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13 settembre

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Giovanni Crisostomo (+ 407), vescovo di Costantinopoli, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Litanie della vigilia di san Cipriano (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (3 tūt/maskaram):
Concilio di Alessandria (248; Chiesa copta)
Abbā Anbasā (XVI sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Giovanni Crisostomo, dottore della chiesa a Costantinopoli

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Vigilia dell'Esaltazione della preziosa e vivificante Croce
Dedicazione della basilica dell'Anastasis (335)
Cornelio il Centurione, martire
Giovanni di Prislop (xv-xvi sec.), eremita (Chiesa romena)
I 100.000 (10.000) martiri georgiani (+ 1225) (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI :
Dedicazione della chiesa dell'Anastasis a Gerusalemme

14 settembre

Esaltazione della croce

Oggi la chiesa universale celebra l'esaltazione della Croce. L'origine più remota di questa festa risiede nell'adorazione che veniva anticamente riservata il Venerdì santo allo strumento di esecuzione del Messia, come attesta la pellegrina Eteria nel diario del suo pellegrinaggio ai luoghi santi. In seguito, la festa odierna passò a commemorare il ritrovamento della croce di Cristo, e fu trasmessa all'occidente dalle riforme promosse da papa Sergio I, che era di origine orientale. La data del 14 settembre è quella della dedicazione della basilica dell'Anastasis (resurrezione) sorta nella prima metà del IV secolo tra il Golgota e il sepolcro di Gesù. Nella festa dell'Esaltazione l'occidente e l'oriente, pur con diversità di accenti, concordano da sempre nel contemplare la croce come strumento della redenzione universale: «Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo», canta l'antifona latina all'Evangelo; nell'ufficiatura bizantina, la croce viene elevata dal presidente dell'assemblea verso i quattro punti cardinali, mentre i fedeli cantano: «Signore, pietà», a significare che attraverso la croce la salvezza è giunta fino ai confini della terra. La croce è e resta l'unico luogo in cui è possibile contemplare la vera immagine del Dio che si china sulle sofferenze degli uomini. I cristiani ricordano con questa festa la vera beatitudine del discepolo, chiamato alla vita piena attraverso la partecipazione al cammino pasquale del Figlio di Dio.


TRACCE DI LETTURA

Il Crocifisso ci rivela il volto di Dio. La conoscenza del vero Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, misericordioso e pieno di amore e di bontà, passa per la conoscenza del volto del Crocifisso.
Se pensiamo Dio soltanto con i nostri concetti umani, se lo immaginiamo come colui che detiene al massimo grado tutta la potenza, tutto l'onore, tutta la gloria, tutto il diritto, come colui che potrebbe rivendicare la signoria di tutta la terra, siamo come la gente comune e i capi di cui ci narra I'Evangelo, i quali dicono: «Dio non può rivelarsi nella morte di croce».
Invece, Dio amore, bontà, misericordia, si rivela proprio nel linguaggio della croce. La vera onnipotenza è quella capace di annullarsi per amore, di accettare la morte per amore.
(C. M. Martini, Non temiamo la storia)


PREGHIERA

Padre santo,
che hai voluto salvare gli uomini
con la morte in croce
di Gesù tuo Figlio,
concedi alla tua chiesa
di sopportare ogni prova
come partecipazione
alle sofferenze di Cristo,
e gli uomini
vedranno apparire nella storia
il segno del Figlio dell'uomo:
la croce della salvezza e della benedizione.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE

1Cor 1,18-25 (vigilia); Nm 21,4-9; Fil 2,6-I1; Gv 3,13-17 (o Gv 19,25-27)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Giorno della santa Croce

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Esaltazione della santa Croce (calendario romano e ambrosiano)
Cipriano (+ 258), vescovo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (4 tūt/maskaram):
Giosuè (II mill. a.C.), figlio di Nun (Chiesa copia)

LUTERANI:
Esaltazione della Croce
Cipriano, dottore della chiesa e martire in Nordafrica

MARONITI:
Esaltazione della santa Croce

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Universale esaltazione della Croce preziosa e vivificante
Dormizione di Giovanni Crisostomo (+ 407), arcivescovo di Costantinopoli

SIRO-OCCIDENTALI:
Festa della santa Croce

ANGLICANI:
Giorno della santa Croce

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Esaltazione della santa Croce (calendario romano e ambrosiano)

SIRO-ORIENTALI:
Esaltazione della santa Croce

VETEROCATTOLICI:
La santa Croce

15 settembre

Caterina da Genova (1447-1510)
testimone

A Genova, nel 1510, muore dopo una lunga malattia e indicibili sofferenze Caterina, testimone dell'amore di Dio. Nata nel 1447 nell'illustre famiglia genovese dei Fieschi, dopo un'infanzia in cui aveva mostrato una forte tendenza al raccoglimento e alla preghiera, Caterina venne data in moglie a un uomo violento di famiglia ghibellina, in un matrimonio di pura convenienza. Dopo anni di sempre maggiore sconforto e disperazione, in cui la sua fede andò spegnendosi, Caterina fece improvvisamente esperienza della grazia e della consolazione del Signore, avvertendo la vocazione a vivere soltanto per corrispondere al grande amore e alla profonda dolcezza ricevuti nel proprio intimo. Passò così il resto dei suoi giorni a servire i malati più poveri, soprattutto i lebbrosi e le vittime della peste che era tornata a infuriare in città. Eletta direttrice dell'ospedale di Pammatone, in cui da anni assisteva gli infermi, Caterina fu raggiunta dal marito, toccato anch'egli dalla grazia della conversione. Attorno a lei si radunò un piccolo gruppo di discepoli, mossi dal solo intento di servire l'amore di Dio nel servizio dei fratelli. Caterina morì consumata da quell'amore di cui si era fatta serva, ma anche duramente provata dall'insorgere quasi improvviso di gravi malattie psichiche e fisiche, che la accompagnarono negli ultimi nove anni di vita in un'interminabile agonia. È patrona della città di Genova.


TRACCE DI LETTURA

O amore, il tuo legame è tanto dolce e forte, che gli uomini legati da questo legame restano così uniti che sono di una medesima volontà e ogni cosa, sia temporale sia spirituale, tra loro resta comune.
O amore mio, Gesù dolce, chi ti ha fatto venire dal cielo in terra? L'amore.
Chi ti ha fàtto patire tanti e così terribili tormenti fino alla morte? L'amore.
Chi ti ha fatto lasciare te stesso come nutrimento all'anima che ami? L'amore.
Chi ti ha mosso che ci hai mandato e continuamente ci mandi, perché sia nostra forza e guida, lo Spirito santo? L'amore.
(Caterina da Genova, Opere)


PREGHIERA

O Dio,
che hai fatto ardere santa Caterina
di un fuoco d'amore divino
nel contemplare
la passione di
tuo Figlio,
per la sua intercessione ti preghiamo:
accendi in noi
la fiamma del tuo amore
e nella tua bontà rendici partecipi
della medesima passione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Ger 20,7-9; Lc 6,27-38


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Cipriano (+ 258), vescovo di Cartagine, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Beata Maria vergine addolorata (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (5 tūt/maskaram):
Sofia del Basso Egitto (?), martire (Chiesa copia)

LUTERANI:
Jan van Woerden (†1525), testimone fino al sangue nei Paesi Bassi

MARONITI:
Niceta il Goto (+ 370), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Niceta il Goto, megalomartire
Simeone di Tessalonica (+ 1429), vescovo (Chiesa greca)

VETEROCATTOLICI:
Giovanni Crisostomo (+ 407), vescovo e dottore della chiesa

16 settembre

Cipriano di Cartagine e Cornelio di Roma (+ 258)
pastori e martiri

Nel 258 nel corso delle persecuzioni dell'imperatore Valeriano, muore martire a Cartagine il vescovo Cipriano. Nato intorno al 210, Cipriano era un retore pagano che si convertì al cristianesimo dopo aver distribuito tutti i suoi beni ai poveri. A tre anni soltanto dalla conversione fu eletto vescovo di Cartagine. Vissuto in un periodo di grandi divisioni nella chiesa, suscitate dalle diverse posizioni assunte dai cristiani di fronte alla pressione ad apostatare esercitata su di loro dai persecutori, Cipriano optò sempre per un atteggiamento misericordioso verso chi era caduto nell'apostasia. Convinto infatti che il ministero episcopale fosse uno e indivisibile, e che fosse stato lasciato da Cristo alla chiesa per custodirne l'unità attraverso la remissione dei peccati, egli difese l'autorità episcopale sia contro le intromissioni dell'impero sia contro quei cristiani che minavano l'unità della chiesa pretendendo di costituire delle chiese parallele di uomini impeccabili. Anche per questo motivo, Cipriano sostenne contro l'antipapa Novaziano, eletto dalla fazione più rigorista del clero romano, il legittimo papa di Roma Cornelio. Il comune atteggiamento di Cornelio e Cipriano verso chi aveva ceduto di fronte alle violenze dei persecutori e la loro comune morte nel martirio, hanno fatto sì che la chiesa d'occidente li ricordi assieme in questo giorno.


TRACCE DI LETTURA

Fratelli, vi sono alcuni che invece di proporre la speranza, insinuano la disperazione e la mancanza di fede sotto il pretesto di offrire la fede. Ma il Signore dice a Pietro: «Io ti dico che tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'inferno non la vinceranno. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato anche nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto anche nei cieli».
Il Signore edifica la sua chiesa sopra uno solo; anche se dopo la sua resurrezione egli conferisce un'eguale potestà a tutti gli apostoli: «Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi. Ricevete lo Spirito santo: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi; saranno ritenuti a chi li riterrete». Tuttavia per evidenziare l'unità dispose che l'origine della medesima procedesse da uno solo. Come può credere allora di possedere la fede chi non mantiene l'unità della chiesa?
(Cipriano, L'unità della chiesa cattolica 3-4)


PREGHIERA

O Dio, che hai dato al tuo popolo
i santi Cornelio e Cipriano,
pastori generosi e martiri intrepidi,
con il loro aiuto rendici forti
e perseveranti nella fede,
per collaborare assiduamente
all'unità della chiesa.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Rm 5,1-5; Mt 10,17-22


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Ninian (+ 432), vescovo di Galloway, apostolo dei Pitti

Edward Bouverie Pusey (+ 1882), presbitero, trattariano (movimento di Oxford)

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cornelio, papa, e Cipriano, vescovo, martiri (calendario romano e ambrosiano)

Eufemia di Calcedonia (III-IV sec.), vergine e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (6 tūt/maskaram):
Isaia (VII-VI sec. a.C.), profeta (Chiesa copta)

LUTERANI:
Kaspar Tauber (+ 1524), testimone fino al sangue a Vienna

MARONITI:
Cipriano, vescovo di Cartagine, martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eufemia di Calcedonia, megalomartire
Ioannichio II (XIII-XIVsec.), primo patriarca dei serbi (Chiesa serba)

VETEROCATTOLICI:
Cipriano, vescovo e martire

17 settembre

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Dag Hammarskjöld (1905-1961)
testimone

Nel 1961 muore in un incidente aereo a Ndola, in Congo, Dag Hammarskjöld, statista e testimone del Vangelo. Ultimo di quattro figli, Dag era nato nel 1905 a Jönköping, in Svezia. Figlio d'arte, dopo brillanti studi iniziò a servire il proprio paese dapprima come amministratore e poi come politico. Il 7 aprile del 1953 fu eletto alla carica di Segretario generale delle Nazioni Unite, responsabilità che gli venne confermata allo scadere del mandato nel 1958. Hammarskjöld morì nel corso di una missione per risolvere la crisi congolese. Nello stesso anno gli venne attribuito il premio Nobel per la pace, alla memoria. Alla sua morte emerse il sorprendente itinerario interiore che aveva silenziosamente accompagnato il suo intenso viaggiare esteriore. Hammarskjöld fu infatti uomo di tutti, come gli imponeva la sua funzione pubblica, ma con un cuore indiviso e teso al dialogo con il Signore. Egli seppe riempire l'inevitabile solitudine di chi ha grandi responsabilità nei confronti degli altri con la compagnia dell'unica voce capace di dare un senso, giorno dopo giorno, alla missione ricevuta. Il suo diario, pubblicato postumo, una sorta di «libro bianco con se stesso e con Dio», rivela al lettore una profonda fede e un raro slancio mistico, vissuti nell'intimità del cuore e senza ostentazioni, nella costante convinzione che la vita sia un procedere in modo risoluto da una traccia all'altra di un sentiero di montagna; e sostando presso ciascuna di esse l'uomo non può che dire: «Al passato: grazie al futuro: sì!».


TRACCE DI LETTURA

La luna invernale catturata nel groviglio dei rami. Greve del mio sangue, la vincolante promessa. Intorno dormivano gli alberi, nudi contro il cielo notturno. «Però non come voglio io...». Il fardello rimase mio. Non intesero il mio appello. E tutto era silenzio. Poi le fiaccole e il bacio. Poi quell'alba grigia nel palazzo. Quale aiuto dal loro amore? Ora una sola questione se li amo...
(D. Hammarskjöld, Diario, 26 novembre 1960)


Leggi tutto: 17 settembreIldegarda di Bingen (1098-1179)
monaca

Nel 1179 muore nel monastero di Rupertsberg, presso Bingen, Ildegarda, monaca e visionaria.
Nata ottantun anni prima a Bermersheim, nella Renania, Ildegarda fu affidata a otto anni a Jutta di Sponheim, un'anacoreta che viveva legata alle benedettine di Disibodenberg. Intorno alle due donne la comunità crebbe, e alla morte di Jutta, Ildegarda ne assunse la responsabilità.
Essa seppe fare tesoro della propria estrema sensibilità e fragilità fisica per comprendere in profondità le forze fisiche e biologiche della natura e per affinare la propria arte farmacologica e medica, da cui molti trassero grandi benefici.
Attenta lettrice e ruminatrice delle Scritture, fu una donna di temperamento straordinario: predicò il vangelo in modo itinerante, quasi un secolo prima di Francesco d'Assisi, seguendo unicamente la voce interiore che la spingeva a farlo; promosse il rinnovamento spirituale nel monachesimo del suo tempo, e fu sempre pronta a servire i malati e a lenire le loro sofferenze.
In tutto questo, Ildegarda non dimenticò mai le proprie figlie spirituali, ma continuò sino alla fine a seguire a una a una tutte le monache dei monasteri che aveva fondato, con una dolcezza e una sensibilità pari alla forza e alla fermezza che aveva saputo mostrare quando si era trovata ad ammonire e a consigliare i potenti del suo tempo.
Su indicazione di Bernardo di Clairvaux, Ildegarda mise per iscritto il frutto della sua contemplazione visionaria del mondo, lasciando così ai posteri almeno un poco della sapienza che aveva saputo vivere e incarnare nel suo lungo itinerario umano e monastico.


TRACCE DI LETTURA

O fuoco dello Spirito Paraclito, vita della vita di ogni creatura, sei santo, tu che vivifichi le forme.
Sei santo, tu che copri con balsami le fratture doloranti, santo, tu che fasci le ferite incancrenite. Soffio di santità, fuoco di amore, dolce gusto nei cuori e pioggia nelle anirne, profumato di virtù.
Fontana purissima nella quale si vede Dio, intento a radunare gli stranieri e a cercare gli smarriti.
Corazza della vita, speranza dell'unione di tutti gli uomini, crogiolo della bellezza, salva le tue creature!
Grazie a te le nubi corrono, l'aria plana, le pietre si coprono di umidità, le acque diventano ruscelli e la terra trasuda la linfa verdeggiante.
E sei ancora tu a guidare incessantemente i dotti e a colmarli di gioia mediante l'ispirazione della tua sapienza.
Lode dunque a te, che fai risuonare le lodi e rallegri la via: a te la speranza, l'onore e la forza.
Lode a te che porti a noi la luce.
(Ildegarda di Bingen, O fuoco delloSpirito Paraclito)


PREGHIERA

Dio di misericordia,
che hai dato alla tua serva Ildegarda
la grazia di servirti con un cuore unificato
e di amarti al di sopra di ogni cosa:
fa' che,rinnovata la nostra comunione con te
grazie a questo sacramento,
rinunciamo a tutto ciò che ci trattiene
dalla sequela di Cristo
e cresciamo nella sua somiglianza
di gloria in gloria.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Pr 8,12-14.22-31; 1Cor 2,9-13; Lc 10,21-24


LE CHIESE RICORDANO

ANGLICANI:
Ildegarda, badessa di Bingen, visionaria

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Roberto Bellarmino (+ 1621), vescovo e dottore della chiesa (calendario romano)
Satiro (+ ca 378), confessore (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (7 tūt/maskaram):
Dioscoro (ca 454), patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa ed etiopica)

LUTERANI:
Ildegarda di Bingen, mistica e badessa
Johann Heinrich Bullinger (+ 1575), riformatore a Zurigo

MARONITI:
Sofia di Tessalonica e le sue 3 figlie (II sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sofia, Pistis, Elpis e Agape di Tessalonica, martiri
Ritrovamento delle reliquie di loasaf di Belgorod (1911) (Chiesa russa)
Simeone Inauridze (XVIII sec.), monaco (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI
Ildegarda di Bingen, vergine e badessa