La chiesa corpo di Cristo e i carismi del popolo di Dio
Padre Nassam Nassif è professore all’Istituto di Teologia “San Giovanni Damasceno” dell’Università di Balamand, dove insegna dal 2005. Dal 2015 è anche coordinatore del baccellierato in teologia.
Quale presbitero della Chiesa ortodossa di Antiochia, il reverendo Bassam Nassif si preoccupa di integrare la teologia pastorale della Chiesa ortodossa con la ricerca e l’esperienza delle scienze umane, che conduce alla formazione di una cura pastorale terapeutica. Lo scopo di p. Nassif è di affrontare le sfide contemporanee che la Chiesa si trova di fronte in un mondo pluralistico e secolarizzato. Fondandosi sulla ricerca scientifica e sulla ricca tradizione della Chiesa, egli cerca di offrire un approccio moderno alla pastorale, che pervenga alla giustizia dell’uomo. Dal 2015, in particolare, dirige un progetto di ricerca sulle implicazioni pastorali della post-modernità sul matrimonio e la vita familiare.
Secondo san Paolo, i membri della Chiesa “crescono in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso…” (Ef 4,15-16). Com’è possibile che si realizzi, sinergicamente, quest’opera di crescita ed edificazione all’interno del Corpo di Cristo? Qual è il valore dei vari carismi? Questa relazione presenta il ruolo centrale dei carismi e il loro fine vitale nell’economia della salvezza, focalizzandosi su alcuni dei primi testi patristici sul tema. A partire da intuizioni che emergono dalla cura pastorale, essa aspira a suscitare una riflessione sulla teologia della vocazione cristiana (matrimonio, celibato per il Regno di Dio e monachesimo).
Monachesimo e matrimonio. Una comune vita di testimoni
John Behr è direttore del master in teologia del Seminario ortodosso St Vladimir di New York. Tiene corsi di patristica, dogmatica ed esegesi biblica anche alla Fordham University.
Nato nel 1966 nel Regno Unito da un prete russo ortodosso e dalla figlia di un pastore luterano tedesco, John Behr si è laureato in filosofia a Londra nel 1987, e ha conseguito poi un Master in Studi Cristiani orientali presso l’Università di Oxford, sotto la direzione del vescovo Kallistos (Ware). Dal 2001 è professore ordinario al Seminario di St Vladimir, di cui è stato anche decano dal 2007 al 2017. Dirige inoltre la Popular Patristics Series per la casa editrice SVS Press.
La sua produzione scientifica è vastissima e spazia da Ireneo di Lione a Origene, da Clemente di Roma a Diodoro di Tarso e Teodoro di Mopsuestia. Il suo progetto più recente è uno studio patristico-esegetico sul quarto vangelo.
La bellezza nella vita cristiana: l’esperienza del perdono
Peter Bouteneff è professore di teologia sistematica presso il seminario ortodosso St Vladimir. Diplomatosi in musica nel 1983, visse e lavorò in Giappone. In seguito, ottenne la laurea in teologia presso l’istituto St Vladimir e il dottorato a Oxford sotto la guida di Kallistos Ware. Ha lavorato a lungo nel dialogo teologico, in particolare come segretario esecutivo di Fede e costituzione al Consiglio ecumenico delle Chiese, e ha scritto molto sulle relazioni tra la chiesa ortodossa e le altre chiese. La sua doppia realtà di teologo e musicista l’ha portato a esplorare soprattutto i legami tra teologia e cultura. È responsabile editoriale della collana “Foundations” della SVS Press e dirige l’Arvo Pärt Project presso l’istituto St Vladimir, organizzando concerti, corsi e pubblicazioni, tra cui la sua Arvo Pärt: Out of Silence.
La sua pubblicazione più recente è invece How to Be a Sinner, che offre meditazioni sul riconoscersi peccatori.
Attingendo principalmente agli scritti della filosofa e mistica francese Simone Weil, ma anche all’opera di Hans Urs von Balthasar (con riferimento anche alla musica di Arvo Pärt), la relazione proporrà una serie di riflessioni sul rapporto tra bellezza, afflizione, peccato, pentimento e perdono.
Dimentichi del passato e protesi al futuro (Fil 3,13-14).
La chiamata di Dio in Gesù Cristo
In Filippesi 3,13-14, Paolo usa la metafora di un corridore che gareggia in una gara per rappresentare la vita dell'apostolo stesso. Paolo ignora le cose che stanno dietro e tende alle cose che stanno davanti, agognando alla meta della chiamata celeste di Dio in Cristo Gesù. Ma che cosa significa esattamente la parola "chiamata" nelle lettere di Paolo e nelle Scritture? Dopo aver brevemente esaminato questo termine, la relazione prender' in esame Filippesi 3,13-14 e il suo contesto per evidenziare ciò che Paolo sta cercando di trasmettere in questi versetti. Infine, sar' proposta una breve attualizzazione di questo testo per quanto riguarda la direzione in cui la Chiesa ortodossa è spesso concentrata oggi.
PhD, Loyola University, Chicago
MDiv, Holy Cross Greek Orthodox School of Theology
BA, Hellenic College