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30 agosto

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Takla Hāymānot (+ 1313)
monaco

La chiesa etiopica ricorda oggi il monaco Takla Hāymānot, fondatore del monastero di Dabra Libānos. Feśśeḥa Ṣeyon - questo il suo nome di battesimo - nacque nella prima metà del XIII secolo a Zorare, regione etiopica da poco evangelizzata. Raggiunta la maggiore età, egli si sposò, ma rimase molto presto vedovo. Iniziò allora un ministero itinerante di predicatore dell'Evangelo.
La vera svolta nella sua vita avvenne però quando egli entrò nel monastero di Dabra Ḥayq, nel nord del paese, il cui abate era un altro celebre monaco etiopico: Iyāsus Mo'a. Takla Hāymānot fu dunque discepolo di Iyāsus Mo'a e dell'abate Yoḥanni, prima di divenire a sua volta padre spirituale di un gran numero di monaci. Tornato nella regione natia, egli fondò il monastero di Dabra Asbo, che intorno alla metà del XV secolo assumerà il nome odierno di Dabra Libanos, uno dei più importanti centri spirituali della storia etiopica. L'irradiamento monastico di Dabra Asbo fu enorme, anche perché ebbe tra i suoi primi monaci molti uomini imparentati con la nascente dinastia dei salomonidi, e numerosi furono i monasteri che da esso ebbero origine. Anche per questo Takla Hāymānot, che in etiopico significa «pianta della fede», è considerato il capostipite della più grande famiglia monastica dell'Etiopia. Egli fu soprattutto un uomo di grande preghiera. Nell'iconografia tardiva, è rappresentato spesso intento a pregare in piedi su di una gamba sola, poiché l'altra, secondo la tradizione, gli era caduta dopo essersi completamente atrofizzata. Gli ultimi anni della sua vita egli li trascorse in volontaria e pressoché totale solitudine. Morì nel 1313 il 24 naḥasē, corrispondente al 30 agosto del nostro calendario.


TRACCE DI LETTURA

Il nostro santo padre Takla Hāymānot si mise a riflettere e disse: «Ahimè, come sono miserabile! Che cosa risponderò il giorno in cui il giusto Giudice verrà? Non ha forse detto: "Nessuno entrerà nel regno dei cieli se non farà la giustizia del Padre mio che è nei cieli"? E allora, povero me, dove fuggirò e dove troverò rifugio davanti alla sua collera? Povero me, non mi sono ornato di una qualsiasi opera buona per le nozze celesti. Sono come il sale con il quale si salano gli alimenti: quando perde il suo sapore, lo si getta per strada e gli uomini lo calpestano. Sono come una lampada spenta, che nessuno riesce a ravvivare e che rimane nell'oscurità. Chi può guarire il medico che non sa guarire se stesso? Così è la mia anima in me».
Allora egli si costruì nel deserto una piccola cella appena sufficiente per accoglierlo in piedi, entrò in essa e cominciò una lotta ascetica assai rude e disse: «Non salirò sul letto del mio riposo, non concederò il sonno ai miei occhi, né l'assopimento alle mie palpebre, finché non trovi un luogo al Signore, una dimora al Potente di Giacobbe».
( Atti di Takla Hāymānot )


PREGHIERA

Salute alla tua nascita,
seguita alla lunga sterilità di tua madre,
o Takla Hāymānot, sole che giudica il tempo:
la tua lode ha riempito la terra,
da un'estremità all'altra,
e i cieli sono ricoperti della tua bellezza!


LETTURE BIBLICHE

Gv 10,1ss.; Rm 8,35ss.; 1Pt 5,1ss.; At 20,28ss.; Mt 10,16ss.


Leggi tutto: 30 agostoJohn Bunyan (1628-1688)
testimone

Nel 1688 muore a Londra John Bunyan, predicatore e scrittore inglese.
Nato a Elstow, vicino a Bedford, Bunyan ereditò dal padre la professione di calderaio. A venticinque anni iniziò a frequentare gli ambienti battisti di Bedford e a predicare il vangelo.
Non avendo tuttavia ricevuto l'autorizzazione alla predicazione, egli trascorse più di dodici anni in prigione, poiché non voleva promettere che avrebbe desistito dal suo fermo proposito di annunciare il vangelo; in carcere, dove aveva come uniche letture la Bibbia e il Libro dei martiri di George Fox, compose una splendida autobiografia spirituale, assieme a Il viaggio del pellegrino, opera che lo renderà noto e amato in tutto il mondo della Riforma di lingua inglese.
Uomo estremamente aderente alla realtà, Bunyan dovette alla sua educazione calvinista, che dapprima respinse ma che costituirà poi l'elemento strutturante della sua personalità, la scarsa propensione a fughe spiritualiste e il coraggio con cui affrontò quella che ritenne essere la sua unica vocazione: annunciare la Parola del Signore. Uscito dal carcere e divenuto ormai famoso, egli poté finalmente svolgere il suo ministero itinerante, che compì fedelmente sino alla fine dei suoi giorni.


TRACCE DI LETTURA

Lettore, guarda alla sostanza del mio dire.
Scosta la tenda, guarda dietro il velo,
scopri le metafore e non mancare
di trovar cose che, se bene cercherai,
a mente onesta potranno giovare.

Quanto trovi di scorie, abbi il coraggio
di gettarlo, ma pur conserva l'oro.
Che importa se nel sasso l'oro è chiuso?
Non getti via la mela per il torsolo.
Ma se ti sembra tutto da gettare,
forse forse, ritornerò a sognare!
(J. Bunyan, Il viaggio del pellegrino)


PREGHIERA

Dio di pace,
tu hai chiamato il tuo servo John Bunyan
a essere coraggioso per la verità:
accorda anche a noi, stranieri e pellegrini,
di poterci alla fine rallegrare con tutto il popolo cristiano della tua città celeste.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Es 3,7-12; Eb 12,1-2; Lc 21,21.34-36


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
John Bunyan, autore spirituale

COPTI ED ETIOPICI (24 misrā/naḥasē):
Tommaso (IV sec.), vescovo di Maraš (Chiesa copta)
Abuna Takla Hāymānot (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Matthias Grünewald (+ 1528), pittore in Alsazia

MARONITI:
Melania la Giovane (+ 439), monaca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Alessandro (+ 337), Giovanni (+ 577) e Paolo il Giovane (+ 784), patriarchi di Costantinopoli

31 agosto

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Aidan (+ ca 651), vescovo di Lindisfarne, missionario

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Abbondio (+ 469) e Felice (IV sec.), vescovi di Como (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (25 misrā/naḥasē):
Bessarione il Grande (IV sec.), monaco (Chiesa copta)

LUTERANI:
John Bunyan (+ 1688), predicatore del risveglio in Inghilterra
Ludwig Zimmermann (+ 1906), testimone fino al sangue in Lettonia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Deposizione della Cintura della santissima Madre di Dio nella chiesa di Chalkoprateia (IV-V sec.)
Giovanni di Rila (IX-X sec.), anacoreta (Chiesa serba)
Cristodulo il Monaco (XII sec.) (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Gabriele di Bet Qustān (VII sec.), igumeno e vescovo

18 settembre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Eustorgio I (IV sec.), vescovo di Milano (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (8 tūt/maskaram):
Mosè (II mill. a.C.), capo dei profeti (Chiesa copta)
Zaccaria, padre di Giovanni il Battista (Chiesa etiopica)

MARONITI:
Lucia (+ 304), martire
Fuga del Signore in Egitto

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eumenio il Taumaturgo (VII-VIII sec.), vescovo di Gortina

LUTERANI:
Lamberto (+ 705), vescovo ed evangelizzatore nel Brabante
August Gottlieb Spangenberg (+ 1792), vescovo delle «Comunità dei fratelli»

SIRO-OCCIDENTALI:
Giacomo di Salah (V sec.), monaco

1 settembre

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Egidio di Provenza (+ ca 710), eremita

COPTI ED ETIOPICI (26 misrā/naḥasē):
Mosè e Sara di Alessandria (+ ca 250), martiri

LUTERANI:
Sixt Karl Kapff (+ 1879), padre spirituale nel Wϋrttemberg

MARONITI:
Simeone lo Stilita l'Anziano (IV-V sec.), confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Inizio dell'lndiktos (anno ecclesiastico)
Simeone lo Stilita l'Anziano, monaco

SIRO-OCCIDENTALI:
Melke discepolo di Eugenio (IV sec.), monaco

VETEROCATTOLICI:
Verena (+ ca 350), vergine

 

 

2 settembre

Nicolai Frederik Severin Grundtvig (1783-1872)
pastore luterano e innografo

Il 2 settembre del 1872 muore a Copenaghen Nicolai Frederik Severin Grundtvig, pastore della Chiesa luterana di Danimarca e innografo tra i più fecondi nella storia della Riforma.
Nativo di Udby, nel Seeland danese, Nicolai Grundtvig fu contemporaneo di Søren Kierkegaard, e al pari di questi - seppur con un'impostazione teologica profondamente differente - contribuì in modo decisivo alla reinterpretazione della tradizione luterana nel suo paese. La sua intuizione di fondo è che la vita spirituale si trasmette essenzialmente mediante il linguaggio, e che la parola è il veicolo dello spirito, sia nel linguaggio profano che nella predicazione della chiesa. A partire da questa intuizione, e profondamente convinto dell'importanza della libertà umana - valorizzata e non negata da un Dio che si comunica «parlando» -, egli sostenne che là dove la Parola è predicata e quindi accolta nella professione di fede di una comunità, la comunità stessa diviene chiesa: presenza santa e vivente di Cristo nella storia. Tale concezione dinamica e spirituale della chiesa, che Grundtvig deve a una rilettura di Lutero alla luce della tradizione patristica e in particolare di Ireneo da Lione, traspare nei più di 1500 inni che Grundtvig ci ha lasciato, e gli ha permesso di essere un precursore del moderno ecumenismo. Coerentemente con la sua preferenza per la comunicazione orale della fede, egli diede vita a molte «scuole superiori popolari», che si sarebbero diffuse ben al di là dei confini della Danimarca. A lungo incompreso e osteggiato nella sua stessa chiesa, Grundtvig fu tuttavia riconosciuto negli ultimi anni della sua vita da tutti come un maestro e un pastore di grande valore.


TRACCE DI LETTURA

O occhi, davvero siete benedetti,
voi che avete visto il Figlio di Dio sulla terra!
O orecchi, davvero siete colmi di grazia,
voi che avete udito la sua parola,
la parola dell'unico sulla cui lingua non vi è che la verità di Dio e la sua grazia!
Molti profeti e re avevano desiderato vedere il tuo giorno.
I gemiti del cuore e i canti degli angeli
avevano profetizzato l'anno di grazia
in cui la luce e la vita di Dio avrebbero trionfato con la loro forza
sulla tenebra e sulla morte.
Come siamo fortunati noi cristiani:
il tempo della grazia non è mai passato;
illuminati dal radunarsi insieme della chiesa
anche noi siamo i figli prediletti della grazia.
Gli occhi vedono, gli orecchi odono colui che porta a noi la parola di Dio,
colui che ci accorda luce e vita con il suo Spirito e la sua Parola,
colui che ricompone ogni nostra vita spezzata alla sua fonte e alla mensa del suo altare:
Gesù Cristo, che porta a noi la gioia, viene vivente, è presente in mezzo a noi
(N. Grundtvig, Inni )


Martiri di Papua Nuova Guinea (+ 1901 e 1942)

Nella comunione anglicana si ricordano oggi i martiri di Papua Nuova Guinea. La chiesa di quelle terre ha conosciuto infatti per due volte la grazia del martirio nel corso del ventesimo secolo. James Chalmers, Oliver Tomkins e alcuni compagni, inviati in Nuova Guinea dalla Società Missionaria di Londra, morirono martiri nel 1901. Quarant'anni dopo, durante la seconda guerra mondiale, la Nuova Guinea fu occupata dall'esercito imperiale giapponese e i cristiani subirono atroci persecuzioni. Fra coloro che trovarono la morte a motivo della loro fede vi furono due presbiteri inglesi, Vivian Redlich e John Barge, che avevano deciso di rimanere accanto ai fedeli affidati alle loro cure anche dopo l'invasione giapponese del 1942; essi vennero traditi e decapitati, assieme a sette predicatori australiani e a due papuani, Leslie Gariadi e Lucian Tapiedi. Al ritiro delle truppe giapponesi i martiri risultarono più di trecento, appartenenti a pressoché tutte le confessioni cristiane presenti in Nuova Guinea.
A memoria del martirio dei cristiani di Papua Nuova Guinea, la Chiesa d'Inghilterra ha voluto inserire nel 1998 una statua dedicata a Lucian Tapiedi accanto ad altre nove statue di martiri del xx secolo poste sulla facciata occidentale dell'Abbazia di Westminster.


TRACCE DI LETTURA

Papua è un corpo, la chiesa: Dio non ci abbandonerà. Egli ci sosterrà, ci darà forza e ci guiderà attraverso i giorni che si prospettano innanzi a noi. Se partissimo tutti, ci vorrebbero non so quanti anni per far riprendere la chiesa dal nostro tradimento della fiducia accordataci da questo popolo. Se rimaniamo, anche se al peggio finissimo tutti per pagare con la vita il nostro rimanere, la chiesa non morirà, perché le sue pareti non saranno crepate dalla mancanza di fiducia, e le sue fondamenta e le sue strutture riceveranno forza per una futura riedificaione proprio dalla nostra ,fedeltà fino' alla morte. Questa, io credo, è la decisione di voi tutti. Non abbiamo timore. A tutti la mia benedizione. Il Signore sia con voi.
(Ph.Strong, vescovo di Papua, Discorsi alla radio)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
con la tua grazia e la tua forza
i tuoi santi martiri
hanno trionfato sulla sofferenza
e sSono rimasti fedeli sino alla morte:
accorda anche a noi di sopportare
l'umiliazione e la persecuzione
rendendo fedelmente testimonianza
al Nome di Gesù Cristo
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Is 43,1-7; 2Ti 2,8-13; Mt 10,28-39


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Martiri di Papua Nuova Guinea

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Antonino di Apamea (IV sec.), martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (27 misrā/naḥasē)
Poenien ed Eudossia di Šasbir (?), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Nicolai Frederik Severin Grundtvig, riformatore della chiesa in Danimarca

MARONITI:
Mamante di Gangra (1275), martire
Giosuè (II mill. a.C.), figlio di Nun

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Mamante di Gangra, martire
Giovanni il Digiunatore (+ 595), patriarca di Costantinopoli