Foto e sintesi del 9 settembre 2016

XXIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa

MARTIRIO E COMUNIONE 

Monastero di Bose, 7-10 settembre 2016
in collaborazione con le chiese Ortodosse

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In apertura della terza giornata del convegno, vengono letti i messaggi del patriarca della Chiesa di Alessandria Theodoros e del primate della Chiesa Anglicana Justin Welby. Quindi prende la parola Tamara Grdzelidze, che nella sua relazione “Il martirologio del XX secolo. La Chiesa ortodossa di Georgia”, afferma che “il ricordo può essere fonte di riconciliazione”, e che “la storia cambia solo istituendo nuove relazioni con il passato. Ricordo e pentimento portano al cambiamento del passato e alla riconciliazione”. Seguono gli interventi di Konstantin Sigov, “Una comunità nella persecuzione: padre Aleksandr Glagolev (1872-1937)” e di Lidya Golovkova, che racconta “La testimonianza di amore e misericordia della granduchessa Elisabetta Fedorovna”.

La sessione pomeridiana comincia con la lettura dei saluti del vescovo di Vercelli, Marco Arnolfo, del patriarca Daniel della Chiesa ortodossa di Romania e del patriarca della Chiesa Armena Karekin II. La prima relazione, letta da Michel Van Parys, è di Bogdan Tătaru-Cazaban: “La persecuzione a causa di Cristo come vincolo di comunione. Il monaco Nicolae Steinhardt e il suo ‘Diario della felicità’”. Poi Daniela Kalkandjieva, storica di formazione, espone una ricerca sui “Martiri e confessori nella Chiesa ortodossa bulgara sotto il regime comunista”. Il pomeriggio si conclude quindi con “Martiri testimoni di comunione nella Chiesa armena”, di Shahe Ananyan.

Dopo cena, come tradizione, la comunità di Bose invita i partecipanti al convegno a trascorrere qualche ora di condivisione, di dialogo e di festa nell’anfiteatro presso le sale dell’accoglienza.

Foto e sintesi dell'8 settembre 2016

XXIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa

MARTIRIO E COMUNIONE 

Monastero di Bose, 7-10 settembre 2016
in collaborazione con le chiese Ortodosse

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La seconda mattinata del Convegno è stata incorniciata dalla celebrazione della Natività di Maria. La Divina Liturgia ortodossa celebrata all’alba e presieduta dall’archimandrita Athenagoras (Fasiolo) è stata un mosaico di lingue e melodie da tutto il mondo ortodosso. L’Eucarisita cattolica presieduta dall’ordinario del luogo Gabriele Mana a mezzogiorno le ha fatto eco.

Il momento di studio è stato invece aperto dai messaggi del metropolita Chrisostomos di Cipro, e del reverendo Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese.

Le due relazioni hanno approfondito il panorama patristico della tematica del martirio. Il professor Papathanassiou ha mostrato come per Ignazio di Antiochia il martirio sia l’espressione vitale dell’eucarestia. Il vero martirio è partecipazione al dono della vita di Cristo per tutti gli uomini, che travalica ogni confine, persino l’identità cristiana. Non può essere che questa la soluzione per la difficile questione dei martiri vittime di altri cristiani affrontata da Padre Andrew Louth a partire dalla testimonianza di Massimo il confessore e Martino I.

La sessione del pomeriggio si è aperta con i messaggi di monsignor Gabriele Mana, vescovo di Biella, del metropolita Antonij di Boryspil, rettore dell’Accademia teologica di Kiev, e dell’arcivescovo Hieronimos di Atene.

Le due relazioni di padre Kirill Kaleda e del vescovo anglicano John Stroyan hanno aperto il lungo capitolo del convegno dedicato ai martiri contemporanei delle diverse chiese. Si tratta di testimoni appartenenti ad una chiesa particolare e vittime di un contesto storico ben definito, ma la cui morte è segno dell’appartenenza allo stesso Signore, Gesù Cristo. Per questo i martiri di ogni chiesa sono i martiri di tutta la chiesa.

Foto e sintesi del 7 settembre 2016

XXIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa

MARTIRIO E COMUNIONE 

Monastero di Bose, 7-10 settembre 2016
in collaborazione con le chiese Ortodosse

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“Martirio e comunione”, il XXIV Convegno Ecumenico Internazionale di Spiritualità Ortodossa, si è aperto oggi con l’introduzione di Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose. Il ringraziamento è al Signore, “che ci ha voluto di nuovo riunire qui, cristiani d’oriente e d’occidente. Noi vogliamo meditare sulla parola del vangelo che è l’annuncio definitivo della parola di Dio, la Parola della croce”. Sono stati quindi letti i messaggi inviati dal patriarca di Costantinopoli Bartholomeos I, dal Metropolita Ilarion, capo del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, dal metropolita di Kiev Onufrij e da monsignor Pietro Parolin, segretario di Stato di papa Francesco. La prima relazione, “Il sangue dei martiri, seme di comunione”, scritta da Youhanna X e letta dal suo delegato, esprime parole di sofferenza, ma mai di accusa, anzi di speranza. Parole che toccano il cuore perché nascono da chi vive una realtà durissima di violenza e persecuzione. Dopo il secondo intervento, “La testimonianza e il servizio di comunione del Patriarcato ecumenico” di Job di Telmessos, è stato possibile dedicare venti minuti al dibattito, sollecitato soprattutto dalla relazione di Youhanna.

La lettura del messaggio di Anastasios, arcivescovo di Tirana e di tutta l'Albania da parte di Asti di Bylis, vescovo della chiesa ortodossa di Albania che per la prima volta manda un rappresentante a questo convegno, dà inizio alla sessione pomeridiana. Poi Panteleimon Manoussakis ha parlato dello Spirito come fonte e sostegno dell’unica testimonianza cristiana, quella di Dio attraverso l’incarnazione di Gesù Cristo. Ogni testimonianza che l’umanità offre è risposta della testimonianza di Cristo, una testimonianza che prova che Dio è coinvolto nella nostra storia, particolare e concreta. Ekaterini Tsalampouni, nella sua relazione, ha preso in esame i detti di Gesù sulle persecuzioni, a partire dal passo del Vangelo di Matteo  5,11: “Beati voi quando vi perseguiteranno per causa mia”. Infine Georgiy Zakharov ha analizzato il tema del martirio e dell’unità della chiesa in sant’Ambrogio e nei padri latini del quarto secolo, a partire dall’espressione “Omnes in Christo unum sumus”.

Il sangue dei martiri, seme di comunione

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XXIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
MARTIRIO E COMUNIONE Monastero di Bose, 7-10 settembre 2016
in collaborazione con le Chiese ortodosse

Intervento di Sua Beatitudine Yuhanna X Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente

Oggi, come sapete, sui nostri figli e sui nostri paesi soffiano venti di guerra che mirano a frantumare le nostre società e ad annientare la semplicità, il calore, la lentezza e le belle aspettative che le caratterizza. Guerre di estranei a casa nostra, guerre di estremisti che mancano del minimo accettabile di umanità, di ragionevolezza, di sensibilità.

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Comunicato stampa del 30 agosto 2016

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XXIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa

MARTIRIO E COMUNIONE

Monastero di Bose, 7-10 settembre 2016
in collaborazione con le Chiese ortodosse

Dopo l’esperienza tragica dei totalitarismi del secolo scorso, la via della pace appare oggi sempre più contraddetta: non sono rare le discriminazioni e le persecuzioni per motivi religiosi. In particolare, in venticinque paesi nel mondo, spesso attraversati da guerre e conflitti, i cristiani sono ancora emarginati e perseguitati per la loro fede. Facendosi eco della loro voce, il Convegno intende illuminare l’intimo legame tra la testimonianza resa a Cristo dai martiri e la comunione tra le Chiese, nei suoi fondamenti scritturistici e patristici, e nelle diverse tradizioni cristiane d’oriente e d’occidente. L’esperienza dei martiri del xx secolo e la testimonianza delle comunità cristiane perseguitate oggi è una preziosa eredità evangelica per tutte le chiese e l’umanità intera.

Le sofferenze e la morte dei martiri cristiani ci parlano dell’unità-comunione della Gerusalemme celeste, dove il Cristo risorto radunerà attorno a sé la moltitudine immensa dei redenti della terra (Ap 7,9) e sarà tutto in tutti (Col 3,11). Il grido dei martiri si fa ancora sentire (Ap 6,10), e si unisce a quello dello Spirito e della Sposa: “Vieni, Signore Gesù” (Ap 22,20). Il sangue dei martiri testimonia già dell’Una Sancta.

Il Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa è diventato un punto di riferimento internazionale per il dialogo ecumenico e lo studio della tradizione spirituale dell’oriente cristiano. È una preziosa occasione d’incontro fraterno, di scambio e condivisione aperta a tutti.

I lavori del Convegno si apriranno con il discorso inaugurale del priore di Bose, Enzo Bianchi, e le relazioni di Sua Beatitudine Youhanna X (Yazigi), patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, sul tema “Il sangue dei martiri, seme di comunione”, e dell’arcivescovo Job (Getcha) di Telmessos, rappresentante del Patriarcato di Costantinopoli presso il Consiglio ecumenico delle Chiese, dedicata a “La testimonianza e il servizio di comunione del Patriarcato ecumenico”. Dopo quattro giorni di approfondimento e dibattito, in cui si alterneranno teologi, patrologi, storici, filosofi da tutto il mondo, il convegno si concluderà con la relazione del cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, sul senso ecumenico del martirio (“Testimonianza comune, speranza di unità”) e del teologo ortodosso americano Aristotle Papanikolaou (“Testimoniare la verità in vista della comunione”).

Numerose le delegazioni delle Chiese. Delegato del patriarca Bartholomeos I di Costantinopoli è il metropolita Athenagoras del Belgio, mentre l’archimandrita Athenagoras Fasiolo rappresenterà il metropolita d’Italia Gennadios. La delegazione del Patriarcato di Mosca, guidata dal vescovo Antonij di Bogorodsk, è composta da p. Aleksej (Dikarev) e p. Kirill Kaleda. Il Patriarcato di Alessandria è rappresentato dal metropolita Gennadios di Neiloupoleos, quello di Antiochia da p. Porphyrios (Georgi). La Chiesa ortodossa ucraina è rappresentata dal metropolita Filipp di Poltava, dall’archimandrita Nazarij (Omeljanenko), dallo ieromonaco Panteleimon (Mel’nik), da p. Mykola (Danilevich) e l’archimandrita Filaret (Egorov); la Chiesa ortodossa serba dai vescovi Andrej Čilerdžić (Vienna) e Jeronim di Jegar; la Chiesa ortodossa romena dall’arcivescovo Josif (Pop) dell’Europa centrale e meridionale. Per la Chiesa di Cipro sarà presente il metropolita Grigorios di Mesaoria; per la Chiesa ortodossa d’America l’arcivescovo Melchisedek di Pittsburgh e il vescovo Alexander di Dallas; per la Chiesa ortodossa di Albania il vescovo Asti di Bylis; per la Chiesa ortodossa bulgara p. Stefan Palikarov.

La Chiesa Apostolica Armena è rappresentata al Convegno dall’arcivescovo Nathan Hovhannisyan, direttore del Dipartimento per le relazioni esterne, e l’archimandrita Shahe (Ananyan); la Chiesa copta ortodossa dal vescovo Epiphanios di San Macario. Il vescovo John Stroyan di Warwick rappresenterà l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, e per la Chiesa d’Inghilterra parteciperà al convegno anche il vescovo Jonathan Goodall di Ebbsfleet.

Per la Chiesa cattolica, oltre al cardinale Koch, saranno presenti al Convegno i vescovi Gabriele Mana di Biella, Marco Arnolfo di Vercelli, Juan Antonio Martinez Camino, ausiliare di Madrid, Pier Giorgio Debernardi di Pinerolo, Luigi Bettazzi vescovo emerito di Ivrea e don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo della CEI. Il dottor Kurian Manoj rappresenterà il Consiglio ecumenico delle Chiese. Da segnalare la numerosa presenza di monaci e monache d’Oriente e Occidente.

Nel corso del Convegno sarà presentato il volume Misericordia e perdono (Qiqajon 2016), che raccoglie gli atti del Convegno di spiritualità ortodossa dello scorso anno.

Il progetto del XXIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa è stato elaborato dal Comitato scientifico composto da: da: Enzo Bianchi(Bose), Lino Breda (Bose), Sabino Chialà (Bose), Lisa Cremaschi (Bose), Luigi d’Ayala Valva (Bose), Hervé Legrand (Parigi), Adalberto Mainardi(Bose), Raffaele Ogliari (Bose), Antonio Rigo (Università di Venezia), Michel Van Parys (Chevetogne).