27 gennaio

Nino (ca 276-340)
testimone

 

La chiesa georgiana ricorda oggi Nino, evangelizzatrice della Georgia.
Le scarse notizie che abbiamo sulla sua vita e sulla sua attività missionaria derivano dalla Storia ecclesiastica di Rufino di Aquileia. Si racconta che Nino, forse originaria della Cappadocia, trascorse diversi anni a Gerusalemme; da qui fu deportata e condotta prigioniera in Georgia; chiamata a servire alla corte reale, convertì al cristianesimo dapprima la regina e, in seguito, anche il re che si impegnò personalmente a sostenere l’evangelizzazione della Georgia.
In realtà nel racconto di Rufino la schiava è anonima; soltanto a partire dall’viii secolo, col fiorire di leggende sulla sua vita, le venne dato il nome di Nouné e successivamente di Nino


TRACCE DI LETTURA

Al tempo della conversione dell'Etiopia anche la popolazione degli Iberi, che abitava una zona estesa sotto il cielo del Ponto, ebbe modo di abbracciare l'alleanza della Parola divina e la fede nel Regno futuro. A dare inizio alla prima origine di questo dono così grande fu una donna, schiava di condizione. Mentre si trovava tra quel popolo, conduceva una vita fedele, morigerata e casta, e poiché tutti i giorni e tutte le notti rivolgeva a Dio lunghe preghiere, questa stessa sua condotta insolita divenne motivo di ammirazione per quei barbari, e la gente si domandava con molta curiosità che cosa tutto questo potesse significare. Ed essa, com'era naturale, confessava semplicemente che in quel modo intendeva adorare il Cristo come Dio.
(Rufino, Storia della chiesa 1,11)


PREGHIERA
Collaboratrice dei servi della parola di Dio,
strumento della predicazione di Andrea,
Apostola dei georgiani
e arpa dello Spirito santo,
santa Nino,
prega Cristo Dio per la salvezza delle nostre anime.


LETTURE BIBLICHE
1Cor 4,6-16 o Gal 3,23-29; Mt 25,1-13 o Lc 7,36-50


Sava I di Serbia (1175-1235)
pastore

Lo stesso giorno in cui i georgiani ricordano Nino, la Chiesa serba ricorda Sava, suo primo arcivescovo.
Figlio dello župan (capo patriarcale) serbo Stefano Nemanja, il giovane Rastko si recò nel 1192, appena diciassettenne, al monte Athos, e si fece monaco con il nome di Sava al monastero russo di San Panteleimon, contro il volere dei propri familiari. Tuttavia alcuni anni più tardi fu raggiunto dal padre, che nel frattempo aveva abdicato al trono. Sava è considerato il fondatore del monastero serbo di Hilandar, di cui redasse il typikón. Nel 1204, dopo il saccheggio di Costantinopoli da parte dei crociati latini. Sava abbandonò l'Athos e si stabilì a Studenica, dove fu nominato igumeno del locale monastero. Nel 1219 venne consacrato arcivescovo dei serbi da Manuele, patriarca di Costantinopoli, divenendo così il primate di una nuova chiesa autocefala. Stabilitosi a Žiča, si impegnò profondamente per dare solide basi spirituali e canoniche alla chiesa serba. Si deve a lui, tra l'altro, la revisione della vita liturgica nella sua chiesa, operata grazie alla grande cultura e alle conoscenze che egli aveva maturato nei suoi viaggi nell'oriente bizantino.
Sava morì il 14 gennaio del 1235 a Tarnovo, allora capitale della Bulgaria. I suoi resti mortali, trasportati in Serbia, saranno bruciati dai turchi alla fine del XVI secolo.


TRACCE DI LETTURA

La fedeltà della sua condotta al vangelo fu per tutti i serbi il solo, vero modello ed espressione di vita di fede, oltre che di vita politica e culturale. Come accade per ogni grande uomo che ispiri le generazioni successive a sempre più alti livelli di vita civile ed ecclesiale, così fu anche per Sava. Il suo ideale sollecitò la Serbia, nel XIII e XIV secolo, a divenire uno dei regni più splendidi che il mondo abbia mai conosciuto. La vita religiosa si elevò notevolmente; i monasteri di Serbia erano affollati di monaci che spingevano i connazionali alle più alte vette dell'umiltà e li guidavano a rivelare il tratto che più li faceva e ancor oggi li fa riconoscere: l'ospitalità.
(D. Rogié, Santi della chiesa ortodossa serba)


PREGHIERA

Guida dell'ortodossia
e benedetto maestro di virtù,
purificatore e illuminatore della tua terra,
bellezza dei monaci,
sapientissimo padre Sava:
con l'insegnamento hai illuminato il tuo popolo.
O flauto dello Spirito,
prega Cristo nostro Dio per le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE
Eb 7,26-8,2; Gv 10,9-16


Angela Merici (ca 1474-1540)
testimone

Nel 1540 si spegne, a Brescia, Angela Merici, fondatrice della Compagnia di sant’Orsola. Nata a Desenzano sul Garda intorno al 1474, Angela era rimasta orfana in giovane età. Sin da ragazza provò il desiderio di un’intensa vita di preghiera e di carità, ma non trovava una risposta alla sua ricerca nei monasteri dell’epoca. A vent’anni cominciò a radunare attorno a sé bambine e ragazze povere per dare loro una formazione umana e spirituale, istruirle nel lavoro e nell’assistenza ai malati. Intorno al 1530 si stabilì a Brescia, presso la chiesa di Sant’Afra e qui diede inizio a una Compagnia di donne che si proponeva di riattualizzare l’esperienza delle primitive comunità cristiane. Per quante la seguirono nella sua scelta di vita religiosa scrisse una regola e dei testi spirituali.
La forma di vita religiosa inaugurata da Angela Merici conobbe un grandissima diffusione.


TRACCE DI LETTURA

Sorelle, vi supplico che vogliate tener conto, e aver scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figlie, a una a una; non solamente i loro nomi, ma anche la condizione, la natura, e ogni loro stato ed essere. Il che non vi sarà difficile, se le amerete con viva carità. Infatti, si osserva nelle madri secondo la carne che, se avessero mille figli e figlie, li avrebbero tutti totalmente presenti nell'animo, a uno a uno, perché così opera il vero amore. Anzi, pare che quanti più figli si hanno, tanto più l'amore e l'interessamento crescano a ogni figlio. Le madri spirituali possono e devono far questo in misura maggiore, in quanto l'amore spirituale è senza alcun paragone più potente dell'amore fisico. Sicché, mie cordialissime madri, se amerete queste vostre figlie con viva e viscerale carità, non sarà possibile che non le abbiate tutte particolarmente dipinte nella memoria e nel vostro animo.
(Angela Merici, Secondo legato)


PREGHIERA

O Dio, Padre misericordioso,
che in
sant'Angela Merici
hai dato alla tua chiesa
un modello di carità sapiente e coraggiosa,
per il suo esempio e la sua intercessione
donaci di comprendere e testimoniare
la forza rinnovatrice dell'Evangelo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

LETTURE BIBLICHE
1Pi 4,7-11; Mc 9,34-37



LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Angela Merici, vergine (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (ṭūbah/ṭerr):
Giacomo di Nisibi (+ 338), vescovo (Chiesa copta)

LUTERANI:
Paavo Ruotsalainen (+ 1852), testimone della fede in Finlandia

MARONITI:
Paola di Roma (+ 404), eremita

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Traslazione delle reliquie di Giovanni Crisostomo (438)
Sava I, illuminatore e primo arcivescovo dei serbi (Chiesa serba)
Nino, uguale agli apostoli e illuminatrice della Georgia (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Gregorio di Nazianzo il teologo, vescovo e dottore della chiesa

26 gennaio

Timoteo e Tito
apostoli

Il giorno dopo la conversione dell'apostolo Paolo, le chiese d'occidente ricordano Timoteo e Tito, suoi collaboratori nella missione alle genti e vescovi della chiesa primitiva. Timoteo, discepolo prediletto di Paolo, fu battezzato dall'Apostolo e ricevette da lui l'imposizione delle mani (cf. 2Tim 1,6), con la quale gli veniva trasmesso il dono spirituale che lo costituiva «dispensatore della parola di verità» (cf. 2Tim 2,15), cioè annunciatore del vangelo.
Egli fu infaticabile compagno di Paolo nell'evangelizzazione dell'Asia Minore, condivise la prima prigionia dell'Apostolo, e divenne guida della comunità di Efeso, dove, secondo la tradizione, morì. Paolo lo esortò come figlio amatissimo ad essere modello per i credenti con l'insegnamento, la vita, la fede e la carità.
Tito, originario di Antiochia, fu condotto alla fede da Paolo, che lo chiama «mio vero figlio nella fede comune» (Ti 1,4), durante il suo primo viaggio missionario. Egli fece da intermediario tra Paolo e la comunità di Corinto e fu posto a guida della comunità di Creta (cf. Ti 1,5), dove, sempre secondo la tradizione, visse sino alla fine dei suoi giorni.


TRACCE DI LETTURA

Timoteo, figlio carissimo, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te, mediante l'imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, ne di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del vangelo, per il quale io sono stato costituito messaggero, apostolo e maestro.
(Seconda lettera a Timoteo 1, 6-11)


PREGHIERA

Padre celeste,
che hai inviato
il tuo apostolo Paolo
a predicare il vangelo,
e gli hai dato Timoteo e Tito
come compagni nella fede:
fa' che la nostra comunione
nello Spirito santo
porti testimonianza
al Nome di Gesù,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Is 61,1-3; 2Tim 2,1-8 (o Tt 1,1-5); Lc 10,1-9


Roberto (1028-1111), Alberico (+ 1108) e Stefano (1060-1134)
primi abati di Cîteaux, monaci

In questo giorno, nel calendario monastico occidentale sono ricordati i cistercensi Roberto, Alberico e Stefano, primi abati di Cîteaux.
Nella seconda metà dell'XI secolo, Roberto, originario dei dintorni di Troyes, divenne monaco benedettino. Alla ricerca di una più grande semplicità e povertà evangeliche, diede vita a un monastero nella foresta di Molesme, nella diocesi francese di Langres; in breve tempo, però, la nuova fondazione divenne un'abbazia ricca e potente, e Roberto, assieme a una ventina di compagni, la lasciò per proseguire altrove la propria ricerca spirituale.
Sul finire del secolo si stabilì a Cîteaux, ma fu costretto a rientrare a Molesme, dove morì nel 1111. La ricerca di povertà e semplicità nei vari aspetti della vita monastica fu allora portata avanti dai suoi successori al Nuovo Monastero: Alberico e Stefano Harding. Essi guidarono la piccola comunità, attraverso prove molto grandi, a una rinnovata fedeltà alla Regola di Benedetto, e cominciarono a precisarne la forma di vita.
Aveva così inizio la riforma cistercense (da Cistercium, nome latino di Cîteaux), che con l'ingresso nell'Ordine di Bernardo di Clairvaux assumerà un volto e un contenuto spirituale rimasti vivi, tra vicende alterne e ulteriori riforme, fino ai nostri giorni.


TRACCE DI LETTURA

Poiché né nella Regola né nella Vita del santo Benedetto [i fondatori di Cîteaux] trovavano che quel loro padre avesse mai posseduto chiese o altari, e neppure leggevano di offerte, di sepolture o di decime ricevute da qualcuno, né di forni o mulini, né di possedimenti rurali o di contadini alle proprie dipendenze, né di donne che fossero entrate nel monastero, né di morti in esso seppelliti, fatta eccezione per sua sorella, rinunciarono a tutto ciò, dicendo: «Quando il santo padre Benedetto insegna che il monaco deve rendersi estraneo alle opere mondane, non fa evidentemente che affermare che queste non devono riguardare le opere e il cuore dei monaci. Ed è proprio col fuggire tali opere che essi devono essere fedeli al nome che portano».
(Piccolo esordio di Cîteaux 15,5-6)


PREGHIERA

Dio onnipotente ed eterno,
premio incomparabile
per chi ha abbandonato tutto
per amore di Cristo,
concedi a noi,
con l'esempio e per l'intercessione
dei nostri santi padri Roberto, Alberico e Stefano,
di anelare alla vita eterna
con tutto l'ardore del nostro spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Sir 44,1.10-15; Eb 11,1-2.8-16; Mc 10,24-30


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Timoteo e Tito, compagni di Paolo

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Timoteo e Tito, vescovi (calendario romano e ambrosiano)
Roberto, Alberico e Stefano, abati di Cîteaux (calendario monastico)
Paola (+ 404), eremita (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (17 ṭūbah/ṭerr):
Massimo e Domezio di Scete (IV sec.), monaci (Chiesa copta)

LUTERANI:
Timoteo e Tito, discepoli dell'Apostolo
Johann Matthäus Meyfart (+ 1642), poeta in Turingia

MARONITI:
Agnese (III sec.), vergine e martire (vedi al 21 gennaio)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Senofonte e compagni (VI sec.), monaci

SIRO-ORIENTALI:
Policarpo (+ ca 167), vescovo e martire (Chiesa malabarese) (vedi al 23 febbraio)

VETEROCATTOLICI:
Timoteo e Tito, discepoli dell'Apostolo

25 gennaio

Rivelazione di Gesù Cristo a Paolo apostolo

 

Oggi le chiese d'occidente ricordano la rivelazione di Gesù Cristo a Saulo di Tarso, ebreo della Cilicia, zelante fariseo educato alla scuola di Rabbi Gamaliele,chiamato a riconoscere in Gesù di Nazaret il Messia atteso da Israele e ad annunciarlo ai suoi fratelli ebrei e a tutte le genti. Mentre si recava a Damasco per condurre in catene a Gerusalemme i seguaci della "via" (At 9,2) di Cristo, Saulo si sentì interpellato dal Signore risorto, quel Gesù che egli perseguitava nei suoi discepoli. Accecato dalla rivelazione ricevuta, fu condotto nella comunità cristiana di Damasco e qui Anania gli impose le mani perchè recuperasse la vista e fosse colmato dallo Spirito santo. Ricevuto il battesimo, Saulo o Paolo, come viene chiamato in seguito, cominciò ad annunciare dapprima ai Giudei e poi ai pagani "la parola della croce" (1Cor 1,18), il mistero della salvezza donata in Cristo attraverso l'abbassamento fino alla morte in croce (cf. Fili 2,8). Rivendicando la sua autorità apostolica, Paolo affermo di non aver ricevuto il vangelo da uomini ma "per rivelazione di Gesù Cristo" (Gal 1,12). La sua infaticabile attività di predicazione lo portò a viaggiare per tutto il Mediterraneo; si rivolse soprattutto ai pagani ricevendo il titolo di "apostolo delle genti".
La festa odierna, sorta in Gallia già nel VI secolo, fu estesa a tutto l'occidente a partire dall'XI secolo.


TRACCE DI LETTURA

Se la memoria della conversione di Paolo è così solenne, questo accade perché è utile a quelli che ne celebrano il ricordo. Perché da questa celebrazione il peccatore attinge la speranza del perdono che l'invita alla penitenza; e chi si è già pentito vi trova il modello di una perfetta conversione.
Come è possibile cedere alla disperazione, per quanto grandi siano le nostre colpe, quando si sente che quel Saulo che sempre fremente minacciava strage contro i discepoli del Signore, fu all'improvviso trasformato in vaso d'elezione? Chi potrebbe dire: «Non posso rialzarmi e condurre una vita migliore» se sulla strada su cui il suo cuore era pieno di veleno, l'accanito persecutore divenne subito il predicatore più fedele?
(Bernardo di Clairvaux, Sermone per la conversione di san Paolo 1)


PREGHIERA

Dio di verità,
attraverso la predicazione
dell'apostolo Paolo
hai fatto risplendere
la luce del vangelo tra le genti:
noi ti rendiamo grazie
per la sua conversione,
e ti preghiamo di farci vivere
della fede in Cristo
secondo la testimonianza
che l'apostolo ci ha dato.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Ger 1,4-10; At 22,3-16; Mc 16,15-18


Gregorio di Nazianzo il Teologo (ca 330-389/390)
padre della chiesa e pastore

Gregorio di Nazianzo, nato in Cappadocia verso il 330, in giovinezza, dopo gli studi ad Atene, visse un tempo di vita comune nella preghiera, nello studio delle Scritture, nel lavoro manuale con l'amico Basilio. Ritornò in seguito nella casa paterna per aiutare l'anziano padre, vescovo della diocesi di Nazianzo. Quando Basilio divenne vescovo di Cesarea, capitale della Cappadocia, nominò l'amico Gregorio vescovo di Sasima, un piccolo villaggio eretto a diocesi perchè situato in un luogo strategico ai confini delle due province in cui era stata suddivisa la Cappadocia. La nuova diocesi era contesa dagli ariani e Gregorio rifiutò di prenderne possesso. Amante della solitudine, preferì rimanere accanto al padre a Nazianzo, lontano da intrighi politici e religiosi. Ma quando, nel 379, fu chiamato a Costantinopoli a presiedere il piccolo gruppo di cristiani rimasti fedeli a Nicea, divenne l'erede spirituale di Basilio; in questi anni pronunciò cinque discorsi teologici che gli valsero l'appellativo di "teologo". Per qualche mese presiedette il secondo concilio ecumenico che proclamò la divinità dello Spirito santo; poi a causa degli intrighi orditi contro di lui, si dimise e, dopo aver guidato per due anni la comunità di Nazianzo, si ritirò in solitudine. Morì intorno al 390.


TRACCE DI LETTURA

Accanto alle forme di battesimo di cui ci parla la Scrittura, io ne conosco un'altra: l'immersione nelle lacrime. È un battesimo impegnativo, perché colui che lo riceve giorno e notte bagna di lacrime il proprio giaciglio. E' il battesimo di chi procede dolente e rattristato e imita l'umiliazione dei Niniviti, la quale ottenne misericordia. Io, per mio conto, siccome confesso di essere uomo, cioè un animale mutevole, di natura fragile, accetto volentieri questo battesimo e adoro Colui che me lo ha concesso, e ne faccio parte anche agli altri e dono per primo la misericordia per ottenere misericordia. So, infatti, che anch'io sono circondato di debolezza e che sarò misurato con la stessa misura con cui io per primo ho misurato agli altri.
(Gregorio di Nazianzo, Discorso 39)


PREGHIERA

Signore Dio,
tu hai donato alla tua chiesa
Gregorio di Nazianzo
che ha cantato mirabilmente le tue lodi:
rinnova questa grazia
nella chiesa di oggi,
perché essa ti renda testimonianza
con vigore e sapienza.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Ez 34,11-16; Gv 10,9-16


Martiri ebrei di Rufach (+ 1338)

In Franconia e in Alsazia esplode nel XIV secolo la persecuzione degli Armleder, così soprannominati perché al posto delle normali armature cavalleresche indossavano dei pezzi di cuoio.
Si tratta di bande di contadini e di vagabondi che infieriscono contro le locali comunità ebraiche.
Armati di seghe, di pale e di mazze, muovendosi dietro a un emblema e alla croce, il 25 gennaio del 1338 gli Armleder massacrano l'intera popolazione ebraica di Rufach, in Alsazia, dopo averla condotta fuori della città. Ancora oggi, il luogo dell'eccidio è soprannominato Judenmatt, «prato degli ebrei».


TRACCE DI LETTURA

Non sono affatto solo
tra la folla del mio popolo.
Ogni nuovo nato mi dà gioia;
io piango ad ogni morte...
ogni pozzo scavato mi dà gioia.

Ai sogni evaporati, canto
una funebre orazione
e ogni frammento di terra
di ogni dato luogo
cubito a cubito viene misurato.
(J. Karni, Il sole ritrovato)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Conversione di Paolo, apostolo

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Conversione di san Paolo, apostolo (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (16 ṭūbah/ṭerr):
Filoteo di Antiochia (III-IV sec.), martire (Chiesa copta)
Ṣaḥma (V-VI sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Conversione di Paolo, apostolo
Heinrich Suso (+ 1366), mistico

MARONITI:
Conversione di san Paolo, apostolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Gregorio il Teologo, arcivescovo di Costantinopoli
Bretannio di Tomi (+ ca 381), vescovo (Chiesa romena)

SIRO-ORIENTALI:
Conversione di san Paolo, apostolo (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Conversione di san Paolo, apostolo

24 gennaio

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Francesco di Sales (+ 1622), vescovo di Ginevra, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Francesco di Sales, vescovo e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Babila vescovo e i tre fanciulli (+ 250), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (15 ṭūbah/ṭerr):
Abdia (VI sec. a.C.), profeta (Chiesa copta)
Il giovane Ciriaco e sua madre Giulitta (+ ca 305), martiri (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Erich Sack (+ 1943), testimone fino al sangue nella Prussia orientale

MARONITI:
Xenia di Milasa (V sec.), monaca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Xenia di Milasa, monaca
Lorenzo di Černigov (+ 1950), monaco (Chiesa ucraina)

SIRO-ORIENTALI:
Timoteo, apostolo (Chiesa malabarese)

23 gennaio

Menno Simons (1496-1561)
testimone

Nel 1535, nella città tedesca di Münster, non lontana dai Paesi Bassi, veniva stroncato in un bagno di sangue il tragico tentativo di instaurare la Nuova Gerusalemme attraverso la forza. Esso era stato progettato dalle frange impazzite dell'anabattismo olandese, ed ebbe come conseguenza una crudele persecuzione di chiunque si dichiarasse anabattista. L'anabattismo sopravvisse però grazie all'intelligente opera di Menno Simons, il quale ricondusse alle radici evangeliche un movimento che aveva attirato su moltissime persone semplici e desiderose soltanto di fare la volontà di Dio.
Simons era nato a Witmarsum, in Frisia, nel 1496 da una famiglia di contadini. Divenuto prete cattolico, egli fu colpito dalla sincera buona fede che riscontrava in molti suoi fedeli, attratti dalle diverse correnti della Riforma.
Attraversò una profonda crisi vocazionale che lo condusse ad abbandonare la chiesa di Roma. Convinto che seguire Cristo poteva significare solo accettare la propria croce, per venti anni predicò la parola di Dio e ricostituì un movimento anabattista liberato da deliri profetici ed escatologici e ricondotto al primato del vangelo. Simons si sforzò di operare una profonda conversione nella propria vita per adeguarla al messaggio evangelico che quotidianamente predicava.
Morì il 31 gennaio 1561. La data odierna è quella in cui è ricordato in alcune chiese evangeliche.


TRACCE DI LETTURA

Quando si diffusero le notizie delle persecuzioni seguite alla tragedia di Münster, il sangue di questi uomini, sia pur sviati, ricadde sulla mia coscienza e ne ebbi dei rimorsi insopportabili. Ripensai alla mia vita impura, carnale, alla dottrina ipocrita e all'idolatria che professavo tutti i giorni sotto una parvenza di pietà, ma senza gioia. Vidi che quelle creature zelanti, pur essendo nell'errore, offrivano volentieri la loro vita e i loro beni per la loro dottrina e la loro fede.
Mentre riflettevo, la mia coscienza mi tormentava a tal punto che non potei più resistere. Mi dicevo: me misero, cosa sto facendo? Se continuo a vivere così e non conformo la mia vita alla parola di Dio; se non condanno apertamente con i miei deboli talenti l'ipocrisia, la falsificazione del battesimo, la cena del Signore snaturata dal culto che insegnano i dotti; se, per timore del mio corpo, non espongo ciò che ritengo essere il fondamento della verità e non concentro tutte le mie forze per condurre il gregge disperso - che farebbe volentieri il proprio dovere se lo conoscesse - verso i pascoli di Cristo, oh come il loro sangue, versato nella trasgressione, griderà contro di me nel giorno del giudizio!
(Menno Simons, Risposta a Gellius Faber)


 LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Babila, vescovo, e i tre fanciulli (+ 250), martiri (calendario ambrosiano)
Ildefonso (+ 667), vescovo di Toledo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (14 ṭūbah/ṭerr):
Archilide il Romano, monaco (Chiesa copta)

LUTERANI:
Menno Simons, testimone della fede in Frisia

MARONITI:
Clemente di Ancira (III-IV sec.)
Agatangelo (IV sec.), martire
Sergio (+ 701), papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Clemente, vescovo di Ancira, ieromartire
Agatangelo, martire
Teofane il Recluso (+ 1894), vescovo di Tambov (Chiesa russa)

22 gennaio

Damiana (IV sec.)
monaca e martire

Agli inizi del IV secolo, nella provincia egiziana di Parallos, a nord del delta del Nilo, muoiono decapitate l'igumena Damiana e le quaranta monache del suo monastero. Figlia di Marco, governatore locale, Damiana era stata educata alla fede dal padre. All'età di quindici anni, desiderosa di dedicarsi totalmente alla preghiera e alla meditazione delle Scritture, chiese il permesso di ritirarsi con alcune compagne in un luogo adatto alla vita monastica. Marco, che era un uomo di grande generosità, fece allora costruire per loro un monastero ben protetto. Sopraggiunta la persecuzione di Diocleziano, Marco fu tra i primi, per la sua posizione, a essere invitato ad apostatare. E così avvenne, almeno in un primo tempo; più tardi Damiana, donna di grande coraggio e fermezza, convinse il padre a rinnegare l'apostasia. Questi confessò pubblicamente la propria fede e fu decapitato. L'imperatore, saputo il ruolo di Damiana e delle sue compagne in ciò che era accaduto, tentò inutilmente di farle apostatare.
Morirono tutte martiri, e sul luogo del loro martirio esiste tuttora un monastero femminile che porta il loro nome.


PREGHIERA

Fin dalla sua infanzia la scelse Cristo
e Damiana disprezzò la mondanità
e amò la castità.
Parlò con il padre Marco dicendogli:
«Servirò Cristo e lascerò il mondo».
Ed egli gioì per questa bella parola
e le costruì un castello in cui serviva Cristo.
Rallegrati, o vera sposa.
Sin dall'infanzia sei divenuta
altare dello Spirito santo.
Sii benedetta, o Damiana,
giovane vergine sapiente,
monaca che ha edificato
la propria dimora sulla roccia.
Il Figlio di Dio ti ha scelta
perché nessuno ti assomiglia;
tu sei degna di ricordo immortale,
ti salutiamo, o beata.
Questa è la vita monastica,
questo è il martirio per Cristo, nostro vero Dio.
Sii benedetto, Cristo nostro Signore,
con il Padre buono e con lo Spirito santo,
Trinità consustanziale.


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Vincenzo di Saragozza (+ 304), diacono, primo martire di Spagna

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Vincenzo, diacono e martire

COPTI ED ETIOPICI (13 ṭūbah/ṭerr):
Nozze di Cana in Galilea

LUTERANI:
Vincenzo di Saragozza, martire in Spagna

MARONITI:
Timoteo, apostolo e martire
Anastasio il Persiano (+ 628), monaco e martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Timoteo, apostolo
Anastasio il Persiano, martire
Filippo il Taumaturgo (+ 1569), metropolita di Mosca (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI:
Vincenzo di Saragozza, martire

21 gennaio

Agnese (III sec.)
martire

Nella seconda metà del III secolo, il 21 gennaio di un anno a noi ignoto, muore martire a Roma Agnese, appena tredicenne. La sua grande forza d'animo, che le derivava secondo gli agiografi da una fede incrollabile a dispetto della sua fragilità di adolescente e della sua esile figura, ne fecero una delle martiri più famose di tutta la cristianità. La sua Passio, giunta a noi nelle versioni greca, latina e siriaca del V secolo, era già conosciuta da tutti i grandi padri della chiesa. Ambrogio, Agostino, papa Damaso, Girolamo, Massimo di Torino, Gregorio Magno, Beda il Venerabile, Prudenzio, e poi i poeti carolingi, e infine Jacopo da Varagine, offriranno dei ritratti toccanti della giovane Agnese, fondati tutti su una tradizione orale di antichissima memoria.
Anche l'iconografia della santa ebbe uno sviluppo enorme. Nelle immagini, soprattutto medievali, Agnese appare con a fianco un agnello, a ricordo del suo nome e del sogno avuto, secondo la leggenda otto giorni dopo la sua morte, dai suoi genitori che la videro insieme ad altre martiri sfilare accanto a un agnello senza macchia (cf. 1P 1,19). Sul luogo della sua deposizione fu edificata, una basilica che, più volte rimaneggiata, fu in seguito ricostruita in stile bizantino e che ancor oggi è una delle principali chiese di Roma. Il nome di Agnese è ricordato nel Canone romano, la principale preghiera eucaristica della chiesa latina.


TRACCE DI LETTURA

Sant'Agnese è detta da sant'Ambrogio, che ne scrisse il martirio, "vergine prudentissima".
Aveva tredici anni quando morendo divenne partecipe della vita celeste che sola è vera vita: bambina ancora per età, ma adulta nella mente e nel cuore; bella nel volto, ma più bella per la fede che custodiva nell'animo.
(Jacopo da Varagine, Leggenda aurea)

Percossa, che dignità custodisce!
Coprendosi tutta con la veste,
bada attenta a custodire il pudore:
che nessuno veda la sua nudità.

Muore, ma il suo pudore rimane:
con la mano vela il suo volto,
piegato il ginocchio cerca la terra
e cade, senza scomporsi.
(Ambrogio, Inno per la festa di sant'Agnese)


PREGHIERA

Dio eterno, pastore del tuo gregge,
la tua figlia Agnese
ricevette da te la forza
per rendere testimonianza
con la vita e con la morte
al vero amore del suo Redentore:
accordaci la forza per comprendere,
con tutti i tuoi santi,
qual è l'ampiezza
e la lunghezza e l'altezza e la profondità,
e per conoscere l'amore
che è al di là di ogni nostra comprensione.
Attraverso Gesù Cristo
tuo Figlio nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Sir 51,1-3; Ap 7,13-17; Mt 18,1-7


Abo di Tbilisi (+786)
martire

La chiesa georgiana ricorda oggi la passione e il martirio di Abo di Tbilisi, messo a morte il 6 gennaio del 786 dal califfo abbaside Mūsa al-Hādī per aver abbandonato la religione islamica in favore del cristianesimo. La vicenda di Abo è giunta a noi attraverso la preziosa Passio scritta dal georgiano Giovanni figlio di Saban, suo contemporaneo. Abo era nato a Bagdad, dove era stato educato dalle migliori guide islamiche. Divenuto un esperto profumiere e un cultore delle lettere arabe, egli entrò a servizio del nobile cristiano Nerses, duca di Georgia. La Georgia era da poco passata sotto il dominio abbaside, e ai suoi antichi regnanti cristiani era stato concesso di rimanere come etnarchi nelle rispettive città di residenza. Dopo alterne vicende, Nerses fece ritorno in Georgia, e Abo lo seguì. Essendo un uomo amante delle lettere e della cultura, egli imparò presto ad apprezzare il cristianesimo, pur evitando di professarlo apertamente.
L'inasprirsi delle ostilità verso i cristiani costrinse la casa di Nerses all'esilio nel territorio dei Khazari. Qui Abo ricevette il battesimo. Ritornato a Tbilisi, fu accusato di infedeltà all'Islam, e gli fu imposta l'abiura della sua nuova fede. Egli, con molta pace e semplicità, rifiutò, e affrontò con coraggio un lungo cammino di sofferenza che lo condusse al dono supremo del martirio.


TRACCE DI LETTURA

All'alba del 6 di gennaio, memoria del battesimo di nostro Signore, il beato Abo disse: «Questo è per me un grande giorno, poiché mi è dato di vedere la duplice vittoria del mio Signore Gesù Cristo. Fu in questo giorno, infatti, che dopo essersi spogliato discese nel fiume Giordano per ricevere il battesimo; e con quel gesto egli distrusse con la sua forza divina le teste del mostro nascosto in quelle acque profonde.
Oggi tocca a me, a mia volta, vincere le paure che assalgono il rivestimento carnale della mia anima, discendendo nella città, come nelle sante acque del Giordano, per essere battezzato nel mio stesso sangue con fuoco e Spirito, come predicava il Battista.
Allora veramente entrerò nell'acqua per ricevere il battesimo, poiché è oggi che lo Spirito santo aleggia sulle acque per crearmi a nuova vita».
(Passio di Abo di Tbilisi)


PREGHIERA

Rallegrati, eletto dalla grazia di Dio Padre
e del suo Figlio Unigenito,
chiamato e illuminato dallo Spirito santo,
unito alle schiere degli incorporei,
lodato tra i martiri e i giusti,
ornamento delle chiese,
fierezza dei martiri,
gioia dei re, aiuto dei fedeli,
coraggioso Abo:
prega Dio perché doni la grazia alle nostre anime.


LETTURE BIBLICHE
2Tim 2,1-10; Gv 15,17-16,2


Massimo il Confessore (580-662)
monaco e padre della chiesa

Nel 662 muore esule in uno sperduto villaggio del Caucaso Massimo il Confessore, monaco e padre della chiesa.
Nato a Costantinopoli nel 580, ricevette la formazione propria dei funzionari di corte e divenne primo segretario dell'imperatore Eraclio. Lasciato tale incarico dopo tre anni, Massimo si fece monaco a Crisopoli, sulla costa del Bosforo. Costretto dall'invasione persiana ad abbandonare il monastero cominciò una vita errante, soggiornando a Creta, a Cipro, nei pressi di Cartagine e forse a Roma, e contribuì in tal modo a far conoscere la teologia dei greci in Occidente.
Autore di opere monastiche sulla preghiera, la lotta contro le passioni e la carità, Massimo approfondì i fondamenti teologici della dottrina orientale della deificazione dell'uomo, prima di impegnarsi, a partire dal 634, nelle dispute teologiche contro i monofisiti e i monoteliti. Le sue posizioni saranno assunte dal sinodo Lateranense del 649, convocato dal papa di Roma Martino, assieme al quale egli sarà processato ed esiliato quattro anni più tardi.
Nel 662 un nuovo processo condannerà Massimo a subire l'amputazione della mano destra e della lingua, per impedirgli di scrivere e parlare a difesa della fede ortodossa. Così, colui che aveva fissato lo sguardo sulla passione e sul ruolo della volontà umana di Cristo nell'accettazione della propria morte, divenne sempre più somigliante al suo Signore, fino a morire solo, in esilio, pochi mesi dopo l'amara sentenza che gli aveva dato modo di diventare misteriosamente ma ancor più pienamente un confessore della fede.


TRACCE DI LETTURA

Il mistero dell'incarnazione del Verbo contiene il senso di tutti gli enigmi e di tutte le figure della Scrittura, nonché la scienza delle creature visibili e intellegibili. E chi ha conosciuto il mistero della croce e della tomba, ha conosciuto le ragioni di tali cose. Chi poi è stato iniziato alla potenza arcana della resurrezione, ha conosciuto lo scopo per il quale Dio in principio ha fatto sussistere tutte le cose.
(Massimo il Confessore, Capitoli sulla teologia e l'economia dell'incarnazione 1,6)


PREGHIERA

Guida dell'ortodossia,
maestro di preghiera e santità,
illuminatore dell'universo,
corona dei monaci ispirati da Dio,
san Massimo,
tu ci hai rischiarati con i tuoi insegnamenti,
tu che fosti come una lira vibrante
al soffio dello Spirito.
Intercedi per noi
presso il Cristo nostro Dio,
perché salvi le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE
Eb 11,33-40; Lc 12,8-12


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Agnese, martire a Roma

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Agnese, vergine e martire (calendario romano e ambrosiano)
Fruttuoso di Tarragona, vescovo, e Augurio ed Eulogio (+259), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (12 ṭūbah/ṭerr):
Secondo giorno del Glorioso Battesimo

LUTERANI:
Matthias Claudius (+ 1815), poeta ad Amburgo

MARONITI:
Sebastiano (+ ca 287), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Massimo il Confessore, monaco
Neofito di Nicea (IV sec.), martire
Gregorio (+ 1012), arcivescovo di Ocrida (Chiesa serba)
Abo di Tbilisi, martire (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Meinrado (+ 861), eremita e martire