Amare il nemico che è in noi
C’è un livello di divisione interiore profonda che ci impedisce di conoscerci adeguatamente, e quindi di accettarci e amarci, così che possiamo anche accettare e amare gli altri che stanno accanto a noi.
C’è un livello di divisione interiore profonda che ci impedisce di conoscerci adeguatamente, e quindi di accettarci e amarci, così che possiamo anche accettare e amare gli altri che stanno accanto a noi.
Vi è una potenza nel corpo comunitario che consiste nel fatto che la comunità diventa alveo di accoglienza della grazia, sacramento della presenza del Signore, ma questo solo se i suoi membri sono mossi dall’unico amore e dalla stessa fede, basati sul medesimo fondamento e tesi all’identico fine.
La cella è pedagogia alla vita interiore: ci guida verso l’interiorità, cioè verso l’integrazione personale, corpo, mente e spirito, e dunque aiuta la nostra unificazione.
Il silenzio interiore è innanzitutto silenzio della memoria, per non continuare a essere abitati e disturbati da ricordi del passato che ci tolgono la pace, che ci fanno vivere di nostalgie o di rancori o perfino di odio.
Sforzarsi, perdere la vita, rinnegare se stesso, pazientare: tutte operazioni che trovano senso e diventano non solo comprensibili ma anzitutto accettabili e poi anche vivibili se esprimono fede nel Signore, amore e libertà, se avvengono nello spazio dell’amore e della libertà.