3 ottobre

DIONIGI L'AREOPAGITA
testimone

Le chiese ortodosse ricordano in questo giorno l'autore del Corpus Areopagiticum, passato alla storia con lo pseudonimo di Dionigi l'Areopagita. Forse per nessun padre della chiesa vi è una così forte discrepanza tra ciò che sappiamo sulla sua vita e l'enorme influsso da lui avuto sulla spiritualità e la teologia successive. Dionigi fu probabilmente un cristiano di origine siriaca che soggiornò a lungo ad Atene. Fortemente influenzato dagli ultimi filosofi neoplatonici ivi residenti, egli compose una serie di scritti che pose sotto il nome dell'ateniese convertito dalla predicazione di Paolo all'Areopago, secondo il racconto degli Atti degli Apostoli (cf. At 17,34). Nella Gerarchia ecclesiastica e nella Gerarchia celeste, Dionigi indagò l'ordine cosmico al cui vertice vi è unicamente Gesù Cristo, in cielo come nella chiesa militante sulla terra. Nei Nomi divini analizzò gli attributi che la Scrittura riferisce a Dio, in cerca di ciò che gli uomini possono provare a dire su Dio a partire dalla rivelazione, seguendo una teologia «positiva». Ma Dionigi fu soprattutto un grande cantore della teologia «negativa», secondo la quale si può giungere a Dio soltanto dicendo ciò che non può essergli attribuito, ovvero entrando nella «tenebra più che luminosa del silenzio» e della non conoscenza di Dio, che sola conduce al mistero ineffabile della Triunità divina.


TRACCE DI LETTURA

Trinità sovraessenziale, oltremodo divina e oltremodo buona, custode della divina sapienza dei cristiani, portaci non solo al di là di ogni luce, ma al di là della stessa inconoscenza fino alla più alta vetta delle mistiche Scritture, là dove i misteri semplici, assoluti e incorruttibili della teologia si rivelano nella tenebra più che luminosa del silenzio.
È nel silenzio infatti che s'imparano i segreti di questa tenebra della quale troppo poco è dire che brilla della luce più abbagliante in seno alla più nera oscurità, e che, pur rimanendo perfettamente intangibile e invisibile, riempie di splendori più belli della bellezza le intelligenze che sanno chiudere gli occhi. Questa la mia preghiera.
(Dionigi l'Areopagita, Teologia mistica 1,1)


PREGHIERA

Ti chiameremo imperscrutabile abisso
della scienza celeste, o Dionigi.
Tu sei stato fatto degno
di rivestire Cristo
quale manto luninoso,
e di risplendere nell'intelletto
per il fulgore dello Spirito
Noi dunque,
celebrando la tua memoria con fede,
glorifichiamo il Signore
che ha glorificato te.

 

LETTURE BIBLICHE
At 17,16-34; Mt 13,44-54


GREGORIO PERADZE (1899-1944)
presbitero e martire

Nel 1944 muore nel campo di sterminio di Auschwitz il presbitero della Chiesa di Georgia Gregorio Peradze, studioso ed ecumenista di primo piano. Gregorio era nato nel 1899 a Sakascethi, nei pressi di Gori, in Georgia orientale. Conclusi gli studi al seminario di Tbilisi e ordinato presbitero, il giovane si iscrisse in patria alla facoltà di filosofia, ma si trasferì poi a Bonn, dove conseguì la laurea nel 1925.
A causa dell'annessione della Georgia da parte del regime sovietico, Gregorio fu costretto a rimanere all'estero. Egli continuò le sue ricerche in Inghilterra, Germania, Francia e Polonia, venendo a contatto con il nascente movimento ecumenico di cui fu un esponente preparato e convinto. In Europa egli insegnò la storia e la letteratura georgiane, e in seguito ottenne la cattedra di Patrologia in Polonia, presso l'Università di Varsavia. Notevole fu soprattutto il suo contributo allo studio dei padri della chiesa georgiani.Allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando le truppe naziste occuparono la Polonia, Gregorio, divenuto nel frattempo archimandrita, fu arrestato e deportato ad Auschwitz. Questo suo ultimo viaggio terminò volontariamente, quando egli entrò nella camera a gas al posto di un ebreo, padre di una numerosa famiglia, al quale permise così di avere salva la vita. Gregorio Peradze è stato ufficialmente canonizzato dalla Chiesa ortodossa georgiana nel 1995.

 


 

GEORGE ALLEN KENNEDY BELL (1883-1958)
pastore e testimone di ecumenismo

Il 3 ottobre del 1958 si spegne nella pace della sua residenza di Canterbury George Allen Kennedy Bell, vescovo di Chichester e grande pioniere del movimento ecumenico.
Nato a Norwich nel 1883, Bell studiò a Oxford e ricevette l'ordinazione presbiterale nel 1907. Dal 1914 al 1929 fu prima cappellano dell'arcivescovo primate d'Inghilterra e quindi decano di Canterbury.
Colpito dalle inaudite sofferenze causate dalle due guerre mondiali, Bell si adoperò in ogni maniera per promuovere la riconciliazione fra i popoli, intessendo instancabilmente rapporti con cristiani di ogni confessione.
Uomo di azione, anche se non gli mancava certo la formazione teologica, egli guidò per diversi anni il movimento "Vita e azione", e quando questo confluì nel "Consiglio ecumenico delle chiese" fu eletto primo moderatore del neonato organismo ecumenico mondiale. La sua nota diffidenza per i dialoghi teologici non gli impedì di stringere grandi amicizie con Dietrich Bonhoeffer, Nathan Söderblom e Wilhelm Visser't Hooft, preparando le basi per il grande cammino di riavvicinamento tra le chiese che ebbe luogo alla fine della seconda guerra mondiale.
Bell morì dopo aver pronunciato la sua ultima omelia sul passo di Lc 17,10: «Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Significativamente, è lo stesso testo su cui Bonhoeffer aveva predicato il suo primo sermone, ed è anche il testo inciso sulla tomba di Nathan Söderblom nella cattedrale di Uppsala.


TRACCE DI LETTURA

'La guerra e i suoi effetti devastanti, il dolore e il pianto, le perdite e le sofferenze, i disastri e la morte, sono il salario del peccato. E quando parliamo di peccato non intendiamo i peccati di un particolare sistema politico - nell'accezione ristretta della parola «politico» -; né la nostra attenzione intende concentrarsi innanzitutto sulle cause politiche che hanno portato al conflitto. Quello che ci preoccupa sono le cause morali e religiose che sottostanno alle spiegazioni politiche. Ma mentre il nostro primo dovere è di denunciare tutti i peccati dai quali è scaturita la guerra, per chiamare al pentimento gli uomini, abbiamo un compito più alto e migliore da portare avanti. Dietro al nostro appello alla conversione giace una grande speranza. Noi chiediamo in ginocchio agli uomini di pentirsi, perché così facendo indichiamo loro il regno di Dio. Sta a noi tutti membri della sua chiesa di affrettare i tempi e di correre con desiderio verso il regno, così da poter essere trovati degni di riceverlo nella sua pienezza quando esso verrà.
(G. Bell, Discorsi)


LE CHIESE RICORDANO...

LUTERANI:
Francesco d'Assisi (+ 1226), fondatore di un Ordine in Italia

MARONITI:
Dionigi l'Areopagita (?), martire:

Teresa di Gesù Bambino (+ 1897), confessora

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Dionigi l'Areopagita, discepolo di san Paolo, ieromartire
Michele e Teodoro di Černigov (+ 1245), taumaturghi e martiri (Chiesa russa)
Gregorio Peradze, martire (Chiesa georgiana)

SIRO-ORIENTALI:
Teresa di Gesù Bambino (Chiesa malabarese)

4 ottobre

FRANCESCO D'ASSISI (1182-1226)
testimone

La sera del 3 ottobre 1226 muore alla Porziuncola Francesco d'Assisi, fondatore dell'Ordine dei frati minori. Nato ad Assisi nel 1182 da una famiglia della nascente borghesia, dopo una giovinezza segnata dagli agi e dall'adesione all'ideale cavalleresco, Francesco operò per circostanze misteriose un'improvvisa conversione che lo portò in breve tempo a ricercare una vita appartata di preghiera e di servizio ai poveri e ai lebbrosi. Attirati a sé i primi fratelli, egli comprese che soltanto nella sottomissione reciproca, nella povertà di cuore e nella concreta spoliazione materiale sarebbe stato possibile per lui e i suoi compagni porsi sulle tracce di Cristo, il quale da ricco che era aveva tuttavia scelto di farsi povero per amore degli uomini. La radicalità evangelica di Francesco ebbe un impatto enorme sulla chiesa del suo tempo, fortemente bisognosa di testimoni che la riconducessero sulle vie del Signore. In pochi anni i «minori» divennero migliaia, ed egli fu costretto a dare loro una regola riconosciuta dall'autorità ecclesiastica. Desideroso tuttavia di vivere con maggiore libertà la propria vocazione personalissima, Francesco nominò negli ultimi anni della sua vita un vicario alla guida dell'Ordine che aveva fondato. La sua fedeltà al vangelo «sine glossa», l'amore per la povertà personale e comunitaria, l'obbedienza a tutte le creature, e la pace trovata unicamente nella fiducia posta nell'infinita misericordia di Dio, hanno fatto di Francesco un appello costante e universale per la chiesa di ogni tempo. La sua santità è riconosciuta ben al di là delle chiese d'occidente, come testimonia la presenza di sue icone in diverse chiese ortodosse.
Francesco morì a soli 44 anni, in quella pace creaturale che aveva sempre amato e cantato nelle sue lodi al Signore.



TRACCE DI LETTURA

Dio onnipotente, eterno, giusto e misericordioso concedi a noi miseri di fare, a causa di te stesso, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e, per tua sola grazia, giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nell'Unità semplice vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli.
(Francesco, Lettera all'Ordine 50-52)

Restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da lui. E lo stesso altissimo e sommo, solo e vero Dio abbia e gli siano resi e riceva tutti gli onori e la reverenza, tutte le lodi e tutte le benedizioni, ogni rendimento di grazie e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed egli solo è buono.
(Francesco, Regola non bollata 17,17-18)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
tu hai chiamato Francesco
nella vita povera e umile
a rassomiglianza di Gesù crocifisso:
concedi a noi
di seguire il suo esempio,
nella libertà dei figli di Dio,
nella gioia dei cuori semplici,
nello stupore per le tue creature.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Nm 6,24-26; Gal 6,14-18; Mt 11,25-30


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Francesco d'Assisi, frate, diacono, fondatore dei Frati minori

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Francesco d'Assisi (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (24 tūt/maskaram):
Quadrato (I sec.), uno dei 72 discepoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
Rembrandt Harmenszoon van Rhjin (+ 1669), pittore nei Paesi Bassi

MARONITI:
Francesco il Grande (d'Assisi), confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ieroteo (I sec.), vescovo di Atene, discepolo di san Paolo
Ritrovamento delle reliquie di Demetrio di Rostov (1752) (Chiesa russa)

SIRO-ORIENTALI:
Francesco d'Assisi (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Francesco d'Assisi, confessore

5 ottobre

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (25 tūt/maskaram):
Giona, profeta (Chiesa copta)

LUTERANI:
Theodor Fliedner (+ 1864), padre delle Diaconesse di Renania

MARONITI:
Paolo il Semplice (IV sec.), monaco
Caritina di Corico (+ 304), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Caritina di Corico, martire
Sinassi dei santi di Tula (Chiesa russa)

6 ottobre

BRUNO IL CERTOSINO (ca 1030-1101)
monaco

Nel 1101 muore nel romitorio di Serra, in Calabria, Bruno, fondatore della Certosa. Nato a Colonia intorno al 1030, egli aveva dapprima compiuto gli studi nella celebre scuola cattedrale di Reims, fino a diventarne in giovanissima età scholasticus, cioè maestro di teologia.
Dopo aver posto mano alla stesura di un commento sui Salmi e averne intrapreso un altro sulle epistole paoline, Bruno visse anni difficili al servizio del vescovo Manasse, notoriamente simoniaco. Maturato un certo disgusto per la mondanità della chiesa di quel tempo, Bruno rifiutò, alla deposizione di Manasse, l'elezione ad arcivescovo di Reims, e iniziò a pensare a una forma di vita conforme al suo desiderio di ricerca del Signore nella solitudine e nel silenzio.
Dopo un tempo trascorso vicino a Molesme, decise infine di ritirarsi nei pressi di Grenoble, sul massiccio della Chartreuse, da cui prenderà il nome l'Ordine certosino, dando così inizio a una forma di vita fortemente eremitica.
Chiamato da papa Urbano II, suo antico discepolo, Bruno dovette lasciare i propri compagni per recarsi a Roma al suo servizio. Ma di fronte ai dissidi tra il pontefice e l'impero, egli prese la decisione di ritirarsi definitivamente in Calabria, dando vita all'eremo di Serra.
Animo vigilante, uomo di desideri e di amore ardente per il Signore, egli poté così dedicarsi all'ascolto della parola di Dio e all'attesa del suo Regno nella preghiera. È la preghiera, secondo Bruno, che porta l'uomo a consolidare la propria umanità nella lotta che silenziosamente ha luogo nel cuore, giorno dopo giorno.


TRACCE DI LETTURA

Io abito in un eremo, da ogni lato molto distante dalle abitazioni degli uomini, nelle lontane regioni della Calabria insieme a dei fratelli che conducono vita monastica - alcuni dei quali sono ben istruiti - e che, perseverando con saldezza nei loro posti di sentinella nelle cose di Dio, attendono il ritorno del loro Signore per aprirgli subito appena busserà.
Quanta utilità e gioia divina, poi, la solitudine e il silenzio dell'eremo apportino a coloro che li amano, lo sanno solo coloro che ne hanno fatto l'esperienza. Qui, infatti, agli uomini forti è consentito ritornare in se stessi e abitare con se stessi quanto a loro piace, coltivare assiduamente i germogli delle virtù e cibarsi con beatitudine dei frutti del paradiso. Qui si acquista quell'occhio dal cui sereno sguardo d'amore è colpito lo Sposo e attraverso il quale, se senza macchia e puro, si vede Dio. Qui si celebra una tranquillità solerte e si gusta il riposo mediante un quieto agire. Qui Dio dispensa ai suoi atleti, per la fatica della lotta, la ricompensa desiderata, cioè quella pace che il mondo non conosce, e la gioia nello Spirito santo.
(Bruno, Lettera a Rodolfo il Verde 6)


PREGHIERA

Dio nostro,
tu hai chiamato Bruno
all'ascolto della tua parola
nella solitudine e nel silenzio:
accordaci di saper conservare
nella nostra vita quotidiana
una profonda comunione con te
senza distrazioni
e di vivere gioiosamente
la nostra solitudine.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Es 32,7-14; Lc 9,57-62


WILLIAM TYNDALE (ca 1494-1536)
martire

Il 16 ottobre del 1536 finisce i suoi giorni strangolato e poi arso nel cortile del castello di Vilvoorde, in Belgio, William Tyndale, primo traduttore della Scrittura in lingua inglese.
William era nato attorno al 1494 nel Gloucestershire. Aveva studiato a Oxford e a Cambridge, venendo a contatto con le idee riformatrici di John Wycliff e dei Lollardi (riformatori inglesi). Colpito dalla scarsa conoscenza delle Scritture che era facile riscontrare presso il clero inglese di quel tempo, Tyndale decise di dedicarsi anima e corpo a una traduzione integrale della Bibbia in lingua corrente, anche avvalendosi dell'edizione erasmiana del Nuovo Testamento greco.
Rivoltosi al vescovo di Londra per ottenere sostegno al suo progetto, ne fu fortemente sconsigliato. Amareggiato, William decise allora di lasciare definitivamente il suo paese. Stabilitosi ad Amburgo, egli si mise all'opera, e presto inviò le prime copie delle sue traduzioni in Inghilterra. Attaccato a più riprese anche per le sue simpatie verso il movimento della Riforma, nel 1535 Tyndale fu arrestato e accusato pubblicamente di eresia. Senza alcun processo, fu decretata ed eseguita la sua condanna a morte.
La sua traduzione delle Scritture, tanto osteggiata dalle autorità civili ed ecclesiali, costituirà paradossalmente la base della Authorised Version, meglio nota come «Bibbia di re Giacomo», la più amata e diffusa versione inglese dell'Antico e del Nuovo Testamento.


TRACCE DI LETTURA

Lettore, io ti esorto, presta la cura necessaria per accostarti con una mente pura, e come dice la Scrittura, con un occhio semplice alle parole della salvezza e della vita eterna; grazie ad esse se ci pentiamo e presteremo loro fede, potremo nascere di nuovo, essere ricreati, e godere i frutti del sangue di Cristo. È un sangue, il suo, che non grida vendetta, come quello di Abele, ma che ci ha acquistato la vita, l'amore, il favore, la grazia, la benedizione e ogni promessa contenuta nelle Scritture per coloro che credono e obbediscono a Dio; e lo stesso sangue sta fra noi e l'ira, la vendetta, la maledizione e tutte quelle cose che la Scrittura sembra minacciare per gli increduli e i disobbedienti, quanti cioè resistono e non acconsentono alla legge di Dio nei loro cuori, alla sua legge equa, santa, buona e giusta.
(W. Tyndale, Lettera al lettore del Nuovo Testamento)


PREGHIERA

Signore,
concedi al tuo popolo
la grazia di ascoltare
e di custodire la tua Parola,
perché, seguendo l'esempio
del tuo servo William Tyndale,
possiamo non solo professare
il tuo vangelo
ma anche essere pronti
a soffrire e morire per esso,
a onore del tuo Nome.
Attraverso Gesù Cristo,
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Pr 8,1-1 1; 2Tim 3,12-17; Gv 17,6-8.14-19


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
William Tyndale, traduttore delle Scritture, martire della Riforma

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Bruno, presbitero (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (26 tūt/maskaram):
Concepimento di Giovanni il Battista da parte di Elisabetta (Chiesa copta)

LUTERANI:
William Tyndale, testimone fino al sangue di origine inglese
Pierre Leclerc (+ 1546), testimone fino al sangue in Francia

MARONITI:
Tommaso, apostolo e martire
Bruno, monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Tommaso, apostolo
Glorificazione di Innocenzo (1977) metropolita di Mosca (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI:
Bruno il Certosino, monaco

7 ottobre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Beata Maria vergine del rosario (calendario romano e ambrosiano)
Sergio e Bacco di Rosafa (+ 300 ca), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (27 tūt/maskaram):
Eustazio, Teopista, Agapio e Teopisto (II sec.), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Heinrich Melchior Mühlenberg (+ 1787), evangelizzatore in Nordamerica

MARONITI:
Sergio e Bacco, martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sergio e Bacco, martiri
Stefano Primo Incoronato (+ 1224), monaco
Davide (Nemanja) e Vladislav (XIII sec.), monaci (Chiesa serba)

SIRO-OCCIDENTALI
Sergio e Bacco, martiri