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12 aprile

Pietro Valdo (ca. 1140-ca. 1217), testimone

I dati sulla vita di Pietro Valdo sono scarsi o leggendari, ma tuttavia sufficienti a delineare la fisionomia delle chiese originate da Valdo e dai suoi primi compagni, che furono tra i più convinti testimoni del radicalismo evangelico nel medioevo occidentale. Valdo era nato attorno al 1140, aveva una fiorente attività mercantile a Lione e una famiglia numerosa. Tutto mutò per lui, secondo gli agiografi, quando fece suo l'appello evangelico a vendere ogni cosa per darla ai poveri e seguire unicamente il Signore. Lasciato ogni bene, compresa la famiglia, Valdo diventò un predicatore povero e itinerante dell'Evangelo. Il suo richiamo alla povertà e alla vita delle prime comunità cristiane gli attirò numerosi compagni, i «poveri di Lione» o «poveri di Cristo», e gli valse il soprannome di Pietro, a memoria del primo tra gli apostoli. Osteggiati da diversi vescovi, i valdesi, a differenza dei coevi francescani, si rifiutarono di dipendere nella predicazione da un preciso dell'autorità ecclesiastica. Valdo era infatti convinto che fosse la Parola a giudicare la chiesa e a costituire tutti i cristiani suoi ministri, e non viceversa. Per questo loro rifiuto, i valdesi furono condannati dal Sinodo di Verona del 1184. Ormai considerati scomunicati, essi subirono una lunga serie di persecuzioni da parte degli altri cristiani, che li condurrà nel XVI secolo ad aderire alla Riforma protestante, entrando in comunione con le chiese riformate di Svizzera e di Francia.
Pietro Valdo morì probabilmente in Boemia, dove era sorta nel frattempo una nutrita comunità di «poveri di Cristo», nel 1217. Attualmente le comunità valdesi, sono presenti soprattutto in Italia, nelle valli piemontesi che conducono alla Francia, e annoverano diverse decine di migliaia di membri.


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13 aprile

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Martino I (+ 655 ca), papa e martire (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (5 barmūdah/miyāzyā):
Ezechiele (VI sec. a.C.), profeta (Chiesa copta)

LUTERANI:
Konrad Hubert (+ 1577), poeta a Strasburgo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Martino, papa di Roma e confessore

14 aprile

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Leggi tutto: 14 aprileMaria Egiziaca (+ 522)
monaca

La chiesa copta ricorda il 6 del mese di barmūdah Maria Egiziaca, penitente nel deserto palestinese. I dati storici su questa asceta di origine egiziana si riducono all'esistenza della tomba di una santa solitaria in terra palestinese, ma straordinario fu l'impatto che ebbero sia in oriente che in occidente le Vite leggendarie sorte a suo riguardo. La più celebre e antica, tradotta in tutte le lingue della cristianità, è quella attribuita a Sofronio di Gerusalemme. Zosimo, ieromonaco in una laura del Giordano, va a trascorrere la quaresima nel deserto e vi incontra una donna consumata dal sole, rivestita soltanto dei propri capelli. Dopo aver ricevuto da Zosimo un mantello per coprirsi, Maria racconta la sua storia. Egiziana di origine, era fuggita di casa per vivere in modo dissoluto ad Alessandria. In cerca di nuove avventure, si era unita ad alcuni pellegrini che si recavano a Gerusalemme. Giunti nella Città Santa, secondo Sofronio una forza misteriosa le impedì di entrare al Santo Sepolcro. Di fronte a un'icona della Vergine, a Maria fu infine rivelato il cammino di penitenza che avrebbe dovuto compiere. Essa partì con tre pani per il deserto, dove visse per quarantasette anni. Zosimo fu l'unico essere umano incontrato da Maria nel deserto, e sarà lui a seppellirla con l'aiuto di un leone l'anno successivo, quando tornerà per portarle l'eucaristia il Giovedì santo.
Nelle chiese bizantine, Maria Egiziaca è la penitente per eccellenza, l'immagine del pénthos che dovrebbe accompagnare la conversione di ogni credente: viene ricordata alla fine di ogni Ode e con particolare solennità la quinta domenica di quaresima.


TRACCE DI LETTURA

Appena si fece luce, passai dall'altra parte del Giordano e chiesi alla santa Vergine che mi portasse dove a lei piaceva. Giunsi allora in questo deserto e da allora fino a oggi mi sono sempre allontanata fuggendo e nell'attesa del mio Dio, che salva i piccoli e i grandi che si convertono a lui.

(Pseudo-Sofronio di Gerusalemme, Vita di santa Maria Egiziaca 18)


PREGHIERA

In te, o madre,
si è realizzata senza difetto
l'immagine divina.
Prendendo la croce,
tu hai seguito il Cristo.
Con le tue azioni
hai insegnato a disprezzare la carne che passa
e a occuparsi dell'anima, creatura immortale.
Così la tua anima,
o beata Maria, ora si rallegra con gli angeli.


LETTURE BIBLICHE
Gal 3,23-4,5; Lc 7,36-50


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (6 barmūdah/miyāzyā):
Maria Egiziaca (Chiesa copta)
Adamo ed Eva (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Simon Dach (+ 1659), poeta nella Prussia orientale

MARONITI:
Aristarco (I sec.), apostolo
Ermenegildo (+ 585), re e martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Aristarco, Pudente e Trofimo, apostoli
Pacomio di Gledin (+ 1724), vescovo (Chiesa romena)
Giovanni Sciavteli (XII-XIII sec.)
Eulogio Salos (XIII sec.), monaco (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Baselios mar Yaldho (+ 1685), catholicos (Chiesa malankarese)

SIRO-ORIENTALI:
Giustino (+ 165 ca), martire (Chiesa malabarese)

15 aprile

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (7 barmūdah/miyāzyā):
Gioacchino, padre della Vergine (Chiesa copta)
Muse di Dabra Belyon, monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Karoline Fliedner (+ 892), madre delle Diaconesse di Renania

MARONITI:
Marone, Eutiche e Vittorino (III-IV sec.), martiri
Saba il Persiano (IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Crescente di Mira (III sec.), martire
Giorgio Mazquereli (IX-X sec.), vescovo (Chiesa georgiana)

16 aprile

Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783)
testimone

Il mercoledì santo del 1783 si spegne a Roma Benedetto Giuseppe Labre, vagabondo di Dio.
Nativo del borgo di Amettes (oggi nella diocesi di Arras), nel Nord della Francia, egli ricevette un'istruzione sufficiente a leggere in latino i grandi testi spirituali del suo tempo. Benedetto avvertì fin da giovanissimo di essere chiamato alla vita monastica, ma la sua ricerca vocazionale non fu facile. Egli fu infatti rifiutato da diverse certose a motivo della sua età precoce e di una salute malferma. I trappisti, dal canto loro, non lo ritennero in grado di condurre una vita religiosa tradizionale. Il giovane Labre non si arrese, e a partire dai propri limiti e dal rifiuto patito giunse a discernere la chiamata a una forma di testimonianza diversa e nel contempo profondamente evangelica. Divenuto pellegrino senza fissa dimora, in cerca della città futura, Benedetto si immerse nella preghiera, che non lo abbandonerà più fino alla morte, e visitò i grandi centri dell'Europa cristiana portando nella propria borsa unicamente il Nuovo Testamento, il breviario e l'Imitazione di Cristo. Giunto a Roma all'età di ventott'anni, egli visse vagabondando per sette anni da una chiesa all'altra e dormendo tra le rovine del Colosseo, in ascolto di poveri e pellegrini, amico di eretici e non credenti, totalmente abbandonato, come aveva sognato fin da piccolo, all'amore misericordioso di Dio. Alla sua morte si diffuse per le vie di Roma la voce: «E' morto il santo», e migliaia di poveri e di vagabondi vollero assistere in Santa Maria dei Monti ai suoi funerali. Benedetto Labre, vagabondo di Dio e povero sulle tracce di Cristo, testimonia al cuore della chiesa d'occidente una possibilità paradossale di santità, che lo accosta alle grandi figure dei «folli per Cristo» delle chiese d'oriente.


TRACCE DI LETTURA

In un secolo d'odio, superbo, avido, impuro
di colpe d'ogni genere, com'è benevola la chiesa
a esaltare oggi l'oscuro tra gli oscuri,
il mite fra tutti i miti, all'ignoranza umana,

e l'umiliato inquieto che la fede trascina
nel saio sanguinante e d'estasi sbiancato,
presso i popoli e i santi, lui che purificati i sensi
fece di Povertà sua sposa e sua regina,

come un novello Alexis, come un altro Francesco,
e fu il raccapricciante Povero, a un tempo angelico, che visse la dolcezza, l'orrore del Vangelo!

E per dimostrare a questo mondo che ha torto
e son d'argilla i piedi creduti d'oro e d'argento,
com'è tenera la chiesa e com'è forte il suo Signore!

(P. Verlaine, Saint Benoît-Joseph Labre. Jour de la canonisation)


PREGHIERA

Dio della speranza,
tu hai chiamato alla vita itinerante
il povero e umile Benedetto Labre:
egli, pieno di gioia e di carità,
perduto nella tua preghiera,
ha camminato sulle strade come un girovago:
concedici di amare la follia della croce
e di sentirci pellegrini verso il regno.
Per Cristo nostro Signore.


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Isabella Gilmore (+ 1923), diaconessa

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Engrazia e 18 compagni di Saragozza (III-IV sec.), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (8 barmūdah/miyāzyā):
Agape, Irene e Chione di Tessalonica (+ 304), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Sundar Singh (+ 1929), testimone della fede in India

MARONITI:
Benedetto Labre
Bernadette Soubirous (+ 1879)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Agape, Irene e Chione di Tessalonica e compagni, martiri