1 ottobre

TERESA DI LISIEUX (1873-1897)
monaca

Nel 1897 muore a Lisieux Teresa di Gesù Bambino, monaca carmelitana.
Thérèse Martin era nata ad Alençon nel 1873. Rimasta orfana di madre a soli quattro anni, essa passò tutta la vita in ambienti profondamente religiosi, come testimonia il linguaggio all'apparenza devozionale dei suoi scritti, soprattutto nelle versioni ritoccate diffuse dopo la sua morte.
Thérèse avvertì presto la chiamata alla vita religiosa;a soli 15 anni entrò nel Carmelo di Lisieux. Ma fu dopo la professione monastica che la sua missione particolare nella chiesa iniziò ad assumere una precisa fisionomia.
Nel 1895 Teresa si offri come «vittima d'olocausto all'amore misericordioso di Dio»: comprese cioè che quello che rende salvifico per sé e per gli altri il dono della propria vita è il fatto che esso si compia per amore. «La mia vocazione, finalmente, l'ho trovata: nel cuore della chiesa, mia madre, io sarò l'amore, e così sarò tutto». Divenuta, secondo le sue stesse parole, martire dell'amore, Teresa restò fedele all'impegno di amare fino alla morte, sopraggiunta quando aveva appena 24 anni.
La sua vita fu attraversata da molte prove: la drammatica fine del padre, la grave malattia polmonare che la stroncherà in poco più di dodici mesi, ma soprattutto la «tenebra del nulla», il venir meno della stessa certezza della fede. Ciò che le rimase era l'amore, nutrito dalla costante ricerca dell'Amato e vissuto nella quotidiana fedeltà alle sorelle del Carmelo, di cui nel frattempo era divenuta maestra delle novizie. Anche quando l'Amato le sembrerà completamente muto, Teresa non cesserà di amare.
L'insegnamento lasciato dalla vita di Teresa sull'assoluto primato dell'amore, anche nel buio dell'incredulità che attraversa il cuore del credente, le è valso il titolo di dottore della chiesa.


TRACCE DI LETTURA

Finalmente avevo trovato il riposo. Considerando il corpo mistico della chiesa, non mi ero riconosciuta in nessun membro di quelli descritti da san Paolo, o, meglio, mi volevo riconoscere in tutti. La carità mi offrì la chiave della mia vocazione. Compresi che se la chiesa aveva un corpo composto da membra diverse, non le poteva mancare il più necessario e il più nobile di tutti; compresi che la chiesa aveva un cuore, e che questo cuore bruciava d'amore. Compresi che solo l'amore faceva agire le membra della chiesa, che se l'amore si fosse spento, gli apostoli non avrebbero più annunciato il vangelo, i martiri avrebbero rifiutato di versare il loro sangue. Compresi che l'amore racchiudeva tutte le vocazioni, che l'amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi ... insomma, che è eterno!
Allora, nell'eccesso della mia gioia delirante, esclamai: O Gesù, mio Amore, la mia vocazione, finalmente, l'ho trovata, la mia vocazione è l'amore!
Oh, sì, ho trovato il mio posto nella chiesa: nel cuore della chiesa, mia madre, io sarò l'amore ... così sarò tutto!
(Teresa di Lisieux, Manoscritto B)


PREGHIERA

O Dio,
che apri il regno
ai piccoli e agli umili,
concedici di camminare
sulle tracce di Teresa di Lisieux,
facendo della nostra vita
un cammino di amore
verso il tuo volto.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Is 66,10-14; Lc 10,21-24


ADDAI (I-II sec.)
apostolo

Nella chiesa siro-occidentale si fa oggi memoria di Addai, apostolo dell'oriente, che la chiesa caldea ricorda la quinta domenica di Pasqua. I dati storici su di lui sono molto scarni. Originario della Palestina, secondo la tradizione egli sarebbe il primo dei 70 discepoli di cui parla il vangelo secondo Luca. Addai fu il fondatore della chiesa di Edessa tra il I e il II secolo, mentre un suo discepolo, Mari, avrebbe fondato la chiesa di Persia. I due apostoli dell'oriente, Addai e Mari, sono ricordati insieme in varie regioni orientali, in date che variano da una zona all'altra; la festa più importante è forse quella che si celebra con una ricca liturgia in Iraq e in Kurdistan il 5 di agosto.


TRACCE DI LETTURA

Ti conoscano tutti gli abitanti della terra, poiché tu solo sei Dio, padre di verità! Tu hai mandato il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio e tuo amato, e lui, nostro Signore e nostro Dio, ci ha insegnato, per mezzo del suo Evangelo vivificante, tutta la purezza e la santità dei profeti, degli apostoli, dei martiri, dei confessori, dei vescovi, dei presbiteri, dei diaconi e di tutti i figli della chiesa santa e cattolica, coloro che sono segnati dal santo battesimo.
(dall'Anafora degli apostoli Addai e Mari)


LETTURE BIBLICHE
Is 49,7-13; At 9,1-19; Eb 10,19-36; Gv 21,1-14


ROMANO IL MELODE (ca 556)
diacono e innografo

Le chiese ortodosse fanno oggi memoria di Romano il Melode, diacono, innografo e perfezionatore del genere dei kontakia, inni composti di strofe le cui iniziali formano un acrostico e che sono chiuse da un ritornello sempre uguale.
Romano nacque a Emesa, in Siria, nella seconda metà del V secolo. Della sua vita sappiamo molto poco. Ordinato diacono, dapprima prestò servizio nella chiesa della Resurrezione a Berito (l'odierna Beirut), quindi si trasferì a Costantinopoli all'epoca dell'imperatore Anastasio I (491-518).
Nella capitale dell'impero, egli svolse il proprio ministero nella chiesa della Madre di Dio, nel quartiere detto «di Ciro». A contatto con gli ambienti culturali bizantini, Romano affinò a tal punto la sua arte poetica da essere ritenuto uno dei massimi poeti di Bisanzio. Egli impiegò mirabilmente il genere innico dell'epoca, traendo ispirazione per i suoi inni dalle Scritture ebraiche e cristiane, dagli scritti apocrifi, ma anche dalle vite dei martiri e dei santi. Nei suoi testi colpisce la capacità di sposare la sublimità dell'adorazione con la semplicità e l'immediatezza delle immagini.
Secondo la tradizione, Romano, universalmente detto «il Melode», compose più di mille kontakia per le feste del Signore e in memoria dei santi della chiesa.
Egli morì attorno al 556, e nell'iconografia classica è rappresentato vestito da diacono, mentre dorme e riceve in sogno dalla Vergine un rotolo di carta da inghiottire, da cui secondo gli agiografi egli trarrà ispirazione per le sue composizioni.


TRACCE DI LETTURA

Molti sono stati i mortali che hanno conosciuto il tuo amore per gli uomini, che il pentimento ha reso manifesto: hai giustificato il pubblicano che gemeva e la peccatrice che versava lacrime. Tu guardi infatti all'intenzione di ognuno e accordi il tuo perdono. Come a loro, dona la conversione anche a me, ricco in misericordia quale sei, tu che vuoi salvare tutti gli uomini.
Per grazia hai fatto di me un figlio tuo ed erede. Io invece ti ho offeso, sono divenuto prigioniero e, vendendomi al barbaro peccato, mi sono fatto pure schiavo, me misero! Abbi compassione dell'immagine tua e richiamami, o Salvatore, tu che vuoi salvare tutti gli uomini.
Dammi la capacità di cantarti e di glorificarti sempre con una vita pura. Degnati di farmi armonizzare opere e parole, o Onnipotente; possa io cantare e ricevere da te quanto a te chiedo! Accordami di offrire una preghiera pura a te, unico Cristo, a te che vuoi salvare tutti gli uomini.
(Romano il Melode, Inno 59,1.5.15)


PREGHIERA

Primizia di cose buone,
tu sei stato motivo di salvezza,
padre nostro Romano:
perché intessendo un' innodia angelica
hai divinamente mostrato
quale fosse il tuo modo di vita.
Implora Cristo nostro Dio
perché siano liberati
da tentazioni e pericoli
quanti ti celebrano.


LE CHIESE RICORDANO....

ANGLICANI:
Remigio (+ ca 533), vescovo di Reims, apostolo dei Franchi
Anthonv Ashley Cooper (+ 1885), conte di Shaftesbury, riformatore sociale

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Verissimo, Massima e Giulia di Lisbona (IV sec.), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (21 tūt/maskaram):
Cipriano (+ 258), vescovo di Cartagine, martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Petrus Herbert (+ 1571), poeta in Boemia

MARONITI:
Anania (I sec.), apostolo, confessore
Remigio, vescovo di Reims

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Protezione della Madre di Dio
Anania, apostolo, uno dei 72
Romano il Melode, innografo
Bidzina, Scialva ed Elisbar (XVII sec.), martiri (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Addai, primo evangelizzatore di Edessa
Abgai (I-II sec.), vescovo

SIRO-ORIENTALI:
Ṣabrīsō' (+ ca 612), igumeno (Chiesa assira)

VETEROCATTOLICI:
Gregorio l'Illuminatore (+ ca 328), vescovo ed evangelizzatore

2 ottobre

LE CHIESE RICORDANO....

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Angeli custodi (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (22 tūt/maskaram):
Cotylas, Axo e Tatas di Persia (IV sec.), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Pietro Carnesecchi (+ 1567), testimone fino al sangue in Italia

MARONITI:
Cipriano e Giustina di Antiochia (+ 304), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Cipriano di Antiochia, ieromartire
Giustina di Antiochia, vergine e martire
Teodoro di Smolensk (+ 1299) e i suoi figli Davide e Costantino, taumaturghi (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI
Leodagario di Autun (+ ca 680), vescovo e martire

3 ottobre

DIONIGI L'AREOPAGITA
testimone

Le chiese ortodosse ricordano in questo giorno l'autore del Corpus Areopagiticum, passato alla storia con lo pseudonimo di Dionigi l'Areopagita. Forse per nessun padre della chiesa vi è una così forte discrepanza tra ciò che sappiamo sulla sua vita e l'enorme influsso da lui avuto sulla spiritualità e la teologia successive. Dionigi fu probabilmente un cristiano di origine siriaca che soggiornò a lungo ad Atene. Fortemente influenzato dagli ultimi filosofi neoplatonici ivi residenti, egli compose una serie di scritti che pose sotto il nome dell'ateniese convertito dalla predicazione di Paolo all'Areopago, secondo il racconto degli Atti degli Apostoli (cf. At 17,34). Nella Gerarchia ecclesiastica e nella Gerarchia celeste, Dionigi indagò l'ordine cosmico al cui vertice vi è unicamente Gesù Cristo, in cielo come nella chiesa militante sulla terra. Nei Nomi divini analizzò gli attributi che la Scrittura riferisce a Dio, in cerca di ciò che gli uomini possono provare a dire su Dio a partire dalla rivelazione, seguendo una teologia «positiva». Ma Dionigi fu soprattutto un grande cantore della teologia «negativa», secondo la quale si può giungere a Dio soltanto dicendo ciò che non può essergli attribuito, ovvero entrando nella «tenebra più che luminosa del silenzio» e della non conoscenza di Dio, che sola conduce al mistero ineffabile della Triunità divina.


TRACCE DI LETTURA

Trinità sovraessenziale, oltremodo divina e oltremodo buona, custode della divina sapienza dei cristiani, portaci non solo al di là di ogni luce, ma al di là della stessa inconoscenza fino alla più alta vetta delle mistiche Scritture, là dove i misteri semplici, assoluti e incorruttibili della teologia si rivelano nella tenebra più che luminosa del silenzio.
È nel silenzio infatti che s'imparano i segreti di questa tenebra della quale troppo poco è dire che brilla della luce più abbagliante in seno alla più nera oscurità, e che, pur rimanendo perfettamente intangibile e invisibile, riempie di splendori più belli della bellezza le intelligenze che sanno chiudere gli occhi. Questa la mia preghiera.
(Dionigi l'Areopagita, Teologia mistica 1,1)


PREGHIERA

Ti chiameremo imperscrutabile abisso
della scienza celeste, o Dionigi.
Tu sei stato fatto degno
di rivestire Cristo
quale manto luninoso,
e di risplendere nell'intelletto
per il fulgore dello Spirito
Noi dunque,
celebrando la tua memoria con fede,
glorifichiamo il Signore
che ha glorificato te.

 

LETTURE BIBLICHE
At 17,16-34; Mt 13,44-54


GREGORIO PERADZE (1899-1944)
presbitero e martire

Nel 1944 muore nel campo di sterminio di Auschwitz il presbitero della Chiesa di Georgia Gregorio Peradze, studioso ed ecumenista di primo piano. Gregorio era nato nel 1899 a Sakascethi, nei pressi di Gori, in Georgia orientale. Conclusi gli studi al seminario di Tbilisi e ordinato presbitero, il giovane si iscrisse in patria alla facoltà di filosofia, ma si trasferì poi a Bonn, dove conseguì la laurea nel 1925.
A causa dell'annessione della Georgia da parte del regime sovietico, Gregorio fu costretto a rimanere all'estero. Egli continuò le sue ricerche in Inghilterra, Germania, Francia e Polonia, venendo a contatto con il nascente movimento ecumenico di cui fu un esponente preparato e convinto. In Europa egli insegnò la storia e la letteratura georgiane, e in seguito ottenne la cattedra di Patrologia in Polonia, presso l'Università di Varsavia. Notevole fu soprattutto il suo contributo allo studio dei padri della chiesa georgiani.Allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando le truppe naziste occuparono la Polonia, Gregorio, divenuto nel frattempo archimandrita, fu arrestato e deportato ad Auschwitz. Questo suo ultimo viaggio terminò volontariamente, quando egli entrò nella camera a gas al posto di un ebreo, padre di una numerosa famiglia, al quale permise così di avere salva la vita. Gregorio Peradze è stato ufficialmente canonizzato dalla Chiesa ortodossa georgiana nel 1995.

 


 

GEORGE ALLEN KENNEDY BELL (1883-1958)
pastore e testimone di ecumenismo

Il 3 ottobre del 1958 si spegne nella pace della sua residenza di Canterbury George Allen Kennedy Bell, vescovo di Chichester e grande pioniere del movimento ecumenico.
Nato a Norwich nel 1883, Bell studiò a Oxford e ricevette l'ordinazione presbiterale nel 1907. Dal 1914 al 1929 fu prima cappellano dell'arcivescovo primate d'Inghilterra e quindi decano di Canterbury.
Colpito dalle inaudite sofferenze causate dalle due guerre mondiali, Bell si adoperò in ogni maniera per promuovere la riconciliazione fra i popoli, intessendo instancabilmente rapporti con cristiani di ogni confessione.
Uomo di azione, anche se non gli mancava certo la formazione teologica, egli guidò per diversi anni il movimento "Vita e azione", e quando questo confluì nel "Consiglio ecumenico delle chiese" fu eletto primo moderatore del neonato organismo ecumenico mondiale. La sua nota diffidenza per i dialoghi teologici non gli impedì di stringere grandi amicizie con Dietrich Bonhoeffer, Nathan Söderblom e Wilhelm Visser't Hooft, preparando le basi per il grande cammino di riavvicinamento tra le chiese che ebbe luogo alla fine della seconda guerra mondiale.
Bell morì dopo aver pronunciato la sua ultima omelia sul passo di Lc 17,10: «Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Significativamente, è lo stesso testo su cui Bonhoeffer aveva predicato il suo primo sermone, ed è anche il testo inciso sulla tomba di Nathan Söderblom nella cattedrale di Uppsala.


TRACCE DI LETTURA

'La guerra e i suoi effetti devastanti, il dolore e il pianto, le perdite e le sofferenze, i disastri e la morte, sono il salario del peccato. E quando parliamo di peccato non intendiamo i peccati di un particolare sistema politico - nell'accezione ristretta della parola «politico» -; né la nostra attenzione intende concentrarsi innanzitutto sulle cause politiche che hanno portato al conflitto. Quello che ci preoccupa sono le cause morali e religiose che sottostanno alle spiegazioni politiche. Ma mentre il nostro primo dovere è di denunciare tutti i peccati dai quali è scaturita la guerra, per chiamare al pentimento gli uomini, abbiamo un compito più alto e migliore da portare avanti. Dietro al nostro appello alla conversione giace una grande speranza. Noi chiediamo in ginocchio agli uomini di pentirsi, perché così facendo indichiamo loro il regno di Dio. Sta a noi tutti membri della sua chiesa di affrettare i tempi e di correre con desiderio verso il regno, così da poter essere trovati degni di riceverlo nella sua pienezza quando esso verrà.
(G. Bell, Discorsi)


LE CHIESE RICORDANO...

LUTERANI:
Francesco d'Assisi (+ 1226), fondatore di un Ordine in Italia

MARONITI:
Dionigi l'Areopagita (?), martire:

Teresa di Gesù Bambino (+ 1897), confessora

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Dionigi l'Areopagita, discepolo di san Paolo, ieromartire
Michele e Teodoro di Černigov (+ 1245), taumaturghi e martiri (Chiesa russa)
Gregorio Peradze, martire (Chiesa georgiana)

SIRO-ORIENTALI:
Teresa di Gesù Bambino (Chiesa malabarese)

4 ottobre

FRANCESCO D'ASSISI (1182-1226)
testimone

La sera del 3 ottobre 1226 muore alla Porziuncola Francesco d'Assisi, fondatore dell'Ordine dei frati minori. Nato ad Assisi nel 1182 da una famiglia della nascente borghesia, dopo una giovinezza segnata dagli agi e dall'adesione all'ideale cavalleresco, Francesco operò per circostanze misteriose un'improvvisa conversione che lo portò in breve tempo a ricercare una vita appartata di preghiera e di servizio ai poveri e ai lebbrosi. Attirati a sé i primi fratelli, egli comprese che soltanto nella sottomissione reciproca, nella povertà di cuore e nella concreta spoliazione materiale sarebbe stato possibile per lui e i suoi compagni porsi sulle tracce di Cristo, il quale da ricco che era aveva tuttavia scelto di farsi povero per amore degli uomini. La radicalità evangelica di Francesco ebbe un impatto enorme sulla chiesa del suo tempo, fortemente bisognosa di testimoni che la riconducessero sulle vie del Signore. In pochi anni i «minori» divennero migliaia, ed egli fu costretto a dare loro una regola riconosciuta dall'autorità ecclesiastica. Desideroso tuttavia di vivere con maggiore libertà la propria vocazione personalissima, Francesco nominò negli ultimi anni della sua vita un vicario alla guida dell'Ordine che aveva fondato. La sua fedeltà al vangelo «sine glossa», l'amore per la povertà personale e comunitaria, l'obbedienza a tutte le creature, e la pace trovata unicamente nella fiducia posta nell'infinita misericordia di Dio, hanno fatto di Francesco un appello costante e universale per la chiesa di ogni tempo. La sua santità è riconosciuta ben al di là delle chiese d'occidente, come testimonia la presenza di sue icone in diverse chiese ortodosse.
Francesco morì a soli 44 anni, in quella pace creaturale che aveva sempre amato e cantato nelle sue lodi al Signore.



TRACCE DI LETTURA

Dio onnipotente, eterno, giusto e misericordioso concedi a noi miseri di fare, a causa di te stesso, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e, per tua sola grazia, giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nell'Unità semplice vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli.
(Francesco, Lettera all'Ordine 50-52)

Restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da lui. E lo stesso altissimo e sommo, solo e vero Dio abbia e gli siano resi e riceva tutti gli onori e la reverenza, tutte le lodi e tutte le benedizioni, ogni rendimento di grazie e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed egli solo è buono.
(Francesco, Regola non bollata 17,17-18)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
tu hai chiamato Francesco
nella vita povera e umile
a rassomiglianza di Gesù crocifisso:
concedi a noi
di seguire il suo esempio,
nella libertà dei figli di Dio,
nella gioia dei cuori semplici,
nello stupore per le tue creature.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Nm 6,24-26; Gal 6,14-18; Mt 11,25-30


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Francesco d'Assisi, frate, diacono, fondatore dei Frati minori

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Francesco d'Assisi (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (24 tūt/maskaram):
Quadrato (I sec.), uno dei 72 discepoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
Rembrandt Harmenszoon van Rhjin (+ 1669), pittore nei Paesi Bassi

MARONITI:
Francesco il Grande (d'Assisi), confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ieroteo (I sec.), vescovo di Atene, discepolo di san Paolo
Ritrovamento delle reliquie di Demetrio di Rostov (1752) (Chiesa russa)

SIRO-ORIENTALI:
Francesco d'Assisi (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Francesco d'Assisi, confessore

5 ottobre

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (25 tūt/maskaram):
Giona, profeta (Chiesa copta)

LUTERANI:
Theodor Fliedner (+ 1864), padre delle Diaconesse di Renania

MARONITI:
Paolo il Semplice (IV sec.), monaco
Caritina di Corico (+ 304), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Caritina di Corico, martire
Sinassi dei santi di Tula (Chiesa russa)