Per te, chi è Gesù?
5 settembre 2025
Forse questa pagina del vangelo ci vuol dire che anche il rapporto con il cibo è anzitutto un evento di relazione.
Forse questa pagina del vangelo ci vuol dire che anche il rapporto con il cibo è anzitutto un evento di relazione.
Oggi celebriamo la festa di Mosè con la lettura evangelica della trasfigurazione di Gesù dove appaiono Mosè ed Elia nella gloria, cioè con il “peso” della loro presenza mentre Gesù prega. L’uno, Mosè, rappresenta l’insegnamento del Signore scritto sulle tavole di pietra, e l’altro, Elia, la profezia. Contempliamo la figura di Mosè, e vorrei dargli la parola.
Le parole che la liturgia ci offre alla meditazione oggi sono state pronunciate da Gesù nel contesto dell’ultima cena, cioè attorno a una tavola, ma una tavola speciale: una tavola eucaristica, in cui è donata in cibo una vita. E non è un caso che Gesù richiami, subito dopo, l’immagine della tavola: “chi è più grande, colui che sta a tavola o chi serve?” (v. 27), perché il nostro modo di stare a tavola è profondamente rivelativo delle logiche su cui poggiamo la nostra vita.
Dopo aver predicato nella sinagoga di Nazareth, dove fu respinto e persino minacciato di morte, Gesù si mise in cammino (vv. 29-30). Attraversò l’ostilità, - “passò in mezzo”, scriveva Luca - senza lasciarsi abbattere, proseguendo con determinazione la sua missione.
Con questa pericope si riprende, nel nostro lezionario feriale, la lettura continua del Vangelo secondo Luca. Si riprende, dopo il battesimo di Gesù e le sue tentazioni nel deserto, con la prima visita da lui compiuta alla città dove non era nato ma dove era cresciuto. Gesù, però, non va a trovare i suoi familiari, in quella che era stata casa sua. Si dirige senza indugio nella sinagoga, un edificio comune adibito alla preghiera e alla lettura delle Scritture.