E l’angelo parlava, dandosi da fare
attorno all’uomo – e lui serrava i pugni:
“Ma tu non vedi, no, che in ogni piega
fredda è lei come divina alba...”.
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“Riconoscerai dunque che il Signore tuo Dio è lui Dio, il Dio fedele, che mantiene il patto e la misericordia a coloro che lo amano e a coloro che osservano i suoi precetti, per mille generazioni” (Dt 7,9). Pensare Dio, per un credente, è tanto inevitabile quanto impossibile. Impossibile nel senso che, per una vecchia eredità dell’infanzia e di ciò che nell’infanzia ci è stato inculcato, lo pensiamo come onnipotente, creatore, immenso, e così via: tutti “attributi” che ci risultano sostanzialmente vuoti perché la ragione non sa adeguarvisi, l’immaginazione non sa riempirli e la storia li contesta.
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Lo slancio di Dio verso l'uomo, questa iniziativa gratuita, creatrice e ri-creatrice dell'uomo unicamente per la generosità della divina potenza trova il suo nome definitivo nell'agápe di Dio di Giovanni, questo amore di puro dono che non è soltanto uno degli attributi di Dio, ma è in certo modo la sua definizione: “Dio è amore” ci dice la Prima lettera di Giovanni (4,8.16).
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