La regola, il priore e la sinodalità

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Fratello, sorella, l’Evangelo sarà la regola, assoluta e suprema.

Nessuna comunità e nessuna persona possono realizzare ed esaurire tutte le esigenze dell’Evangelo. Solo la chiesa universale nella sua completezza storica può esprimere la totalità degli appelli contenuti in esso.
Ma avendo tu scelto di vivere la comunità e il celibato con dei fratelli di cui essere custode, tu non sarai sballottato a ogni soffio di vento, e con l’Evangelo terrai conto anche di essi: infatti sono per te la regola vivente. In essi parlerà Cristo ogni volta che tu dovrai riconoscere di non vedere chiaro, di non sapere come rispondere con gioia agli appelli dell’Evangelo.

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La probazione della vocazione

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Fratello, sorella, quando giungi in comunità col desiderio di seguire l’Evangelo, tu conosci poche cose di questa vita che ti ha attirato e che hai scelto. Ti occorre dunque un tempo di riflessione e di maturazione della vocazione ricevuta.

Pieno di quell’amore vero che non si accontenta di doni parziali e passeggeri, ti impegni con l’accoglienza liturgica a vivere stabilmente nella comunità la vocazione ricevuta, accolta e poi scelta. Da allora i tuoi atti e i tuoi atteggiamenti prendono una visibilità comunitaria.

Provata la tua vocazione all’interno della comunità, viene per te il momento, fratello, sorella, di dare in modo definitivo questa tua vita a Dio, e di darla davanti alla chiesa. Nella liturgia della professione, invocato lo Spirito santo affinché ti ispiri un consenso degno e incrollabile, tu pronuncerai il “sì” totale, irrevocabile, libero, all’appello di vivere il celibato e la vita comune secondo lo spirito della Regola.
Questo “sì” lo pronuncerai davanti alla chiesa garante e confermante il tuo carisma nello Spirito santo al Padre, per Cristo che è l’Amen eterno, il testimone fedele e verace.

(Regola di Bose 9-11)

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Amore “fino alla fine”

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17 aprile 2025

Cena del Signore
Giovanni 13,1-15
Omelia di fr. Sabino Chialà, priore di Bose

Fratelli e sorelle,

con questa liturgia entriamo nel triduo santo, nel quale rivivremo il mistero della Pasqua del Signore. Vi entriamo non da spettatori… perché quella che abbiamo appena iniziato a celebrare e che continueremo a vivere in questi tre giorni è anche la nostra Pasqua, e la Pasqua dell’umanità di cui siamo parte.

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Come Signore e Figlio di Dio

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18 aprile 2025

Gv 18,1-19,42
Omelia di fr. Sabino Chialà, priore di Bose

Fratelli e sorelle,
abbiamo ascoltato il racconto della passione di Gesù, in quest’ora in cui facciamo memoria del dono della sua vita per noi. Dono di salvezza, nel quale ci è narrato un ulteriore passo del Signore e Maestro nel cuore della città e di coloro che ne compongono le trame, con i quali Gesù dovrà confrontarsi: guardie dei sacerdoti, discepoli, capi religiosi e autorità politiche, soldati e folle

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