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“Non passare oltre senza fermarti” - Le Querce di Mamre

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Nella storia di Abramo Dio appare tre o quattro volte, per trasmettere una benedizione, una promessa o un comando, mai però per lasciarsi vedere. L’episodio raccontato al capitolo 18 di Genesi fa eccezione: i tre forestieri incarnano una presenza divina che, in un primo momento, non sembra avere nessuna comunicazione da fare ad Abramo. Gli ospiti si ristorano, pranzano, e solo alla fine di un incontro che si è svolto come qualsiasi altro incontro umano recano ad Abramo e Sara, coniugi ormai anziani, la buona notizia della nascita di un figlio.

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Scoprire l'altro, vivere con l'altro

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Gesù cammina con i discepoli nella regione pagana di Tiro e Sidone. Una donna cananea va loro incontro gridando (Mt 15,21-28). Chiede aiuto per la figlia malata. Nessun ascolto! C’è una donna che implora per la figlia che soffre, e c’è un gruppo di maschi che procede insensibile, al massimo infastidito da una che intralcia il passo gettandosi ai loro piedi. È una scena violenta. Siamo nella terra del dolore che colpisce in maniera indistinta tutti gli esseri umani, ebrei e pagani, uomini e donne, e che non conosce confini né barriere. Eppure il maestro non si lascia toccare. Anzi ne fa un motivo per ribadire il senso della sua missione riservata solo alle pecore perdute di Israele e per discettare della sua teologia dell'elezione di Israele che giustifica il rifiuto di lei.

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La compassione apre e disorienta

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Gesù sta camminando, quando si getta ai suoi piedi una persona lebbrosa che lo costringe a fermarsi ( cf.Mc 1,40-45). Nella Scrittura (cf. Lv 13-14; Nm 5,1-3) la persona affetta da una malattia della pelle deve stare fuori dall’abitato, perché è pericolosa. Alla malattia si associa uno stigma religioso: è segno del castigo divino (cf. Nm 12,12). È ritenuta impura; toccare consapevolmente una tale persona è peccato (cf. Lv 5,3).

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Un luogo “pericoloso”

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Qual è la prima tappa del viaggio? Un luogo “pericoloso”: il deserto. Qui sulla soglia dell’attività da predicatore itinerante chi incontra Gesù? Se stesso. Per la prima volta diventa consapevole di essere altro ed estraneo rispetto a sé. Si scopre “altro”. Ascolta gli “altri” presenti in lui. Vede le contraddizioni e i conflitti che lo abitano. Il luogo “pericoloso” è infine la propria interiorità. È il racconto delle tentazioni (cf. Mt 4,1-11; Lc 4,1-13). Gesù scopre in sé i sogni di onnipotenza e di onnidominazione, l’illusione dell’invulnerabilità, il desiderio di essere per il Padre e per gli altri esseri umani e insieme il rischio di manipolarli a proprio favore.

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Si parte!

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Incominciamo un viaggio. Come in ogni viaggio, si fa conoscenza di se stessi. Una scoperta resa possibile dagli incontri e dagli accadimenti che costellano il viaggiare. Eventi dei quali non disponiamo ma che ci chiedono di posizionarci. Quale viaggio? Quello di un predicatore itinerante di nome Gesù.

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Un caleidoscopio di cristiani

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“Nonna, sai quando si festeggia il Natale?”.
Lo sguardo di nonna Gina si fa interrogativo, la bocca si solleva appena in un mezzo sorriso nel rispondere al piccolo Matteo: “Come se so quando si festeggia il Natale? Matteo… ma lo sai anche tu, è appena passato: il 25 dicembre…”.
“Sì, ma non per tutti!” esulta il bambino, rischiando di rovesciare la cioccolata calda fumante davanti a lui
“Non per tutti?”.
“Non per tutti, nonna: il mio amico Alex l’ha festeggiato il 7 gennaio. Sai, lui è ortodosso. Lo sai cosa vuol dire ortodosso?”.

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PODCAST - Caleidoscopio, voci di giovani cristiani

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A fine Luglio 2024 hanno partecipato a una settimana di incontro ecumenico a Bose giovani cattolici, ortodossi e copti provenienti un po’ da tutta Italia. L’ultimo giorno li abbiamo intervistati per farci raccontare come erano trascorsi questi giorni di convivenza.
In occasione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani vi facciamo ascoltare il caleidoscopio delle loro voci.

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