Fratellanza e sorellanza
La “rivoluzione della tenerezza”, di cui parla papa Francesco, inizia naturalmente nel mezzo delle nostre relazioni quotidiane, ma riguarda poi soprattutto in modo del tutto specifico l’altro, e cioè chi è “fragile” o “debole”, gli esclusi e la terra. La fraternità si traduce qui in forma assolutamente concreta in un impegno per l’“inclusione sociale dei poveri” e per l’“ecologia integrale”; nella Laudato si’ papa Francesco parla pertanto anche di “fraternità universale”.
Una simile traduzione richiede il dialogo sociale … capacità di ascolto che è il nucleo di una mistica della fratellanza e sorellanza. Infatti senza un simile ascolto e una correlata visione contemplativa, senza un simile vedere e ascoltare che non si accontenta di analizzare la situazione, ma sempre di nuovo da capo osa “trasformar[la] in sofferenza personale” (LS 19), non è possibile un agire etico di lunga durata … “Sorellanza e fratellanza” sono in gioco affinché la complessa varietà pentecostale possa trasformarsi in unità e totalità; cosa che tuttavia riesce soltanto se tale fratellanza si radica contemporaneamente nello spazio delle nostre relazioni quotidiane e nell’amore di Dio che cerca la felicità degli altri. Non un approccio unidimensionale, ma soltanto unafine sensibilità stilistica e un pensiero stilistico possono svelare, approfondire e trasmettere questa mistica nascosta nella “fratellanza e sorellanza”.
La riforma della chiesa, ardentemente desiderata da papa Francesco, si basa su queste pochissime e in fondo semplici caratteristiche protocristiane. Come mostra il primo capitolo della Evangelii gaudium, l’“uscita da sé verso il fratello” che costituisce la fraternità è il movimento fondamentale spirituale-pneumatico che definisce essenzialmente non solo la chiesa e i “discepoli missionari”, ma anche il nucleo di ogni umanità. Soltanto se si cerca di vivere tutto ciò in modo credibile internamente alla chiesa, esso può anche venire scoperto e stimolato come già presente nello spazio della società e recepito come richiesta profetica del cristianesimo, rivolta tuttavia sempre anche al cristianesimo.
Se la mistica della fraternità inizia con la percezione e l’ascolto dell’altro, di ciò che è fragile ed escluso, nella chiesa questo si mostra nel fatto che tutti possono partecipare al dialogo di fede … Qui si colloca il punto saliente di una vita ecclesiale in stile nuovo: papa Francesco fa chiaramente capire che il senso della fede vale anche per coloro che non trovano parole e non dispongono degli strumenti adeguati per esprimere con precisione la loro esperienza di fede, ma colgono intuitivamente le “realtà divine” per una “certa connaturalità” con esse.
L’“uscire da sé verso gli altri” non solo caratterizza propriamente una dinamica cristiana indotta dalla sacra Scrittura, ma costituisce il nucleo dell’autentica umanità. Pertanto parlo anche di un processo in cui la chiesa viene interrogata rispetto alla sua umanità: soltanto se essa assume e ascolta davvero queste richieste, può rivendicare profeticamente tale umanità anche nella società, e mai senza altri attori. Per la prima volta nei testi di papa Francesco ci si congeda in questo modo definitivamente dal rapporto classico tra chiesa e società a favore di una fraternità mai garantita, sempre minacciata dalla violenza e da realizzare ogni volta di nuovo. In primo piano non sta dunque la questione della verità (anche se questa non è mai esclusa); infatti, al posto di un’autodifesa apologetica, la chiesa offre risorse spirituali molto specifiche, con le quali le nostre società, proprio qui in Europa, potrebbero superare le crisi che le scuotono. La chiesa viene in questo senso intesa per così dire come “rabdomante” missionaria che rintraccia con sensibilità spirituale ciò di cui si parla nel vangelo come già presente nell’altro.
Christoph Theobald, Fraternità. Il nuovo stile della chiesa secondo papa Francesco