Ora che anche per lui, che aveva scelto proprio Benedetto come nome da papa, nulla più si frappone all’amore di Cristo che lo accoglie e all’incontro con Colui che ha tanto cercato, noi fratelli e sorelle di Bose desideriamo rendere grazie al Signore per aver donato alla Chiesa e al mondo un testimone fedele del Vangelo come papa Benedetto XVI.
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Non solo e non tanto a noi, fratelli e sorelle di Bose, ma ad amici e lettori un po’ in tutto il mondo: giustamente Giulia Galeotti su L’Osservatore romano ha ricordato che Jim Forest “con delicatezza, passione e grande profondità, ci ha fatto conoscere giganti del Novecento come Dorothy Day, Thomas Merton e Daniel Berrigan”. Ma Jim ha fatto qualcosa in più che farceli conoscere: ce li ha fatti amare, proprio perché a sua volta li aveva amati.
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23 gennaio 2022
L’unica preoccupazione, l’unico pensiero da cui è mosso un monaco nel suo vivere quotidiano, dev’essere il dinamismo della ricerca del Regno di Dio, dell’invenzione di una fedeltà al vangelo che sia anche significativa storicamente, che parli alla chiesa nel suo cammino storico, che si relazioni alle persone che vivono in quell’oggi storico. Si tratta di entrare sempre più nella libertà.
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16 gennaio 2022
Preliminare a ogni discorso sul lavoro in una comunità monastica è l’assunzione della vita monastica come vita, come la propria vita e poi la determinazione a formare un solo corpo con le persone che compongono la comunità. Il lavoro è dimensione costitutiva della vita monastica perché è anzitutto costitutivo della vita tout court ed è essenziale per l’equilibrio psicologico, affettivo e spirituale di una persona e lo manifesta anche. È essenziale per la sua umanità.
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