Estate 1971
Questo primo documento non è propriamente una Lettera agli amici, ma solo «un foglio di notizie» scritto «soprattutto per i numerosi amici lontani che chiedono sovente notizie sul nostro cammino», come precisa Enzo Bianchi nel successivo primo numero del “Qîqājȏn di Bose”. E aggiunge: lo «lasciamo nascere e morire senza preoccupazioni e senza problemi», come «l’alberello che Dio fece crescere sulla testa di Giona per dargli un momento di gioia e di frescura» (cfr. Giona 4,6-7), ma «non è un nuovo giornale o una nuova pubblicazione», «nasce quando ci sono notizie da dare agli amici e poi muore subito!».
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Le festività sono i giorni di festa che la comunità condivide con gli ospiti con particolari celebrazioni e con orari diversi dal solito.
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Anche le famiglie con i figli possono essere accolte a Bose, in modo da non escludere i genitori dalla possibilità di partecipare a tutte le nostre iniziative. In alcuni periodi dell’anno sono inoltre proposti incontri di alcuni giorni destinati espressamente alle famiglie.
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L'anno liturgico prevede dei tempi forti in cui ci è dato rinnovare ogni volta la nostra fede.
Per questo viviamo queste giornate nella preghiera assidua per incontrare il Signore che viene.
La giornata di ritiro prevede un primo incontro alle ore 10.30, l’eucaristia alle 12.00, la ripresa con il secondo incontro alle 15.00, seguito dal vespro.
Il silenzio esterno viene osservato da tutti allo scopo di favorire l'incontro con il Signore.
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