Marianella García Villas è una giovane e brillante avvocato, nata a El Salvador il 7 agosto 1948 da padre spagnolo e madre salvadoregna. Il contesto sociale e politico in cui vive è il medesimo in cui ha operato Oscar Arnulfo Romero: El Salvador è uno stato lacerato dalla guerra civile tra i militari al potere e i gruppi politici che chiedono maggiore giustizia; la povertà attanaglia la classe contadina; i poveri sono oppressi e uccisi da un potere che si professa come baluardo della cristianità, ma che in realtà è inumano e con il cristianesimo non c’entra niente. Marianella denuncia gli arresti, gli omicidi, le detenzioni senza accuse e le sparizioni di molti salvadoregni.
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Voce dei senza voce
Diventa presto un personaggio internazionale, una figura autorevole e prestigiosa, la coscienza viva del suo popolo. Riceve ripetute minacce, tuttavia non teme di denunciare con forza, a viso aperto, gli omicidi e le torture che quotidianamente sono perpetrate a danno dei contadini.
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Contadino austriaco abitante di un borgo troppo piccolo per avere un ufficio postale (Sankt Radegund), Franz è sposato e padre di due bambini. Nel 1938, quando la maggioranza degli austriaci vota in favore dell'annessione alla Germania nazista, Franz, trentunenne, esprime l'unico voto di dissenso del villaggio.
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Al giovane, che domanda a Gesù cosa gli manchi per avere la vita eterna, Gesù risponde: “Se vuoi essere perfetto va’, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo. E vieni! Seguimi!” (Mt 19,21). La “perfezione” di cui parla Gesù consiste in uno spogliamento di ciò che si ha e in un movimento: rinunciare ai propri beni e mettersi in moto, andare, seguire la persona che ti sta di fronte e ti parla.
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