15 maggio

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Pacomio (292-346)
monaco

Nato nell'alto Egitto da genitori pagani nel 292, Pacomio venne per la prima volta a contatto con il cristianesimo nell'incontro con la carità attiva dei cristiani di Tebe, venuti a portare cibo e conforto a un gruppo di giovani reclute, tra le quali c'era anche lui. In quell'occasione Pacomio promise che se fosse sopravvissuto avrebbe servito il genere umano tutti i giorni della sua vita. Congedato dall'esercito, Pacomio si recò a Khenoboskion, ponendosi al servizio della piccola comunità cristiana ivi residente, e chiedendo di essere istruito nella fede. Ricevuto il battesimo, egli maturò il desiderio di essere iniziato alla vita anacoretica. Si rivolse così a un anziano eremita, Palamone, che gli trasmise le pratiche ascetiche ereditate dalla tradizione: digiuno, veglia, preghiera continua, lavoro ed elemosina. Stabilitosi nel villaggio abbandonato di Tabennesi, Pacomio fu ben presto raggiunto da uomini e donne che desideravano vivere vicino a lui e che egli serviva. Con pazienza e fatica egli cercò di educare i suoi discepoli alla vita comune, chiedendo che ciascuno si mettesse al servizio degli altri e proponendo come modello la prima comunità di Gerusalemme. L'originalità della comunità pacomiana sta nel fatto che essa non fu un gruppo di eremiti radunati attorno a un padre spirituale, ma una koinonia, una comunità di fratelli, in comunione di preghiera, di lavoro, di vita quotidiana. La vita del monaco era vista a Tabennesi come pieno adempimento delle promesse battesimali, nella fedeltà ai comandamenti di Dio, e la sola vera regola era la Scrittura, che doveva essere imparata a memoria, meditata costantemente per poter ispirare la preghiera. Pacomio morì nel 346 durante un'epidemia di peste, dopo aver assistito sino alla fine le numerose comunità a cui aveva dato vita. È considerato il padre della vita cenobitica.


TRACCE DI LETTURA

Se uno si presenta alla porta del monastero desiderando rinunciare al mondo ed essere aggregato al numero dei fratelli, non sarà libero di entrarvi, ma prima di tutto verrà informato il padre del monastero. Resterà fuori davanti alla porta per pochi giorni; gli si insegnerà la preghiera del Signore e quanti salmi riuscirà a imparare, ed egli darà diligentemente prova di sé: si esamini se per caso ha fatto qualcosa di male ed è fuggito all'istante, preso da paura, oppure se è in potere di altri, e ancora se è in grado di rinunciare ai suoi genitori e disprezzare i propri beni. Se lo vedono pronto a tutto, allora gli verranno insegnate anche le altre norme del monastero: quello che deve fare, chi deve servire sia nell'assemblea di tutti i fratelli, sia nella casa a cui deve essere assegnato, sia nel suo posto in refettorio, cosicché, ammaestrato e trovato perfetto in ogni opera buona, sia unito ai fratelli.

(Pacomio, Precetti 49)


PREGHIERA

Dio, fonte di ogni comunione,
tu hai chiamato Pacomio
a istituire la santa koinonia
e lo hai condotto al vertice della vita nello Spirito:
concedici, stimolati dal suo esempio,
di cercare innanzitutto il pane della tua parola,
luce per la nostra mente e pace per il nostro cuore,
e di ravvivare la nostra vita comune
nella carità, pienezza della legge.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
At 2,42-48; 1Gv 4,7-21; Lc 12,32-48


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Pacomio (+ 346), abate (calendario monastico)

COPTI ED ETIOPICI (7 bašans/genbot):
Atanasio l'Apostolico, patriarca di Alessandria

LUTERANI:
Pacomio, padre del monachesimo in Egitto

MARONITI:
Nostra Signora delle sementi

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Pacomio il Grande, monaco
Achille il Taumaturgo (V-VI sec.), arcivescovo di Larissa
Traslazione delle reliquie di Boris e Gleb (1074) (Chiesa russa)

SIRO-OCCIDENTALI:
Nostra Signora delle spighe

SIRO-ORIENTALI:
Nostra Signora delle sementi

16 maggio

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Caroline Chisholm (+ 1877), riformatrice sociale

COPTI ED ETIOPICI (8 bašans/genbot):
Giovanni di Sanḥūt (?), martire (Chiesa copta)
Yohanni di Dabra Dāmo (XIII sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
I 5 martiri di Lione (+ 1553)

MARONITI:
Abda di Kaškar (IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Teodoro il Santificato (+ 368), discepolo di Pacomio, monaco
Michele e Arsenio Ulumboeli (IX sec.), monaci (Chiesa georgiana)

17 maggio

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (9 bašans/genbot):
Elena (+ 330 ca), madre di Costantino

LUTERANI:
Valerius Herberger (+ 1627), poeta in Slesia

MARONITI:
Andronico e Giunia (I sec.), apostoli

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Andronico e Giunia, apostoli

18 maggio

Martiri ebrei della prima crociata (1096-1099)

Nel 1096 le armate della prima crociata in movimento verso la Terra Santa raggiungono la città tedesca di Worms. Gli ebrei più ricchi ricevono a pagamento la protezione del vescovo locale, che li accoglie nel proprio castello. Per i poveri, e sono più di 500, non vi è via di uscita. Essi vengono tutti sgozzati dai crociati, la città è saccheggiata e i rotoli della Torah sono bruciati. Siamo agli inizi di una serie di persecuzioni che culminarono il 16 luglio del 1099, quando dopo aver preso Gerusalemme, le truppe della prima crociata massacrarono la locale popolazione musulmana. Gli ebrei di Gerusalemme, pur di non essere seviziati, si rifugiarono nella loro sinagoga, le appiccarono fuoco e morirono tutti tra le fiamme. Si giungeva così al tragico epilogo di una spedizione partita per liberare i cristiani dalle loro sofferenze e per restituire loro il libero accesso alla Città Santa, secondo l'intenzione di Pietro l'Eremita, e costellata purtroppo fin dagli inizi da un continuo e barbaro spargimento di sangue, che riguardò soprattutto civili, donne e bambini.


TRACCE DI LETTURA

Sotto il regno di Filippo, figlio di Enrico, re di Francia, Pietro l'Eremita si recò a Gerusalemme, vide le sofferenze dei cristiani in quella città e, al suo ritorno, raccontò le sue impressioni. I re cristiani si offrirono allora di partire alla conquista della Giudea e di Gerusalemme; quell'anno diventò così l'inizio di un tempo di desolazione per i figli d'Israele residenti in territori cristiani. Le popolazioni di Francia e di Germania si sollevarono contro di loro e dissero: «Vendichiamo il nostro Salvatore, sterminiamo gli ebrei, togliamoli di mezzo e il ricordo del nome di Israele sia cancellato per sempre, salvo che non adottino un altro dio e diventino cristiani come noi; solo quando ciò sarà accaduto ce ne andremo». Fu così che le vittime santificarono il Santo d'Israele e preferirono la morte alla vita pur di non diventare infedeli a Dio.

(J. Ha-Cohen, Valle di lacrime)


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni I (+ 526), papa e martire (calendario romano e ambrosiano)
Bartolomea Capitanio (+ 1833) e Vincenza Gerosa (+ 1847), vergini (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (10 bašans/genbot):
I 3 giovani Anania, Azaria e Misaele (Chiesa copta)

LUTERANI:
Christian Heinrich Zeller (+ 1860), pedagogo a Basilea

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Pietro, Dionisia, Cristina, Andrea e Paolo di Troade (+ 251 ca), martiri
Eraclio, Paolino e Benedimo di Atene (+ 693), martiri

VETEROCATTOLICI:
Burcardo di Beinwil (+ 1192 ca), confessore

19 maggio

Dunstan di Canterbury (ca 910-988)
monaco e pastore

Nel 988 muore a Canterbury il monaco Dunstan, arcivescovo primate della chiesa d'Inghilterra. Dunstan era nato nei pressi di Glastonbury, forse nel 910. Dalle sue biografie non traspare in modo del tutto chiaro se la sua famiglia fosse nobile, o se invece egli sia entrato dopo la sua nascita a far parte dell'importante casata del vescovo di Winchester. Ad ogni modo, fu quest'ultimo ad avviarlo alla vita monastica, spingendolo a entrare nell'abbazia benedettina di Glastonbury.
Uomo di grande cultura e amante della bellezza, Dunstan si dedicò da monaco a diverse attività artistiche come la decorazione di manoscritti, la composizione di musica sacra e la lavorazione dei metalli preziosi. Nel 943 il nuovo re del Wessex lo nominò abate di Glastonbury e si avvalse della sua grande cultura per avviare la rinascita del monachesimo in tutto il paese. Da abate Dunstan promosse lo studio e l'amore per l'arte in diversi monasteri, organizzando una riforma che sarà portata a compimento quando egli verrà eletto arcivescovo di Canterbury sotto il re Edgardo. Anche se a partire dal 970 Dunstan perderà l'appoggio del re, non verrà comunque meno il suo impegno di predicatore, di maestro e di animatore del monachesimo, ed egli è ricordato dagli agiografi per il discernimento e l'energia con cui guidò sino alla fine la diocesi di cui era stato fatto pastore.


TRACCE DI LETTURA

Dunstan studiò con diligenza i libri degli antichi pellegrini irlandesi giunti a Glastonbury, meditando sulle vie della vera fede, e sempre esaminò con attenzione i libri di altri sapienti che egli, grazie alla visione profonda del suo cuore, aveva percepito essere confermati dagli insegnamenti dei santi padri.
Egli vigilava sulla propria condotta ricorrendo ogni volta che poteva all'esame delle sante Scritture, ed era come se Dio in esse gli parlasse. E veramente, ogni volta che poteva essere sollevato dalle sollecitudini terrene per deliziarsi nella preghiera, sembrava che fosse lui a parlare a Dio.

(Vita di Dunstan 11)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che hai fatto di Dunstan
un autentico pastore del tuo gregge,
un restauratore della vita monastica
e un fedele consigliere di chi aveva autorità:
accorda a tutti i pastori gli stessi doni del tuo Spirito
perché possano essere veri servi
di Cristo e di tutto il suo popolo.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Es 31,1-5; 2Cor 5,1-10; Mt 24,42-46


Pietro del Morrone Celestino V (+ 1296)
monaco e pastore

Nel 1296 muore nella torre del castello di Fumone, nei pressi di Ferentino, dove era stato segregato da Bonifacio VIII, Pietro del Morrone, eremita e papa della chiesa di Roma. Di origini umili - era l'undicesimo figlio di una famiglia di contadini - Pietro si era trasferito ancora molto giovane dalla nativa Isernia al monastero benedettino di Santa Maria di Faifoli. Desideroso di una maggiore solitudine, Pietro cominciò assai presto a condurre una vita eremitica e a dedicarsi totalmente alla preghiera. Egli acquisì una tale notorietà, che dovette spingersi sino alle falde della Maiella per potersi sottrarre alla curiosità dei pellegrini, attratti dalla sua ricerca di Dio e dal suo radicalismo evangelico. Ma ormai il suo nome era circolato a tal punto che nel luglio del 1294 fu eletto a sorpresa papa di Roma dopo un conclave che si protraeva da più di due anni, e che lo stesso Pietro aveva stigmatizzato per la sua inconcludenza. Assunto il nome di Celestino V, Pietro si mostrò pastore estremamente umano e misericordioso, e con il suo breve pontificato sembrò aver inizio una profonda riforma della chiesa. Tuttavia, convinto della propria inadeguatezza all'incarico ricevuto, Celestino rinunciò al pontificato, sperando di poter ritrovare la pace dell'eremo. Poco dopo, però, fu fatto arrestare dal suo successore Bonifacio, che in breve aveva revocato quasi tutti i provvedimenti presi da Celestino. Pietro morì solo, e breve vita ebbe anche la congregazione di eremiti da lui fondata. Ma la sua testimonianza di libertà evangelica, rinomata già nei versi del Petrarca, ha lasciato segni profondi nella storia della spiritualità.


TRACCE DI LETTURA

La potenza non mi attira, la trovo anzi essenzialmente cattiva. Il comandamento cristiano che riassume tutti gli altri, è l'amore. Durante questi ultimi mesi, mentre me ne stavo nascosto per sfuggire alle ricerche della vostra polizia, sono diventato più cosciente di quanto non lo fossi nel passato, che la radice di tutti i mali, per la chiesa, è nella tentazione del potere.
Che cosa è divenuto il cristianesimo adattandosi al mondo? Fino a che punto esso l'ha trasformato o ne è stato corrotto? Abbiamo dimenticato che il cristianesimo ha avuto inizio dalla Croce...
Ma perché continuiamo a chiamarci cristiani? Cos'è diventata la Croce per i cristiani d'oggi? Un oggetto ornamentale.

(I.Silone,  L'avventura d'un povero cristiano)


PREGHIERA

O Dio, che hai elevato san Pietro Celestino
alla dignità del sommo pontificato
e gli hai insegnato ad anteporre ad essa l'umiltà,
concedici benigno di disprezzare,
sul suo esempio, le cose mondane:
raggiungeremo allora felicemente
la ricompensa che è promessa agli umili.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Sir 3,19-34; Mt 11,25-30



LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Dunstan, arcivescovo di Canterbury, ripristinatore della vita monastica

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Celestino V, papa ed eremita (calendario monastico)

COPTI ED ETIOPICI (11 bašans/genbot):
Pafnuzio (X sec.), vescovo (Chiesa copto-ortodossa)
Yared l'Innografo (VI sec.), diacono (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Alcuino (+ 804), abate e dottore in Franconia

MARONITI:
Filetero ed Eubioto di Nicomedia (III-IV sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Patrizio, vescovo di Prusa, e compagni (+ 100 ca), martiri
Trasferimento delle reliquie di san Sava (Chiesa serba)