La condivisione dei pani
9 agosto 2025
Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 15,29-39 (Lezionario di Bose)
In quel tempo 29Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. 30Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, 31tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d'Israele.
32Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». 33E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». 34Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». 35Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, 36prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. 37Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. 38Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. 39Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadàn.
“Li deposero ai suoi piedi ed egli li curò” fino a guarirli. Ma chi depose ai piedi di Gesù zoppi, ciechi, storpi e muti, persone in vario modo ferite nella pienezza della loro umanità? Di certo non gli scribi e i farisei di Gerusalemme che, se si fossero spinti fino al mare della Galilea, avrebbero contestato anche alla folla di “eludere la tradizione degli anziani e prendere cibo senza lavarsi le mani” (cf. 15,2). Non i discepoli, che entrano in scena solo successivamente, per affermare la propria impotenza e per prestare mani affinché il cibo donato da Gesù raggiunga tutti e sia poi recuperata la sovrabbondanza: un canestro in più per ogni pane benedetto, spezzato e donato.
No, sono gli amici a deporre i sofferenti ai piedi di Gesù, gli amici venuti con loro, i compagni di cammino che si sono fatti carico della disabilità altrui affinché tutti potessero percorrere la strada per avvicinarsi a quell’uomo che parlava come nessun altro prima di lui (cf. Gv 7,46), quell’uomo che ora stava seduto sul monte. Amici che si fanno carico del dolore di coloro ai quali vogliono bene, come quelli che avevano scoperchiato il tetto per deporre un paralitico davanti a Gesù, amici la cui fede spinge Gesù a rimettere i peccati e a ridonare vita piena (cf. Lc 5,17-26). Amici come quelli che portano gli indemoniati davanti a Gesù, subito dopo che questi ha guarito la suocera di Pietro (cf. Mt 8,14-17)… O come quelli che, incuranti degli intenti omicidi dei farisei, portano a Gesù un indemoniato cieco e muto perché lo curi e lo guarisca come ha appena fatto – in sinagoga e in giorno di sabato – con l’uomo dalla mano atrofizzata (cf. Mt 12,9-24).
La solidarietà dell’amicizia e la capacità di Gesù a commuoversi per la sofferenza umana sono le premesse perché pochi pani possano bastare per molti, cioè per tutti. Matteo racconta due episodi in cui la folla viene sfamata da Gesù, ed entrambe le volte questo pane a sazietà è preceduto dal ritirarsi di Gesù in disparte, dalla sequela della gente che lo segue ovunque vada, dalla commozione e dalla cura di Gesù per gli infermi e dalla incapacità dei discepoli di provvedere ai bisogni delle folle. Ma in nessuno dei due episodi l’evangelista parla di moltiplicazione dei pani.
Ιn effetti dovremmo parlare non di moltiplicazione bensì di divisione, di condivisione dei pani: Gesù prende i pani che ci sono, che altri gli danno, prega, recita una benedizione e poi spezza, divide i pani… e i pani bastano e avanzano per tutti. Tutti: infermi sanati e loro amici solidali, discepoli impotenti e donne e bambini… D’altronde non l’aveva forse annunciato, quando invitava le folle a perdonare ed essere così perdonate? “Date e vi sarà dato; daranno nel vostro grembo una misura buona, pigiata, scossa, traboccante; infatti con la misura con cui misurate, sarà misurato in cambio a voi” (cf. Lc 6,38). E porterete via sette canestri pieni della sovrabbondanza della misericordia del Signore.
fratel Guido