29 gennaio

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (20 ṭūbah/ṭerr):
Procoro (I sec.), uno dei 70 discepoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
Theophil Wurm (+ 1953), vescovo nel Württemberg

MARONITI:
Ippolito (III secolo), presbitero e martire
Palladio (IV-V sec.), anacoreta

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Traslazione delle reliquie di Ignazio il Teoforo (+ 115 ca), ieromartire
Damasceno di Gabrovo (+ 1771), neomartire (Chiesa serba)

SIRO-ORIENTALI:
Francesco di Sales (+ 1622), vescovo (Chiesa malabarese)

30 gennaio

Gandhi (1869-1948 )
giusto tra le genti

Nel 1948, mentre si sta recando come ogni giorno alla preghiera della sera, viene ucciso con tre colpi di pistola da un giovane indù Mahatma Gandhi, profeta della non violenza e dell'amore universale.
Mohandas Karamchand Gandhi - questo il nome ricevuto alla nascita - era nato a Porbandar, in India, nel 1869, da una famiglia appartenente a una casta tradizionalmente dedita all'agricoltura e al commercio.
Sposatosi in giovanissima età, com'era costume, egli fu inviato a Londra a studiare diritto. Negli anni londinesi, Mohandas scoprì il cristianesimo e ne trasse l'occasione per approfondire la propria fede indù.
Nel 1893, Gandhi divenne avvocato in Sudafrica, a Durban, e agli studi del vangelo e della Bhagavadgita unì la presa di coscienza delle grandi discriminazioni esistenti fra gli uomini.
Rientrato in India nel 1915, diede inizio al satyagraha, metodo di resistenza pacifica fondato sull'ahimsa, la non violenza che sorge dai cuori che cercano con passione la verità e che sono alimentati dal fuoco dell'amore. Dal 1920, Gandhi guiderà il movimento per l'indipendenza dell'India, cercando l'unità tra indù e sikh, cristiani e musulmani.
Più volte arrestato, osteggiato in modo crescente dai suoi stessi correligionari, Gandhi spese il resto dei suoi giorni a riconciliare la popolazione dell'India, con la sola forza delle sue lunghe marce a piedi nudi, accompagnate da digiuni rituali.
Nel 1947 venne proclamata l'indipendenza dell'India, ma la situazione interna precipitò. Il Mahatma, la «grande anima», come era ormai chiamato Gandhi, venne ucciso perché il suo progetto di amore universale per alcuni non era tollerabile. Prima di cadere dolcemente a terra, ferito a morte, egli pronunciò un'unica parola: «Rama», invocando il nome di Dio, perché perdonasse il suo uccisore.


TRACCE DI LETTURA

La dottrina del satyagraha non è nuova; essa non è che un'estensione della regola della vita domestica alla vita politica. Le dispute e le controversie di famiglia vengono generalmente regolate secondo la legge dell'amore. Il membro cui è stato fatto un torto ha tanta affettuosa attenzione per gli altri membri da sopportare tale torto, senza vendicarsi e irritarsi contro coloro che l'hanno offeso. E poiché reprimere la propria collera e soffrire volontariamente sono sforzi difficili, egli non eleva a dignità di princìpi ciò che reputa bagatelle, ma in tutto quello che non è essenziale è sempre pronto ad accordarsi con il resto della famiglia, e riesce così ad assicurarsi il massimo della pace per se stesso senza turbare quella degli altri. Così, sia che egli resista sia che ceda, la sua azione è sempre calcolata in modo da promuovere la comune felicità della famiglia. È questa legge d'amore che, prima di ogni altra, silenziosamente ma sicuramente, governa la famiglia da un capo all'altro del mondo civile.
Anche le nazioni non possono essere civili se non nella misura in cui obbediscono a tale legge.
Questa legge d'amore altro non è che una legge di verità. Senza verità non c'è amore.
(Gandhi, Relazione del 1919 al Congresso indiano)


PREGHIERA

Guidami tu, luce gentile,
attraverso il buio che mi circonda,
sii tu a condurmi!
La notte è oscura e sono lontano da casa,
sii tu a condurmi!
Sostieni i miei piedi vacillanti:
io non chiedo di vedere ciò che mi attende all'orizzonte,
un passo solo mi sarà sufficiente.
Non sono mai stato in questo stato,
né ho pregato che fossi tu a condurmi.
Amavo scegliere e scrutare il mio cammino;
ma ora sii tu a condurmi!
Amavo il giorno abbagliante e, malgrado la paura,
il mio cuore era schiavo dell'orgoglio:
non ricordare gli anni ormai passati.
Così a lungo la tua forza mi ha benedetto, e certo
mi condurrà ancora,
landa dopo landa, palude dopo palude,
oltre rupi e torrenti, finché la notte scemerà;
e con l'apparire del mattino
rivedrò il sorriso di quei volti angelici
che da tanto tempo amo e per poco avevo perduto.
(J. H. Newman, Guidami tu, luce gentile)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Carlo (+ 649), re d'Inghilterra, Scozia, Irlanda e Francia, martire

COPTI ED ETIOPICI (21 ṭūbah/ṭerr):
Morte/Dormizione della vergine Madre di Dio (Chiesa copto-ortodossa ed etiopica)
Consacrazione della prima chiesa dedicata alla Vergine (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Xaver Marnitz (+ 1919), testimone fino al sangue in Lettonia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ippolito (III secolo), presbitero di Roma, ieromartire
Sinassi dei tre santi Gerarchi (Basilio il Grande, Gregorio il Teologo e Giovanni Crisostomo)

31 gennaio

Marcella (ca 330-411)
monaca

Marcella, nobile donna romana, rimasta vedova a pochi mesi dalle nozze, decise di vivere, in casa propria, quella forma di monachesimo domestico in uso ai suoi tempi. Poi, quando venne a conoscenza del monachesimo egiziano ormai noto a Roma soprattutto grazie alla Vita di Antonio, redatta dal patriarca Atanasio, trasformò il suo palazzo sull’Aventino in una sorta di monastero dove confluirono molte nobili donne romane. Marcella, dopo ripetute insistenze, riuscì a convincere Girolamo a sostenere questo gruppo di donne offrendo la sua competenza biblica e i suoi consigli spirituali. Assai dotata, curiosa, esigente, Marcella non riceveva supinamente gli insegnamenti del suo padre spirituale e maestro, ma formulava obiezioni, sollevava dubbi, lo stimolava a ulteriori ricerche e Girolamo, che la definisce “amantissima della fatica” (Lettera 30,14) oppure “mio datore di lavoro” (Lettera 28,1), nasconde sotto queste parole scherzose la sua altissima stima per questa donna che non si limita a leggere e studiare le Scritture nelle lingue originali, ma le mette in pratica nella sua vita quotidiana.
Alla partenza di Girolamo per la Terrasanta, Marcella, a differenza delle sue compagne, decide di restare a Roma, dove continua la sua vita di studio delle Scritture e interviene, con autorevolezza e competenza, nelle questioni teologiche del tempo.
Muore nel 411, dopo aver sperimentato personalmente la violenza dei goti che avevano invaso Roma. Girolamo ne narra la vita nella Lettera 127, dedicata alla sua fedele discepola Principia.


TRACCE DI LETTURA

Incredibile era il suo zelo per le divine Scritture, cantava incessantemente: “Ho nascosto nel mio cuore le tue parole per non peccare contro di te” (Sal 119,11), e quei versetti sull’uomo perfetto: “E si compiace nella legge del Signore, e nella sua legge medita giorno e notte” (Sal 1,2). Sapeva che la meditazione della legge non consiste nel ripetere quello che sta scritto, come pensano, fra i giudei, i farisei, ma nell’agire secondo quel detto dell’Apostolo: “Sia che mangiate, sia che beviate, qualunque cosa facciate, fate tutto a gloria del Signore” (1Cor 10,31), e secondo le parole del profeta che dice: “Ho capito a partire dai tuoi comandamenti” (Sal 119,104), di modo che, dopo aver adempiuto i comandamenti, sapeva di meritare l’intelligenza delle Scritture.
(Girolamo, Lettera 127,4)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Giovanni Bosco (+ 1881), presbitero, fondatore dei Salesiani

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni Bosco, presbitero (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (22 ṭūbah/ṭerr):
Antonio il Grande (ca 250-355) astro del deserto e padre di tutti i monaci

LUTERANI:
Charles Spurgeon (+ 1892), predicatore del risveglio in Inghilterra

MARONITI:
Trifenia di Cizico (III sec.), martire
Acacio di Tolemaide e compagni (+ 273 ca), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ciro e Giovanni di Alessandria (+ 303 ca), taumaturghi e anargiri
Cirillo e Maria (XIV sec.), genitori di san Sergio, monaci (Chiesa russa)
Massimo (+ 1516), arcivescovo di Valacchia (Chiesa serba)
Efrem Mzire (XI sec.), monaco (Chiesa georgiana)

10 gennaio

Gregorio di Nissa (335-395 ca)
padre della chiesa e pastore

Gregorio, nato in Cappadocia attorno al 335, dopo gli studi di retorica e alcuni anni di vita matrimoniale, alla morte della moglie entrò nel monastero sul fiume Iris, fondato dal fratello Basilio. Poco stimato dagli altri due celebri Cappadoci a motivo del suo amore per la retorica e delle sue scarse capacità diplomatiche, egli fu tuttavia eletto per volere di Basilio vescovo di Nissa nel 372, per fronteggiare la crescente ostilità degli ariani. Confermando in un primo tempo i dubbi del fratello a suo riguardo, Gregorio fu deposto e subì l'esilio, perché accusato di aver male amministrato i beni della chiesa affidata alle sue cure pastorali.
Alla morte di Basilio, tuttavia, toccò a lui elaborare teologicamente la fede della grande chiesa. Gregorio divenne così uno dei massimi teologi dell'antichità, sicuramente il più speculativo tra i padri greci del IV secolo, e mostrò grande coraggio e abilità nell'allargare il fronte dei sostenitori del Credo di Nicea e nel contribuire al ristabilimento della pace nella chiesa. La sua sistematizzazione teologica costituisce la base su cui si svilupperanno sia la dottrina ascetica sia la riflessione mistica dell'oriente cristiano.
Gregorio morì probabilmente nel 395, ormai ritenuto assieme a Basilio e al Nazianzeno una colonna dell'ortodossia.


TRACCE DI LETTURA

La conoscenza di ciò che per natura è bello ne implica il desiderio, e se questa bellezza, come accade per quella di Dio, non ha limiti, essa genera in chi vuole esserne partecipe un desiderio senza fine e che non conosce sosta alcuna. L'anima, alleggerita dal peso delle passioni, sale con volo leggero e rapido verso le cime più alte, ad altezze sempre maggiori, purché nulla intervenga ad arrestare la sua corsa, in forza dell'attrazione che il bene esercita su coloro che lo seguono. Sospinta dal desiderio del cielo, essa si protende fuori da se stessa, come ricorda l'Apostolo (cf. Fil 3,13), sollevandosi verso regioni sempre più eccelse. Riconosciamo perciò che come il grande Mosè, chi cresce sempre di più nell'esperienza spirituale, sale di gradino in gradino senza sostare, poiché trova sempre un altro gradino dopo quello che ha lasciato dietro di sé.
(
Gregorio di Nissa, La vita di Mosè 2,224-227.231)


PREGHIERA

Signore Dio,
tu hai donato alla tua chiesa
Gregorio di Nissa
che ha saputo discernere mirabilmente la verità
e manifestarla ai fratelli:
rinnova questa grazia nella chiesa di oggi,
perché essa ti renda testimonianza
con vigore e sapienza.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE:
Ez 34,11-16; Gv 10,9-16; Eb 3,1-6


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
William Laud (+ 1645), arcivescovo di Canterbury

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Gregorio di Nissa, vescovo (calendario monastico)

COPTI ED ETIOPICI (1 ṭūbah/ṭerr):
Stefano, capo dei diaconi e primo martire

LUTERANI:
Carpo e Papilo (+ 251), martiri in Asia Minore

MARONITI:
Gregorio di Nissa, vescovo
Francesco di Sales (+ 1622), vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Gregorio, vescovo di Nissa
Marciano (+ ca 471), presbitero ed economo della grande Chiesa
Domiziano (+ ca 602), vescovo di Melitene
Antipa di Calapodesti (+ 1882), ieromonaco (Chiesa romena)

1 febbraio

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Brigida (+ca. 525), badessa di Kildare

COPTI ED ETIOPICI (23 ṭūbah/ṭerr):
Timoteo, apostolo (Chiesa copta) (vedi al 26 gennaio)

LUTERANI:
Klaus Harms (+ 1855), riformatore della chiesa in Bassa Sassonia

MARONITI:
Eutichiano (III sec.), papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Vigilia del Santo Incontro del Signore Gesù Cristo
Trifone di Lampsaco (+ 250), martire

SIRO-OCCIDENTALI:
Giovanni bar' Abdūn (+ 1033), patriarca di Antiochia

SIRO-ORIENTALI:
Ignazio di Antiochia (+ 110 ca), vescovo e martire (Chiesa malabarese) (vedi al 20 dicembre)