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6 novembre

WILLIAM TEMPLE (1881-1944)
pastore e testimone di ecumenismo

Nato a Exeter nel 1881, William Temple è stato uno dei principali protagonisti del movimento ecumenico nel XX secolo. Dopo gli studi teologici e filosofici compiuti brillantemente a Oxford, egli iniziò ad attuare in prima persona un programma di sostegno agli ultimi della società inglese. La sua attenzione ai poveri non lo abbandonerà mai, e finirà per permeare ogni scelta e pronunciamento decisivo della sua vita. Ordinato presbitero, Temple fu eletto vescovo di Manchester a 40 anni, e pochi anni dopo fu trasferito alla sede arcivescovile di York. Nella sua nuova posizione di primo piano nella Chiesa d'Inghilterra - di cui diventerà nel 1942 arcivescovo di Canterbury - Temple denunciò con coraggio la profonda contraddizione al vangelo costituita dalle disuguaglianze sociali e dall'estrema difficoltà per i poveri di conseguire un'educazione dignitosa. Promotore del Consiglio britannico delle Chiese, Temple presiedette nel 1937 a Edimburgo la seconda conferenza internazionale di Fede e Costituzione, dove propose di creare un «Consiglio mondiale delle chiese», che vedrà la luce pochi anni dopo la sua morte. Alle soglie della seconda guerra mondiale, egli si adoperò in ogni modo per scongiurare il disastro bellico, che tra l'altro avrebbe finito per pesare soprattutto sui ceti più disagiati della società.
William Temple morì il 6 novembre del 1944, e la sua santità, indubitabile già agli occhi dei suoi stessi contemporanei, è riconosciuta dalla sua inclusione nel calendario della Chiesa d'Inghilterra.


TRACCE DI LETTURA

L'unità della chiesa, alla quale si orientano la nostra fede e la nostra e speranza, è fondata sull'unità di Dio e sull'unicità della sua azione redentrice in Cristo Gesù. «Un solo corpo e un solo spirito» corrisponde a «un solo Dio e Padre di tutti». L'unità della chiesa di Dio è un fatto perenne; il nostro compito non è di crearla, ma di farla emergere. Dove Cristo abita nel cuore degli uomini, là è la chiesa: dove il suo Spirito è all'opera, là è il suo corpo. La chiesa non è un'associazione di uomini, ciascuno dei quali ha scelto Cristo come Signore: essa è una comunione di uomini, ognuno dei quali Cristo ha unito a sé. La fede e la vita cristiane non sono la scoperta o un invezione degli nomini; non sono uno stadio del processo di sviluppo storico: esse sono dono di Dio.
W. Temple, Sermone di apertura della Seconda conferenza mondiale di "Fede e Costituzione"


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che hai illuminato la tua chiesa
con gli insegnamenti
del tuo servo William Temple,
colmala sempre più della tua grazia celeste
e fa' sorgere testimoni fedeli
che mediante la vita e l'insegnamento
proclamino la verità
della salvezza che ci offri.
Attraverso Gesù Cristo, tuo Figlio,
nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

1Re 3,6-14; 2Tim 4,1-8; Mt 23,8-12


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Leonardo (VI sec.), eremita
William Temple, arcivescovo di Canterbury, maestro della fede

COPTI ED ETIOPICI (27 bābah/ṭeqemt):
Macario (V sec.), vescovo di Tkow (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Gustavo Adolfo (+ 1632), re di Svezia
Heinrich Schüt: (+ 1672), musicista cristiano in Sassonia

MARONITI:
Paolo (+ 351), arcivescovo di Costantinopoli

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Paolo il Confessore, arcivescovo di Costantinopoli

7 novembre

PIETRO WU GUOSHENG (1768-1814)
martire

Nel 1814 viene condannato a morte Pietro Wu Guosheng, primo martire cristiano nato in Cina, catechista della provincia cinese del Guizhou, reo di non aver abiurato la propria fede cristiana di fronte al Mandarino. Egli rappresenta in modo emblematico quella porzione di martiri e confessori cinesi che avevano aderito al cristianesimo dopo essere venuti a contatto con qualche viaggiatore o missionario proveniente dall'occidente. Pietro, gestore di una locanda, fu sedotto a tal punto dalla bellezza della vita cristiana da fare del suo albergo una grande comunità, che nel giro di pochi anni coinvolse centinaia di compaesani e di passanti. La totale mancanza di presbiteri nella zona non scoraggiò il giovane cinese, che riuscì a mantenersi fedele agli impegni battesimali fino a dare la vita per non contraddire la propria vocazione cristiana. Arrestato infatti durante una recrudescenza delle persecuzioni in Cina, pur potendo fuggire, preferì affrontare i suoi accusatori per rendere ragione della speranza che era in lui. Pietro fu messo a morte, dopo aver subìto a più riprese torture atroci, per essersi rifiutato di calpestare una croce di legno gettata a terra davanti a lui e per non aver voluto rinnegare la fede cristiana. La sua santità fu riconosciuta da migliaia di suoi contemporanei, e anche molti non cristiani di quelle terre invocano ancora oggi la sua intercessione. Nel 1900 Pietro Wu Guosheng fu beatificato assieme ad altri martiri cinesi da papa Leone XIII.


TRACCE DI LETTURA

Inutile interrogarsi sull'efficacia del martirio, perché esso sta in un'altra logica. Esso come significa la parola - è testimonianza, ma vale non in quanto convince coloro che la vedono. Vale perché viene dallo Spirito. È lo Spirito a dire che - a causa della morte salvifica di Cristo - la dignità dell'uomo è così alta da sorpassare anche il mistero della morte. Neppure la morte riesce ad abbatterla e a sporcarla. Anzi, la morte può rivelare chi davvero è l'uomo, come è avvenuto con la morte di Gesù: la sua passione crudele e ignominiosa, il suo spirare sulla croce senza alcuna logica apparente, fanno gridare al centurione: «Veramente costui era figlio di Dio!».
Cristo, sfigurato e umiliato, risorge portando i segni della passione, e diventa il primo di coloro che preferiscono morire piuttosto che fare violenza agli altri, a se stessi, alla verità.

(F. Cagnasso, Prefazione a G. Politi, Martiri in Cina)


PREGHIERA

Dio onnipotente ed eterno,
che al tuo santo martire Pietro Wu Guosheng
hai dato la forza di sostenere
fino all'ultimo
la pacifica battaglia della fede,
concedi anche a noi di affrontare,
per tuo amore, ogni avversità,
e di camminare con gioia incontro a te,
che sei la vera vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Sap 3,1-9; 1P 3,14-17; Mt 10,17-22


LE CHIESE OGGI RICORDANO...

ANGLICANI:
Willibrord di York (+ 739), vescovo, apostolo della Frisia

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Willibrord, vescovo (calendario monastico)

COPTI ED ETIOPICI (28 bābah/ṭeqemt):
Marciano e Martirio (+ 355 ca), discepoli di Paolo di Costantinopoli, martiri (Chiesa copta)
Yam‘ātā (V-VI sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LI ITFRANI:
Willibrord, evangelizzatore in Frisia

MARONITI:
Giarone e 33 compagni di Melitene (III sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
I 33 martiri di Melitene
Lazzaro del Galesio (+ 1053), monaco e taumaturgo                              

VETEROCATTOLICI:
Willibrord di Utrerht, vescovo cd evangelizzatore

8 novembre

ELISABETTA DELLA TRINITÀ (1880-1906)
monaca

La chiesa cattolica ricorda oggi Élisabeth Catez, meglio conosciuta come Elisabetta della Trinità. Nata nel 1880 ad Avor, nei pressi di Bourges, in Francia, Elisabetta trascorse l'infanzia a Digione. Donna dal carattere difficile, profondamente segnata dalla scomparsa del padre quand'era ancora bambina, essa ebbe una gioventù tormentata. In conflitto con la madre che contrastava la sua vocazione religiosa, la ragazza divenne un'eccellente pianista e frequentò gli ambienti dell'alta società, pur custodendo un profondo amore per la vita interiore. A ventun anni Elisabetta entrò nel Carmelo, per vivere radicalmente la chiamata a rientrare in quella che lei stessa chiama «la cella del cuore», destinata a divenire dimora della Trinità. La sua vita monastica non fu altro che ricerca dell'inabitazione di Dio nel cuore e nel cuore, nella propria coscienza, Elisabetta cercò di offrire uno spazio materno perché lo Spirito potesse generare in lei il Verbo. Colpita da una grave forma di tubercolosi, visse l'ultimo anno della propria vita sopportando sofferenze atroci. Ma Elisabetta ritrovò proprio nel momento più difficile e angosciante la pace a cui aveva a lungo anelato. Grazie all'assiduità con le Scritture, soprattutto con i testi di san Paolo, essa riuscì a fare della sua croce un cammino di amore senza riserve, come testimoniano i testi dei suoi Ritiri, scritti poco prima di morire. Elisabetta morì l'8 novembre del 1906, appena ventiseienne, dicendo: «Vado alla luce, all'amore, alla vita».


TRACCE DI LETTURA

Rimanete in me. È il Verbo di Dio che dà quest'ordine, che esprime questa volontà. Rimanete in me non per alcuni istanti, alcune ore che devono passare, ma rimanete ... stabilmente, abitualmente. Rimanete in me, soffrite in me, lavorate, agite in me. Rimanere in me per donarvi a ogni persona e a ogni cosa, penetrate sempre più in questa profondità. È proprio questa la solitudine in cui Dio vuole attirare l'anima per parlarle. Ma per comprendere questa parola così misteriosa è necessario non fermarsi alla superficie: bisogna penetrare sempre più nell'Essere divino con il raccoglimento. «Mi lancio verso la meta», esclamava Paolo. Così noi dobbiamo discendere ogni giorno in questo sentiero dell'abisso che è Dio, lasciandoci scivolare con fiducia e amore. «L'abisso chiama l'abisso»: laggiù avrà luogo l'impatto divino; è laggiù che l'abisso del nostro nulla, della nostra miseria, incontrerà l'abisso della misericordia, dell'immensità del tutto. È laggiù che troveremo la forza di morire a noi stessi e che, perdendo le nostre sembianze, saremo trasformati in amore. «Beati i morti che muoiono nel Signore».
Elisabetta della Trinità, Il cielo nella fede


PREGHIERA

O Dio, ricco di misericordia,
che hai dischiuso
alla beata Elisabetta della Trinità
il mistero della tua arcana presenza
nell'anima del giusto,
e l'hai resa adoratrice in spirito e verità,
per sua intercessione
fa' che perseveriamo nell'amore di Cristo,
per essere tempio dello Spirito
a lode della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Ef 1,3-10.13-14; Gv 14,23-26


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Santi e martiri d'Inghilterra

COPTI ED ETIOPICI (29 bābah/ṭeqemt):
Demetrio di Tessalonica (+ ca 306), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Willehad (+ 789), vescovo a Brema

MARONITI:
Michele arcangelo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sinassi di Michele e Gabriele arcangeli e di tutte le potenze incorporee

9 novembre

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NETTARIO DI EGINA (1846-1920)
monaco e pastore

La Chiesa di Grecia ricorda oggi uno dei suoi santi più popolari: Nettario di Egina, monaco e metropolita di Pentapoli. Al secolo Anastasio Kephalas, Nettario nacque a Silyvria, in Tracia, nel 1846. Dopo 10 anni di soggiorno sull'isola di Chio, egli ricevette la tonsura monastica al Nuovo Monastero, assumendo il nome di Lazzaro, che muterà in Nettario l'anno successivo, quando riceverà l'ordinazione diaconale. Raggiunta Atene, Nettario conobbe il patriarca di Alessandria Sofronio che gli finanziò gli studi di teologia e lo ordinò presbitero nella chiesa alessandrina di San Saba. Apprezzato predicatore, Nettario fu eletto metropolita di Pentapoli dallo stesso Sofronio, ma la sua radicalità evangelica gli attirò l'ostilità degli ambienti patriarcali. Allontanato dall'Egitto, Nettario tornò in Grecia, dove resse per quindici anni una scuola ecclesiastica per poi ritirarsi nel monastero della Santa Trinità di Egina, costruito per suo volere nel 1904. Nettario fu conosciuto e amato in tutta la Grecia attraverso i suoi scritti spirituali, ma anche per la serenità con cui seppe accettare le molte umiliazioni patite a motivo della sua irreprensibilità. Egli morì a 74 anni, l'8 novembre del 1920.


PREGHIERA

I credenti onorino Nettario,
figlio di Silyvria e custode di Egina,
che, da vero amico della virtù,
si è mostrato servo di Cristo,
ripieno di Dio.
Egli infatti fa scendere
ogni sorta di bene su coloro
che con timore filiale esclamano:
Gloria a Cristo che ti ha glorificato!
Gloria a colui
che in te ha operato prodigi!
Gloria a colui che attraverso di te
ha portato benefici a ogni uomo.


Leggi tutto: 9 novembreMARTIRI EBREI DELLA NOTTE DEI CRISTALLI (+ 1938)

Già nel 1935, in occasione dell'emanazione della «Legge per la tutela del sangue e dell'onore tedesco», Hitler aveva ribadito che qualora la «questione ebraica» non fosse stata risolta politicamente, sarebbe stato necessario avviare una «soluzione finale». Il 7 novembre del 1938, un ebreo polacco di 17 anni, malato di mente ed esasperato dall'espulsione da poco avvenuta di diciottomila ebrei polacchi dalla Germania, uccide a Parigi un diplomatico tedesco. Per i nazisti è la conferma del complotto internazionale ordito dal popolo ebraico contro la Germania. Ormai decisi a portare a compimento il loro progetto di sterminio degli ebrei, la notte del 9 novembre 1938 i nazisti organizzano in tutta la Germania un pogrom dalle conseguenze devastanti: 191 sinagoghe vengono bruciate, 7.500 negozi di proprietà degli ebrei sono distrutti, 91 ebrei sono uccisi e 26.000 deportati nei campi di concentramento. Per l'impressionante spettacolo delle migliaia di vetrine rotte lungo le strade, l'assalto nazista verrà ricordato come la «notte dei cristalli». La comunità internazionale, giunta immediatamente a conoscenza dell'accaduto, non rivolge che delle minime proteste contro gli organizzatori del massacro.


TRACCE DI LETTURA

Gridate da ogni lembo di terra, da sotto ogni pietra, gridate dalla polvere, dalle fiamme, dal fumo - è il vostro sangue, la vostra linfa, il midollo delle vostre ossa, è la vostra carne, la vostra vita! Gridate, gridate forte! Gridate dalle viscere delle bestie nella foresta, dei pesci nell'acqua - vi hanno divorati. Gridate dai forni. Gridate, piccoli e grandi. Voglio sentire le vostre grida, le vostre voci, i vostri singhiozzi. Grida, popolo ebraico massacrato, grida, grida più forte!
Y. Katzenelson, Il canto del popolo ebraico massacrato


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Margery Kempe (XIV-XV sec.), mistica

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Dedicazione della basilica lateranense (IV sec.) (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (30 bābah/ṭeqemt):
Abramo di Manūf (IV sec.), solitario(Chiesa copta)
Il re Yesḥaq (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Emil Frommell (+ 1896), predicatore nel Baden e a Berlino

MARONITI:
Matrona la Giusta (V-VI sec.), monaca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Onesiforo e Porfirio (V sec.), martiri
Matrona di Costantinopoli, igumena
Teoctista di Lesbo (IX sec.), monaca
Nettario di Egina, vescovo di Pentapoli (Chiesa greca)
Claudio, Castorio, Sinforiano, Nicostrato e compagni di Pannonia (+ ca 304), martiri (Chiesa romena)

10 novembre

LEONE MAGNO (+ 461)
pastore

Nell'anno 461 muore a Roma papa Leone I, chiamato dai posteri «Magno» per l'ampio respiro della sua azione pastorale e dei suoi pronunciamenti teologici. Originario di Roma, o forse dell'Etruria, Leone visse in un periodo di gravi conflitti e di forti instabilità politiche in Oriente come in Occidente. Eletto diacono della chiesa di Roma, egli fu spesso chiamato a ricomporre contese e divisioni di ogni sorta, e la sua opera di pace gli valse l'elezione a papa nel 440 da parte del clero e del popolo della città. Predicatore sapiente ed esigente, Leone seppe intervenire nelle controversie teologiche cercando sempre vie di riconciliazione e riconducendo al vangelo le fazioni contrapposte. Fu coinvolto negli animati dibattiti cristologici del V secolo, seguiti alla condanna degli insegnamenti di Nestorio, e i suoi pronunciamenti, scritti sotto forma di lettera al patriarca di Costantinopoli Flaviano, divennero la base della fede proclamata dai padri riuniti in concilio a Calcedonia nel 451. In essi Leone parlò con semplicità e franchezza evangeliche dell'umiltà di Gesù, vero Dio fattosi vero uomo a motivo della sua compassione per le sue creature. Negli scritti di Leone Magno emerge un costante annuncio gioioso della salvezza cristiana attraverso la partecipazione al mistero pasquale di Cristo. Nessun uomo, afferma Leone, deve sentirsi escluso dalla vocazione a entrare nella nuova umanità escatologica di cui Cristo è la primizia. Negli ultimi anni del suo pontificato egli difese Roma dagli Unni, trattando personalmente con il re Attila, e ottenne dai Vandali, entrati ormai nell'Urbe, che non incendiassero la città e non uccidessero i suoi abitanti.


TRACCE DI LETTURA

Ringraziamo, o amatissimi, Dio Padre mediante il suo Figlio nello Spirito santo, lui che, «per la grande carità con cui ci ha amati, ha avuto compassione di noi, e mentre eravamo morti a causa del peccato, ci ha fatti rinascere in Cristo», per essere in lui una nuova creatura e da lui nuovamente plasmati. «Spogliamoci perciò dell'uomo vecchio con le sue azioni», e una volta divenuti partecipi della nascita di Cristo, rinunciamo alle opere della carne.
Riconosci, o cristiano, la tua dignità, e, divenuto partecipe della natura divina, non voler ricadere nell'antica abiezione con una vita indegna. Ricordati del tuo capo e di quale corpo tu sei membro. Rammentati che tu, strappato dal potere delle tenebre, sei stato inserito nella luce e nel regno di Dio. Mediante il sacramento del battesimo sei divenuto tempio dello Spirito santo: non cacciar via da te con azioni perverse un ospite tanto grande.

(Leone Magno, Sermone I sul Natale del Signore 3,1-3)


PREGHIERA

Dio nostro Padre,
che hai reso forte il tuo servo Leone
nella difesa della fede:
riempi la tua chiesa dello spirito di verità,
perché guidata dall'umiltà
e governata dall'amore
essa possa prevalere
contro le forze del male.
Attraverso Gesù Cristo, tuo Figlio,
nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

MI 2,5-7; 1P 5,1-11 (o 2Cor 5,14-20); Mt 16,13-19


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Leone Magno, vescovo di Roma, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Leone Magno, papa e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Litanie della vigilia di san Martino (calendario rnozarabico)

COPTl ED ETIOPICI (1 hatūr/ḥedār):
Ciriaco di Gerusalemme (+ 361 ca), vescovo e martire (Chiesa copto-ortodossa)
Cleopa (I sec.), dei settanta discepoli (Chiesa copto-cattolica)
Na'akweto La'ab (+ 1250), re (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Leone Magno, vescovo a Roma
Karl Friedrich Stellbrink (+ 1943), testimone fino al sangue a Lubecca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Olimpa, Rodione, Sosipatro, Terzo, Erasto e Quarto (I sec.), apostoli
Oreste di Tiana (+ 304), martire
Arsenio (+ 1266), arcivescovo dei serbi (Chiesa serba)
]ov di Počajiv (+ 1651), monaco
Teofilo di Kyiv (+ 1853), folle per Cristo
Costantino di Kyiv (+ 1937), vescovo (Chiesa ucraina)