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27 settembre

Vincenzo de Paoli (1581-1660)
presbitero

Il 27 settembre del 1660 si spegne serenamente a Parigi Vincenzo de Paoli (Vincent Depaul), fondatore della Congregazione della Missione e di una miriade di attività caritative a favore dei poveri e degli emarginati. Vincent era nato nel 1581 nel borgo rurale di Pouy, nei pressi di Dax (sud-ovest della Francia). L'infanzia di povero contadino, alla quale pure egli sembrò ribellarsi a un certo punto della sua vita, ebbe una profonda influenza sulla sua spiritualità. Avviato al sacerdozio per consentirgli di migliorare la propria condizione sociale, il giovane Vincent, ordinato presbitero a soli 19 anni, attraversò diverse peripezie prima di approdare a Parigi nel 1608. Nella capitale francese egli fu segnato dall'incontro con il cardinale de Bérulle, che lo aiutò a riscoprire la gioia profonda che deriva dalla povertà materiale e spirituale. Ritrovata la pace, Vincent fu nominato cappellano generale delle galere francesi, e soprattutto incontrò il disperato bisogno di misericordia dei poveri delle campagne. Da quel momento egli farà di tutto per recare ai poveri il lieto annuncio dell'amore senza limiti del Dio rivelato da Gesù Cristo. Per promuovere l'evangelizzazione delle campagne Vincent diede vita a «confraternite di carità» e a numerose missioni popolari. A questo scopo egli favorì la creazione di seminari maggiori per la formazione di presbiteri preparati e maturi.
Nel 1625, anche grazie all'incontro che Vincent ebbe con François de Sales, fu ufficialmente fondata la Congregazione della Missione, detta dei Vincenziani o dei Lazzaristi perché sorta attorno al priorato parigino di Saint-Lazare. Alla morte di Vincent Depaul, i lazzaristi, che per statuto continuavano a rimanere presbiteri diocesani, erano ormai più di 130, con 25 case in tutta l'Europa.


TRACCE DI LETTURA

La nostra vocazione è di andare non in una parrocchia, e neppure soltanto di visitare il territorio di una diocesi, rna di percorrere tutta la terra. E che dobbiamo fare? Trasmettere il fuoco ai cuori degli uomini, fare ciò che ha fatto il Figlio di Dio, lui che è venuto a portare il fuoco sulla terra per in- fiammarla con il suo amore. Che altro potremo perciò desiderare, se non che arda sino a consumarsi?
Dunque è ben vero che io sono inviato non solo per amare Dio, rria per farlo amare. Non mi basta amare Dio se il mio prossimo non è preso anch'egli dal suo amore.
(Vincenzo de Paoli, Ai preti della missione)


PREGHIERA

O Dio, che per il servizio dei poveri
e la formazione dei tuoi ministri
hai donato al tuo presbitero
san Vincenzo de Paoli
lo spirito degli Apostoli,
fa' che, animati dallo stesso fervore,
amiamo ciò che egli ha amato
e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

l Co 1,26-31; Mi 25,31-46


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Vinncenzo de Paoli, fondatore della Congregazione delle missioni (Lazzaristi)

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Vincenzo de Paoli, presbitero (calendario romano e ambrosiano)

Adolfo e Giovanni di Cordova (+ ca 824), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (17 tūt/maskaram):
La Croce gloriosa

LUTERANI:
Vincenzo de Paoli, benefattore nella Francia meridionale

MARONITI:
Lino I (I sec.), papa;
(I sec.), apostolo
Cleopa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI*:
Callistrato e i suoi 49 compagni (+ 304), martiri
Antim Ivireanul (+ 1716), vescovo e martire (Chiesa romena)
*Le chiese appartenenti al patriarcato di Gerusalemme, di Mosca, di Serbia e di Georgia, e i monasteri del monte Athos, che seguono il calendario giuliano anche per le feste a data fissa, celebrano oggi l'Universale esaltazione della Croce preziosa e vivificante.

28 settembre

Confucio (551-479 a.C.)
giusto tra le genti

Nel 479 a.C., nell'odierna città cinese di Qufu, muore Kong Qiu Zhongni, meglio noto con il nome latinizzato di Confucio, che in cinese significa «il maestro della famiglia Kong».
Confucio era nato nello stato di Lu, in una famiglia di alti dignitari. Entrato a far parte dei funzionari del mandarinato cinese a 17 anni, egli dedicò tutta la vita a combattere il malcostume dilagante e a ricondurre l'amministrazione dei beni pubblici alla giustizia e all'ordine, che egli riteneva qualità naturali. Confucio visse e predicò un rinnovamento della società a partire dal rinnovamento interiore di ogni persona, combattendo tutti gli idoli che allontanano l'uomo dall'amore per la rettitudine e per l'armonia con i propri simili. Sebbene fosse un credente negli dèi dei suoi padri, Confucio, a differenza di Laozi (Lao-Tze), non invocò la religione per condurre la sua opera di riformatore, ma si limitò a far uso del buon senso e della sua conoscenza profonda dell'uomo. Il suo insegnamento ebbe un impatto enorme sulla cultura cinese e permane tuttora come una delle pietre miliari della più popolosa civiltà della terra. Il suo messaggio di pace, di giustizia e di armonia nel cosmo, testimoniato coerentemente per tutta la vita, consente di annoverarlo a pieno diritto tra i giusti delle genti.


TRACCE DI LETTURA

Yan Yuan interrogò il Maestro sulla carità. «Dominare se stessi e ripristinare le forme dei principi celesti è carità», rispose Confucio. «Se per un sol giorno un uomo domina se stesso e ripristina i riti, il mondo si volge alla carità. Essere caritatevoli dipende da noi stessi, dipende forse dagli altri?».
Confucio disse: «Il saggio intende la giustizia, l'uomo volgare intende il profitto».
Confucio disse: «Quando vedete un uomo virtuoso, proponetevi di eguagliarlo; quando vedete un uomo senza virtù, esaminatevi nel vostro intimo».
Confucio disse: «Gli antichi non si lasciavano sfuggire le parole, perché si sarebbero vergognati di non raggiungerle con le azioni».
(Confucio, Dialoghi 12,279; 4,82.83.88)


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Venceslao (IX-X sec.), martire (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (18 tūt/maskaram):
Secondo giorno della Croce gloriosa
Eustazio di Ṣarābi (+ 1352), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Lioba (†782), evangelizzatrice nella valle del Tauber
Adolf Clarenbach (+ 1529), testimone fino al sangue a Colonia

MARONITI:
Caritone di Palestina (+ 350), confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Caritone di Palestina, monaco e confessore
Giuseppe (XVI-XVII sec.), metropolita di Timisoara (Chiesa serba)

29 settembre

Angeli e messaggeri del Signore

Le chiese d'occidente fanno oggi memoria degli angeli e messaggeri del Signore.
Gli angeli, secondo tutta la tradizione biblica, riassunta nella Lettera agli Ebrei, «sono spiriti inviati da Dio al servizio di coloro che devono ereditare la salvezza» (Eb 1,14). A loro, nella prima come nella nuova alleanza, Dio affida il compito di trasmettere la sua volontà al popolo d'Israele o a uomini da lui prescelti per una missione particolare. Certo, Paolo ricorda che «uno solo è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini: l'uomo Cristo Gesù» (1Tm 2,5), tuttavia le chiese cristiane hanno fin da principio riconosciuto un ruolo ai messaggeri di Dio nell'economia del Verbo: nel Nuovo Testamento è agli angeli che viene affidato l'incarico di annunciare l'incarnazione del Figlio di Dio, di custodirne il cammino terreno, di proclamarne la resurrezione, di spiegame l'ascensione, di accompagnarne il ritorno glorioso. Secondo la testimonianza degli antichi testi eucaristici d'oriente e d'occidente, i messaggeri di Dio celebrano alla presenza del Signore un'ininterrotta liturgia celeste, alla quale la liturgia della chiesa sulla terra non fa che unirsi per proclamare Dio tre volte Santo.
Con gli interrogativi posti alla fede in epoca moderna, tra le diverse confessioni cristiane sono sorte divergenze di comprensione, tuttora in attesa di approfondimento, riguardo al ruolo che gli spiriti angelici rivestono nel tempo della chiesa, per vegliare su di essa e sui singoli credenti.


TRACCE DI LETTURA

La mediazione non è sostanzialmente più necessaria, là dove il Figlio ha il Padre presso di sé e dimora anzi nel seno del Padre e agisce a partire dal proprio vedere, ascoltare e toccare il Padre, in forza della propria potestà ricevuta direttamente dal Padre. E tuttavia gli angeli non possono mancare, in primo luogo perché fanno parte della gloria celeste del Figlio dell'uomo, ma in secondo luogo e soprattutto perché devono rendere visibile il carattere sociale del regno dei cieli, nel quale il cosmo dev'essere trasformato. Non deve sorgere l'impressione che il regno che il Figlio è venuto a fondare e che certamente incarna nella sua totalità (come autobasileía), sia un luogo solitario nell'assoluto. Piuttosto questo luogo in Dio, al quale devono essere condotti i redenti della terra, è fin dall'inizio «la città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste», con le sue innumerevoli schiere di angeli, la comunità festosa dei primi nati.
(H. U. von Balthasar,  Gloria I. La percezione della forma)


PREGHIERA

Dio della luce,
tu hai affidato agli angeli
il ministero della lode continua
alla tua presenza
e li hai voluti quali tuoi messaggeri
per noi uomini:
concedi a noi,
pellegrini sulla terra,
la protezione delle creature del cielo,
perché possiamo
insieme con loro nel regno
contemplare sempre
la gloria del tuo volto.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Gen 28,10-19; Eb 12,18-24; Gv 1,47-51


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Michele e tutti gli angeli

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli (calendario romano e ambrosiano)
Michele, arcangelo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (19 tūt/maskaram):
Terzo giorno della Croce gloriosa

LUTERANI:
Michele, arcangelo, e tutti gli angeli

MARONITI:
Ruhana (Ciriaco) il Cantore (+ ca 553), confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ciriaco l'Anacoreta, monaco
Cipriano di Kiev (+ 1406), vescovo (Chiesa russa)
Kukša di Odessa (+ 1961), monaco (Chiesa ucraina)

SIRO-OCCIDENTALI:
Arrivo in Egitto di Severo di Antiochia

VETEROCATTOLICI:
Michele e tutti gli angeli

30 settembre

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Girolamo (ca 342-420)
padre della ch
iesa e monaco

Nel 420 muore a Betlemme Girolamo, padre della chiesa e monaco. Nato in Dalmazia negli anni '40 del IV secolo, Girolamo si recò a Roma per studiare i classici latini. Nella capitale dell'impero egli conobbe la vita ascetica dell'occidente, e si recò poi in oriente per conoscere la tradizione monastica del deserto siriaco. Giunto ad Antiochia, fu ordinato presbitero, suo malgrado, dal vescovo Paolino.
Tornato a Roma, Girolamo fondò sull'Aventino un luogo di preghiera frequentato dalle donne dell'aristocrazia romana, tre delle quali, Marcella, Paola ed Eustochio, lo seguiranno in Palestina nel 385. A Roma Girolamo acquisì un profondo amore per le Scritture, che non lo abbandonerà più fino alla morte. Uomo dal carattere passionale, egli ebbe amicizie intense, come quella con Rufino di Aquileia, che non tardarono a diventare contrapposizioni altrettanto profonde quando questioni di principio si frapposero tra lui e i suoi interlocutori. Alla morte di papa Damaso, deluso da molti di coloro che aveva amato sino ad allora, Girolamo lasciò tutto e ripartì per l'oriente, alla volta di Betlemme, dove, fondato un monastero maschile e uno femminile, si dedicò alla traduzione e al commento dei libri della Scrittura. È a lui che si deve la Vulgata, il testo latino della Bibbia che fu adottato in tutto l'occidente. Ma neppure nella solitudine monastica trovò pace, poiché venne coinvolto, per la sua conoscenza allora ineguagliabile delle Scritture, nelle grandi controversie teologiche del tempo. Nei suoi scritti, e in particolare nel suo vasto epistolario, Girolamo ha lasciato alla chiesa un tesoro monumentale di insegnamenti e intuizioni sulla vita cristiana e sull'ascesi monastica, ed è ricordato giustamente come uno dei più grandi dottori della chiesa indivisa.


TRACCE DI LETTURA

Ora ti domando, carissimo fratello, se non ti pare di abitare, già qui sulla terra, nel regno dei cieli, quando si vive fra i testi della Scrittura, li si medita, non si conosce o non si cerca di conoscere nessun'altra cosa.
Non vorrei che ti fosse di danno, nella sacra Scrittura, la semplicità e - vorrei dire - la banalità delle parole. Può essere che questa stesura dipenda da difetto d'interpretazione, oppure che sia stata fatta appositamente per renderne più facile la comprensione al pubblico, per far sì che in un'unica e medesima frase, tanto l'uomo di cultura quanto l'ignorante potessero coglierne il senso secondo la propria capacità.
Da parte mia non sono così superficiale e stupido da farmi passare per uno che tutte queste cose le conosce, o che vuol cogliere in terra i frutti di quelle radici che sono piantate in cielo. Confesso però che ne ho il desiderio e che ho pure voglia di impegnarmi con tutte le mie forze per intraprendere il cammino verso tale meta.
(Girolamo, Lettera 53,10)


PREGHIERA

Dio nostro,
tu hai concesso a Girolamo
di indagare con sapienza
la santa Scrittura
e di gustare la dolcezza della tua parola:
concedi anche a noi
di saperla ascoltare, meditare e contemplare,
perché essa
è il nostro cibo quotidiano
nel pellegrinaggio verso il regno.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE

2Tim 3,14-4,5; Lc 24,40-49


Leggi tutto: 30 settembreGregorio l'Illuminatore (ca 260-328)
pastore

Gli antichi calendari d'oriente e d'occidente ricordano il 30 settembre Gregorio l'Illuminatore, apostolo degli armeni.
Gregorio era figlio di un principe parto, Anak, e nacque in Armenia perché il padre vi si era trasferito attorno alla metà del III secolo. In Armenia la sua famiglia, coinvolta nella congiura ordita dal re sassanide Artaserse per eliminare il re di Armenia Cosroe, fu sterminata dai figli di quest'ultimo, e Gregorio sfuggì alla morte riparando a Cesarea di Cappadocia. A Cesarea ricevette il battesimo cristiano, si sposò, ed entrò alla corte del re Tiridate, figlio di Cosroe. A motivo della sua fede cristiana e dell'appartenenza alla famiglia di Anak egli conobbe dure persecuzioni, fino a essere recluso nel carcere di Artaxata per quindici anni, dal 298 al 313.
Secondo i più antichi racconti agiografici, Gregorio guarì il re Tiridate da una grave malattia, e questi si convertì al cristianesimo. Per questo motivo, a Gregorio è attribuita tradizionalmente la conversione di gran parte dell'Armenia al cristianesimo.
Sul piano storico, è certo che Gregorio, una volta ottenuta la libertà, fu ordinato vescovo a Cesarea nel 314 dal vescovo Leonzio, e grazie all'aiuto delle chiese cappadocie riuscì a riorganizzare profondamente la vita dei cristiani armeni, portando il vangelo in territori dove non era ancora stato predicato.
Sempre secondo la tradizione, egli morì solitario, dopo essersi ritirato in una grotta vicino al villaggio di Thordan. Gli armeni ne ricordano in tre date differenti l'inizio della prigionia, la fine della prigionia e il ritrovamento delle spoglie mortali.


TRACCE DI LETTURA

L' inconoscibile venne nella carne e fu toccato e conosciuto nella carne; ed egli assunse liberamente su di sé tutte le passioni della carne, e soffrì nell'umiliazione, trovandosi in mezzo a stranieri. E senza esservi costretto da nessuno, ma per sua stessa indipendente volontà, egli portò tutto ciò, come sta scritto: «Io ho il potere di deporre la mia vita secondo il mio beneplacito, per poi riprenderla di nuovo». E nacque da una vergine e volontariamente adempì la volontà di colui che l'aveva inviato. Dice infatti: «Sono venuto a compiere la volontà del Padre mio», così da mostrare l'unica, indissolubile e indivisibile unità che regna tra di loro.
(Gli insegnamenti di san Gregorio 379-380)


PREGHIERA

Tu che sei sorto come il sole
per la vocazione donata da Cristo
e hai illuminato
la nostra terra di Armenia
con la conoscenza di Dio, Signore,
santo Gregorio,
intercedi incessantemente per le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

Eb 13,17-21; Mt 19,27-29


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Girolamo, traduttore delle Scritture, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Girolamo, presbitero e dottore della chiesa

COPTI ED ETIOPICI (20 tūt/maskaram):
Teopista (?), reclusa (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Girolamo, padre della chiesa a Betlemme

MARONITI:
Gregorio, vescovo di Armenia, confessore
Fidanzamento di Maria con Giuseppe

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Gregorio della Grande Armenia, ieromartire

SIRO-ORIENTALI:
Girolamo, dottore della chiesa (Chiesa malabarese)

22 ottobre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cosma e Damiano (+ 303 ca), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (12 bābah/ṭeqemt):
Matteo, apostolo ed evangelista

LUTERANI:
Jeremias Gotthelf (+ 1854), parroco e poeta in Svizzera

MARONITI:
Marco (II sec.), vescovo di Gerusalemme

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Abercio di Gerapoli (III sec.), uguale agli apostoli e taumaturgo
I 7 bambini di Efeso (+ 250 ca)
Stefano il Cieco (+ 1477), monarca serbo (Chiesa serba)