperte.

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Come viandanti in cerca di Dio

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Nella vecchia Russia e nei vocabolari precedenti alla rivoluzione, gli stranniki erano definiti in vari modi, come viaggiatori, vagabondi senza fissa dimora, poveri nomadi ambulanti, mendicanti, viandanti, forestieri, stranieri emarginati. Il termine “gentile” del nuovo Testamento, per esempio, era talvolta tradotto con strannik. Etimologicamente il termine strannik era legato anche al termine vetero-russo che significava “straniero”, “altro”, oppure “che sta ai margini”. Ancor più il verbo stranstvovat’ può riferirsi non soltanto all’atto di vagabondare. Come osservò il ben noto lessicologo del XIX secolo, Vladimir Dal’, nel suo Dizionario della lingua russa viva, il termine potrebbe anche significare “soffrire” oppure “star male”.

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