XXV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
IL DONO DELL'OSPITALITÁ
Monastero di Bose, 6-9 settembre 2017
in collaborazione con le Chiese ortodosse
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L’accoglienza del nemico nei padri del deserto

✜ EPIPHANIOS DI SAN MACARIO, Monastero di San Macario, Egitto
Anba Epiphanios dal 2013 è abate-vescovo del monastero di san Macario, nel deserto di Scete. Nato a Tanta (Egitto) nel 1954, si è laureato nel 1978 in chirurgia. È entrato al monastero di san Macario nel 1984 e nel 2002 è stato ordinato presbitero. È stato discepolo di padre Matta el Meskin, igumeno del monastero dal 1969 al 2006. In monastero ha lavorato a lungo alla casa editrice e come redattore della rivista del monastero. È stato economo, oltre ad aver prestato servizio per molti anni come medico della comunità. Dopo l’elezione ad abate ha voluto mantenere l’incarico di bibliotecario e responsabile della sezione dei manoscritti. Attualmente è membro della commissione per la promozione della cultura presso il Santo Sinodo, istituita da S.S. Tawadros II.
È autore, inoltre, di numerose pubblicazioni, tra cui l’edizione e la numerazione dei detti del Bustan al-Ruhban (‘Il giardino dei monaci,’ versione araba degli Apophtegmata patrum); la traduzione e il commento dell’eucologio del monastero Bianco; la traduzione e commento delle liturgie di san Basilio e san Gregorio; numerosi articoli di patristica, liturgia, monastica sulle riviste copte in arabo Saint Mark e Alexandria School.
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L’ascesi della xenitéia in Giovanni Climaco

JUSTIN SINAITIS, Monastero di Santa Caterina del Monte Sinai
Justin (Hicks) è monaco al Monastero di Santa Caterina sul Sinai dal 1996. Da diversi anni ne è il bibliotecario, occupandosi in particolare del progetto di digitalizzazione dei manoscritti del monastero. Laureatosi nel 1971 in Storia greca e bizantina presso la University of Texas di Austin, ha abbracciato la vita monastica nel 1974. Grazie al suo blog e alle sue doti di fotografo dà accesso a squarci del deserto sinaita e della sua spiritualità a cristiani dei più diversi angoli del mondo.
Abstract
Giovanni Climaco pone la “xeniteia” come sicuro fondamento per chi desidera iniziare a salire la scala della divina ascesa. Questo termine greco non può essere tradotto che con una parafrasi come “soggiorno in una terra straniera: esilio”, o “isolamento dal mondo: solitudine”. “L’amore di Dio è il fondamento dell’esilio” – scrive Climaco. Noi seguiamo Colui che è stato esiliato dal cielo per discendere sulla terra. La fuga dall’Egitto, la tipologia dell’esodo del popolo di Israele percorre poi l’intero libro della Scala. “L’esilio è la separazione da tutto per far si che la mente sia inseparabile da Dio”- scrive ancora il sinaita, riferendosi alla custodia della mente nella preghiera. Giovanni Climaco, con la sua stessa esperienza di vita, rappresenta un esempio di chi è trasportato in cielo pur continuando a vivere sulla terra.
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“Non dimenticate l'ospitalità” (Ebr 13,2). L’ospitalità nella tradizione del monachesimo russo
IOSIF (KRJUKOV), Valaam
Iossif Krjukov è igumeno del monastero della Trasfigurazione del Salvatore di Valaam. Nato a San Pietroburgo nel 1975, ha studiato economia e finanza all’Università Voznesenskij di San Pietroburgo e poi in quella della Carolina del Nord. Durante il dottorato è entrato nel Seminario San Tichon della Chiesa ortodossa d’America, concludendo gli studi cum laude nel 2001, con una tesi sulla “Concezione del matrimonio nel metropolita Antonij di Surozh”. In seguito ha compiuto gli studi teologici all’Accademia teologica di Mosca. È stato segretario del vescovo Merkurij di Zarajsk, responsabile delle parrocchie del patriarcato di Mosca negli Stati Uniti; nel 2010 l’arcivescovo Justinian di Naro-Fominsk lo ha nominato decano della cattedrale di San Nicola a New York. Ordinato ierodiacono e poi ieromonaco nel 2002, dal 2010 appartiene alla comunità della Trasfigurazione di Valaam.
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L'ospitalità nella Regola di san Benedetto

FOTIOS IOANNIDIS, Tessalonica
Fotios Ioannidis è professore presso la Facoltà Teologica dell’Università Aristotele di Salonicco. Ha studiato teologia a Salonicco è ha compiuto studi post-laurea in Italia, grazie a una borsa di studio del Comité Catholique pour la Collaboration Culturelle. Si è specializzato in patrologia e storia della Chiesa. Si occupa principalmente di letteratura cristiana occidentale e dei rapporti tra le spiritualità cristiane di Oriente e di Occidente. È membro della Association Internationale d'Études Patristiques, della Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino e della Accademia di Sant'Ambrogio della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Ha partecipato a molti convegni internazionali in Grecia e in altri paesi esteri. Tra le sue pubblicazioni conta l’edizione tradotta e commentata di scritti di padri occidentali, come Ambrogio, Agostino e Cipriano, oltre a studi più generali sulla letteratura cristiana d’Occidente o sugli Influssi del monachesimo d’Oriente sulla Regola di San Bendetto (1995).
Abstract
Nel cristianesimo i concetti di ospitalità (philoxenia) e di amore per gli uomini (philanthropia) si sovrappongono e si implicano a vicenda, poiché Cristo, con la sua incarnazione, ha dato realtà e sostanza all’amore verso gli uomini, alla “filantropia” . Il monaco, seguendo il Signore, pone in atto l’amore trasfigurato e disinteressato verso la persona del fratello, il forestiero.
Così, san Bendetto, seguendo l’indicazione e l’esortazione neotestamentaria di Mt 25,35 «Ero forestiero e mi avete accolto», raccomanda ai suoi monaci che i forestieri che visitano il monastero siano accolti come se se si trattasse di ospitare lo stesso Cristo. In questo quadro cristocentrico, la Regola benedettina prevede un rituale di accoglienza dell’ospite analogo a quello che si trova nella tradizione monastica orientale.