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6 giugno

Norberto di Xanten (ca 1085-1134)
pastore

Nel 1134 muore a Magdeburgo Norberto di Xanten, arcivescovo della città.
Egli nacque verso il 1085 da una nobile famiglia della Renania, che lo avviò giovanissimo alla carriera ecclesiastica. Nominato chierico della collegiata di Xanten, Norberto rifiutò incarichi di maggiore responsabilità nella chiesa per poter continuare a condurre una vita agiata e poco impegnata.
Passati da poco i trent'anni, maturò tuttavia in lui in modo repentino l'appello a una radicale conversione. Lasciata ogni ricchezza, Norberto aderì allora alla spiritualità dei predicatori itineranti che si rifacevano alla vita degli apostoli e predicavano la condivisione dei beni e la fuga dalla mondanità.
Divenuto un convinto sostenitore della riforma gregoriana, egli predicò nelle regioni del Reno e in Belgio. Nel 1121, si stabilì con una quarantina di compagni a Prémontré, nei pressi della cittadina francese di Laon. Sorse così l'Ordine Premonstratense, composto di canonici regolari, ai quali si affiancarono presto comunità femminili, dando talora vita a monasteri doppi.
Nel 1126 Norberto fu eletto arcivescovo di Magdeburgo; come pastore, egli si dedicò all'evangelizzazione delle regioni germaniche orientali e alla riforma della vita ecclesiale, insistendo in particolare sulla testimonianza di carità fraterna che i presbiteri sono chiamati a dare nella chiesa mediante la condivisione dei beni sia materiali che spirituali.


TRACCE DI LETTURA

A quei tempi ognuno esponeva e interpretava a suo modo la regola di Agostino. «Perché stupirsi o esitare di fronte a questo?» - disse Norberto - «Le vie del Signore non sono forse tutte misericordia e verità? Se sono diverse, significa forse che si oppongono l'una all'altra? Le usanze, le osservanze mutano; l'amore reciproco, la carità devono forse cambiare assieme ad esse? La regola dice bene: "Amiamo Dio e poi il nostro prossimo". Le osservanze non sono le sole a promuovere il regno di Dio: accanto ad esse vi sono la verità e la pratica dei comandamenti»
(Vita di san Norberto 12).


PREGHIERA

O Dio,
che in san Norberto hai dato alla tua chiesa
un vescovo mirabile
per lo zelo pastorale e lo spirito di adorazione,
fa' che il tuo popolo
sia sempre guidato alle sorgenti della salvezza
da pastori secondo il tuo cuore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

At 4,32-35; Lc 12,35-40


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Ini Kopuria (+ 1945), fondatore della Fraternità melanesiana

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Norberto, vescovo (calendario romano e ambrosiano)
Gerardo di Monza (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (29 bašans/genbot):
Simeone lo Stilita il Giovane (+ 592) (Chiesa copta)
Afṣē e Gubā (V-VI sec.), monaci (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Norberto di Xanten, vescovo e fondatore di un Ordine in Sassonia
Heinrich Schröder (+ 1883), testimone fino al sangue in Sudafrica

MARONITI:
Miracolo di Michele arcangelo
Doroteo di Tiro (+ ca 362), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ilarione il Giovane (+ 845), igumeno e confessore
Bessarione il Taumaturgo (V sec.), monaco (Chiesa melkita)

7 giugno

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (30 bašans/genbot):
Michele IV (+ 1102), 68° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Ludwig Ihmels (+ 1933), vescovo in Sassonia

MARONITI:
Teodoto di Ancira (+ 303), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Teodoto di Ancira, martire
Sciota Rustveli (XIII sec.), poeta (Chiesa georgiana)

8 giugno

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Thomas Ken (1637-1711)
pastore e innografo

Gli anglicani ricordano oggi Thomas Ken, vescovo di Bath e Wells e innografo della Chiesa d'Inghilterra.
In un'epoca di continui rivolgimenti in seno alla politica e all'episcopato inglesi, Thomas emerse per la mitezza evangelica con cui seppe esercitare il proprio servizio di pastore, e per l'irreprensibilità della sua coscienza, che gli permise di non venir meno alla fedeltà nei riguardi anzitutto del vangelo ma anche delle istituzioni civili del suo paese.
Nato a Berkhamstead nel 1637, Thomas Ken studiò al New College di Oxford. Apprezzato per la sua generosità e il suo equilibrio, egli divenne cappellano reale di re Carlo II e fu quindi consacrato vescovo di Bath e Wells. Il suo rapporto con il sovrano non gli impedì di riprenderlo con franchezza e libertà quando questi si trovò a contraddire la propria fede.
Con l'ascesa al trono del re cattolico Giacomo II, la situazione di Ken divenne precaria; nel 1688 egli fu rinchiuso, in questo stesso giorno, nella torre di Londra, per essersi rifiutato di pubblicare nella propria diocesi l'atto con cui il nuovo sovrano ripristinava le indulgenze. Avendo tuttavia prestato giuramento di fedeltà al re, Thomas si rifiutò in seguito di riconoscere come re il protestante Guglielmo di Orange, a suo avviso illegittimamente asceso al trono d'Inghilterra. Privato della sede episcopale, Thomas visse in povertà e semplicità il resto dei suoi giorni, ritirato nella campagna inglese, dove compose inni tra i più celebri della liturgia anglicana e dove si impegnò per portare la pace fra le molteplici anime della cristianità britannica.
Thomas Ken morì il 19 marzo del 1711.


TRACCE DI LETTURA

Se non sarà giudicato opportuno che io e altri vescovi rinunciamo a rivendicare i nostri diritti canonici, suggerirei allora di procedere alla stesura di una lettera circolare da diffondere fra la gente, per sostenere umilmente ma al tempo stesso risolutamente la causa per la quale soffriamo, e dichiarare che la nostra opinione non è cambiata; almeno potremmo far comprendere che rimarremmo nei nostri pubblici uffici solo per obbedienza, e anzitutto perché abbiamo il dovere di ripristinare la pace nella chiesa. La pace è così importante da far passare in secondo piano anche i canoni ecclesiastici, che del resto sono di autorità umana e non divina.
Propongo questa soluzione con sottomissione, e mosso da sincero zelo per il bene della chiesa, chiedendo alla misericordia divina che ci guidi nelle vie della pace, perché possiamo glorificare Dio con un'anima sola e un'unica bocca.
(T. Ken, Lettera a Georges Hickes).


PREGHIERA

O Dio dal quale procede ogni benedizione,
dalla tua provvidenza siamo custoditi
e dalla tua grazia siamo guidati:
aiutaci, mediante l'esempio del tuo servo Thomas Ken
a custodire fedelmente la tua parola,
accettando umilmente le avversità
e rendendoti incessantemente lode.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Ger 9,23-24; 2Cor 4,1-10; Mt 24,42-46


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Thomas Ken, vescovo di Bath e Wells, non-juror, innografo

COPTI ED ETIOPICI (1 ba'ūnah/sanē):
Carpo (I sec.), uno dei 70 discepoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
August Hermann Francke (+ 1727), teologo a Halle
Hermann Bezzel (+ 1917), teologo in Baviera

MARONITI:
Ritrovamento dei chiodi di Cristo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Traslazione delle reliquie di Teodoro lo Stratilata, megalomartire
Marciano, Nicandro e compagni di Durostoro (IV sec.), martiri (Chiesa romena)

9 giugno

Columba di Iona (+ 597)
monaco

Il 9 giugno dell'anno 597, poco dopo la mezzanotte, si spegne nella chiesa del suo monastero Columba di Iona, monaco, uomo di cultura e pellegrino per Cristo.
Egli nacque in una potente famiglia irlandese della contea di Donegal, ma riconobbe presto di essere chiamato alla vita monastica piuttosto che a quella di capo e condottiero del suo clan.
Educato alla scuola di alcuni tra i più celebri monaci irlandesi, egli fu presto soprannominato Columcille, «colomba della chiesa», da cui il nome latino di Columba. Columba fu un uomo di grande cultura, molto versato nelle arti monastiche celtiche: egli fondò infatti i monasteri di Derry e Durrow, forse anche quello di Kells, dai quali ci sono giunti i più grandi capolavori della miniatura irlandese; ma seppe apprezzare anche le arti profane, e difese i bardi e i musici del suo tempo da quei monaci che volevano sopprimerne l'attività.
Columba, come molti monaci irlandesi, a un certo punto della sua vita si fece pellegrino per Cristo e divenne un predicatore itinerante assieme ad alcuni compagni. Ovunque lasciò un ricordo straordinario, e il suo ruolo di paciere nelle controversie politiche ed ecclesiali fu unanimemente apprezzato.
Egli finì la sua vita sull'isola di Iona, di fronte alla costa sudoccidentale della Scozia, dove dedicò gran parte del suo tempo alla guida del monastero da lui stesso fondato e alla composizione di inni e carmi di notevole qualità poetica e spirituale.
Columba è considerato assieme a Patrizio di Armagh e a Brigida di Kildare il più importante santo della chiesa celtica.


TRACCE DI LETTURA

Columba diede le ultime disposizioni ai suoi discepoli: «Amatevi gli uni gli altri senza finzioni. Siate nella pace. Se seguirete questa via sull'esempio dei santi padri, Dio, che dà forza al buono, vi aiuterà, e io intercederò per voi mentre dimorerò con lui».
La campana suonò per l'ufficio di mezzanotte. Il santo si alzò di corsa e si recò per primo in chiesa, inginocchiandosi in preghiera nei pressi dell'altare. Il fedele servo Diarmait lo seguiva da vicino, e vide l'intera chiesa ricolma di luce che irradiava dal santo. Quando i fratelli raggiunsero la soglia della chiesa, la luce svanì. Camminando nel buio, Diarmait trovò Columba che giaceva davanti all'altare. I monaci gli vennero intorno con le lampade, e cominciarono il lamento sul loro padre morente. Il santo, allora, aprì gli occhi e si guardò intorno. Vi era una meravigliosa gioia sul suo volto. Diarmait gli sostenne la destra per aiutarlo a benedire il coro dei fratelli, ed egli consegnò lo spirito.
(Adomnan, Vita di Columba 3,23).


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che hai riempito il cuore di Columba
con la gioia dello Spirito santo
e con un profondo amore per coloro che gli hai affidato:
concedi al tuo popolo in cammino di seguirlo,
forte nella fede, sorretto dalla speranza
e unito nell'amore che ci lega tutti a te.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Is 61,1-3; 1Ts 2,2-12; Lc 12,32-37


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Columba, abate di Iona, missionario
Efrem di Siria (+ 373), diacono, innografo, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Efrem, diacono e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (2 ba'ūnah/sanē):
Ritrovamento delle reliquie di Giovanni il Battista (IV sec.) (Chiesa copta)

LUTERANI:
Efrem il Siro, innografo a Edessa

MARONITI:
Alessandro e Antonina (IV sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Cirillo (+ 444), arcivescovo di Alessandria
Giovanni il Russo (+ 1730), confessore (Chiesa russa)

SIRO-ORIENTALI:
Abramo mar Kurilose Kattumangat (XVIII sec.), vescovo

VETEROCATTOLICI:
Efrem il Siro, confessore

10 giugno

Martiri ebrei delle milizie cosacche (+ 1648)

Nel 1648, in Polonia, irrompono i ribelli cosacchi capeggiati da Bogdan Chmielnicki. Figlio di un piccolo proprietario terriero della bassa aristocrazia ucraina, Chmielnicki fu il leader della rivolta cosacca contro il dominio polacco, che porterà, dopo la sua morte, all'unificazione dell'Ucraina con la Russia.
Per rinsaldare le file del popolo, Chmielnicki e i suoi compagni fecero ricorso a una forte dose di nazionalismo, e furono dei veri e propri antesignani delle moderne pulizie etniche: individuati negli ebrei degli elementi non assimilabili alla nazione ucraina, Chmielnicki ne favorì la sistematica eliminazione.
Il 10 giugno del 1648, seimila ebrei si rifugiarono nella città fortificata di Nemirov, in Polonia, per sfuggire alla furia delle milizie cosacche, ma sotto la guida del comandante Ganya, queste ultime irruppero nella città e sterminarono l'intera popolazione ebraica.
Ancora oggi Bogdan Chmielnicki è celebrato da alcuni come eroe nazionale dell'Ucraina.


TRACCE DI LETTURA

Chiedete la grazia per me, o cieli,
se in voi vi è un Dio!
Io un cammino che a lui mi conduca
non sono riuscito a trovarlo:
pregate per me, o cieli!
Il mio cuore è morto,
la preghiera si spegne sulle mie labbra,
la mia mano è inerte,
non c'è più speranza per me.
Fino a quando? Fino a dove e fino a quando?
Se vi è una giustizia, si mostri!
Ma se si farà vedere soltanto
quando sarò passsato al di sopra del firmamento,
allora che il suo trono sia fracassato per l'eternità,
e scoppino il cielo e la sua cattiveria!
(Bialik, Poesie).


Abramo di al-Fayyūm (1829-1914)
pastore

Il 10 giugno del 1914, all'età di ottantacinque anni, dopo trentatré anni di ministero episcopale e quasi settanta di vita monastica, si spegne Abramo, vescovo di al-Fayyūm.
Nativo della provincia copta di al-Minyā e battezzato con il nome di Giuseppe, egli era entrato diciottenne nel monastero della Vergine di al-Muḥarraq, nei pressi di Asyūṭ. Distintosi soprattutto per il suo straordinario impegno in favore dei poveri, che sarà il vero e proprio filo rosso evangelico di tutta la sua vita, Giuseppe divenne a trentasette anni abate del monastero. Da quel momento, moltissimi monaci si fecero suoi discepoli, e la comunità si sviluppò in modo rilevante. Ma con il numero dei discepoli crebbero anche le tensioni all'interno di al-Muḥarraq, e Giuseppe fu costretto ad abbandonare il monastero perché accusato di dissipare i beni della casa a favore dei poveri.
Assieme a quattro compagni, egli fu accolto nel monastero di al-Barāmūs, nel Wādī al-Naṭrūn. L'abate locale, divenuto patriarca, vista la grande qualità spirituale di Giuseppe e dei suoi compagni, li ordinò tutti e cinque vescovi. Giuseppe divenne così nel 1881 il vescovo Abramo di al-Fayyūm. Come pastore, si sentì chiamato innanzitutto a servire i poveri, senza discriminare tra cristiani e non cristiani. A tale servizio egli unì un cammino di spoliazione personale: non volle mai sedere in una mensa differente da quella dei piccoli e degli emarginati, e rifiutò tutti i segni di distinzione esteriori e mondani che pure spettano per tradizione in quasi tutte le chiese a chi è rivestito della dignità episcopale.
Alla sua morte, una folla immensa di cristiani e musulmani accorse a dargli l'ultimo saluto.


 

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (3 ba'ūnah/sanē):
Elladio (+ ca 361), vescovo e martire
Abramo, vescovo di al-Fayyūm (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Friedrich August Tholuck (+ 1877), teologo a Halle

MARONITI:
Barnaba, apostolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Alessandro e Antonina (+ ca 313), martiri
Timoteo (+ ca 362), vescovo di Prusa, ieromartire
Sofronio il Bulgaro (XV-XVI sec.), ieromonaco (Chiesa serba)